Nel tumultuoso mondo della politica, in cui anche i pronostici più sicuri possono vacillare, dove le strategie si succedono uguali o impavide e audaci, dove le promesse talvolta sono iridescenti e fatue come bolle di sapone, alcuni politici stanno valutando una nuova direzione per garantire il loro successo nelle elezioni regionali imminenti: rivolgersi agli sciamani, a maghi e fatucchiere, agli stregoni, a chi sa leggere e interpretare i tarocchi.
Non c’è più nessuno che cammini nervoso davanti al 21 di Via Silvio Pellico, prima di salire al quarto piano dove l’uomo dell’im-possibile e dell’in-credibile poteva dare offrire un responso attendibile.
Tuttavia, mentre alcune menti sono affascinate dall’idea di incantesimi e premonizioni, altri ritengono che la risposta giaccia ancora nella fredda logica della scienza. In quel patto d’acciaio fatto dal nesso causa-effetto. Ma è un peso che è difficile portare, tutti quei documentari da ricordare, quelle formule, quelle spiegazioni razionali, obbligate, che richiedono anni di studio e poi l’insostenibile verifica e addirittura il vero. Comprensibilmente troppo per un piccolo candidato che ambisce a una moderata tuttologia di settore di consolante e suadente irrilevanza.
Abbandonate le solite pratiche fatte di sondaggi d’opinione e analisi dei dati demografici, quei farabutti di elettori sono divenuti addirittura meno fidabili dei politici, fanno sì che scaltri candidati si stiano rivolgendo verso le arti oscure, l’esoterismo o la cartomanzia, per scrutare nel futuro e conquistare il favore degli elettori con ogni possibile incantesimo.
Malgrado la scienza detenga ancora il suo fascino basato su prove concrete e metodi rigorosi, non può offrire una via attendibile per comprendere il comportamento elettorale. Si sa di sciamani chiamati a interpretare i segni della natura, maghi a sperimentare formule segrete di persuasione occulta che trasmigrino fino alla materia un po’ insensibile della scheda elettorale e alla resistenza ottusa di legno e grafite.
Gli scettici della scienza ritengono che la realtà sia troppo complessa per essere ridotta a semplici equazioni matematiche o modelli statistici. “La verità è che non possiamo fidarci di nulla e di nessuno“, sostiene un critico della scienza, agitando un sito web pieno di teorie del complotto. “Meglio affidarsi ai poteri misteriosi della magia che alla presunzione della scienza.”
Ma anche coloro che abbracciano la scienza si trovano ad affrontare ostacoli: spesso le evidenze empiriche vengono travisate o ignorate per promuovere narrazioni politiche predefinite. “La scienza è una luce nel buio, ma molti preferiscono chiudere gli occhi piuttosto che affrontare la verità“, osserva un sostenitore della scienza con un sospiro.
Mentre le elezioni regionali si avvicinano, i politici oscillano tra la tentazione della magia e la solida terra della scienza, sperando di trovare la chiave per sbloccare il segreto del successo elettorale.
Resta, in modo del tutto empirico, da vedere se sarà la magia o la scienza a determinare il destino delle urne elettorali. In un mondo dove la verità sembra sempre più fugace, solo lo spoglio delle urne potrà rivelare quale sarà il vincitore finale: l’incantesimo o l’esperimento.
Pier Sorel