Una luce rosa shocking ed un allestimento essenziale, ma di forte impatto, accolgono il visitatore che accede a CADRE, solo show dell’artista americana Melissa Steckbauer (1980, Tucson, AZ) presso la Riccardo Costantini Contemporary di Torino. La mostra, a cura di Olga Gambari, presenta, fino all’11 giugno, una selezione di opere inedite – stampa su carta recuperata, acrilico su tela, velluto a rilievo – che descrivono la poliedricità del processo creativo dell’artista nella sua indagine sull’intimità umana declinata in sessualità, erotismo ed emotività.
“Soltanto la mente umana inventa categorie e cerca di forzare i fatti in gabbie distinte. Il mondo vivente è un continuum in ogni suo aspetto” – sostiene il sessuologo americano Alfred Kinsley la cui analisi sul comportamento sessuale umano diventa uno dei primi riferimenti per Steckbauer.
CADRE, il titolo della mostra evoca, per similitudine e per contrasto, la ricerca creativa dell’artista: Steckbauer nelle sue opere utilizza immagini raccolte in momenti diversi e da fonti differenti (scatti personali, frame presi dal web, fotografie recuperate da amici…), ritaglia corpi, figure, pattern dal contesto originale, colora supporti, confonde le cornici e le categorie per lasciar affiorare emozioni, suggestioni e attivare l’immaginazione dello spettatore.
Così, liberi da strutture, il particolare, il taglio, il tratto materico stimolano nel fruitore, a livello inconsapevole, un meccanismo di riconoscimento e associazione a simboli ed esperienze personali. Ed è così, nell’interazione fisica e psichica tra opera e pubblico, che il lavoro di Steckbauer si realizza nella sua pienezza.
Olga Gambari afferma: “Melissa mette a punto un personale linguaggio visivo che riguarda la luce, il colore e la forma. Colora, taglia, incide, stampa, sovrappone, contamina. Solo apparentemente questa pratica blocca una narrazione diretta: in realtà con questo dinamico gioco visivo, l’artista sviluppa un processo di reale disvelamento della dimensione sotterranea contenuta dalle immagini e dal loro immaginario. Le libera dall’essere immagini belle e ben fatte dalla lettura interpretativa scontata, immagini di genere insomma, per farle assurgere, invece, a soglie, luoghi di trance, in cui appare qualcosa di inaspettato.”
Il percorso espositivo è vivace e presenta lavori fissati a parete a diverse altezze o appoggiati a terra: in questo modo l’artista rende l’allestimento stesso un’opera d’arte estesa. In dialogo con la mostra in galleria, Steckbauer ha posto Sensorium, un progetto performativo in progress che prevede esperienze multisensoriali condivise con il pubblico: i cinque sensi dei partecipanti vengono stimolati da cibi, suoni, musica, profumi, testi, tessuti fornendo all’artista nuovi spunti e sollecitazioni per lo sviluppo della sua interessante ricerca artistica e psicologica.
“Trovo ispirazione ovunque – dice l’artista – in biblioteca, sul treno, facendo meditazione, girando in bicicletta, nei prati ed osservando le persone e tutto ciò che appartiene al mondo visibile […] La mia speranza per il futuro è che l’essere umano non debba essere costretto in etichette restrittive […] Ora è in atto un processo evolutivo e posso scorgerne il potenziale”.