Prima era toccato ai cani, adesso anche ai neonati. Inclusi e attesi senza più barriere nei musei cittadini.
Infatti a partire dal 14 settembre, l’Anagrafe Centrale di Torino distribuirà all’atto dell’iscrizione delle nascite, il “Passaporto Culturale” che, grazie alla partnership con Abbonamento Musei, consentirà a tutte le famiglie per il primo anno di vita del bambini il libero accesso a 32 musei del Piemonte accreditati “Family and Kids friendly”.
Che l’anagrafe a stento riesca a rinnovare una carta d’identità, se non dopo tempi infiniti, è una pura formalità, niente può fermare la corsa dentro ai corridoi museali di novelli genitori e dei loro infanti come fossero i protagonisti di Band à part. Il film di Godard dove il Louvre viene attraversato di corsa dai protagonisti in 9 minuti a 45 secondi. Probabilmente lo stesso tempo che si impiega oggi per cambiare un neonato.
Quindi bambini e cani, tutti insieme per una vera esperienza culturale. Questo il trend. Cosa poi si vada a vedere diviene in fondo relativo; i cani possiedono un’innata tolleranza all’uomo e di conseguenza ai suoi manufatti, i nuovi nati tra una poppata e un sonnellino affidano a qualche vagito il senso critico, anche se qualcuno sostiene che: Oggi sono scientificamente provati gli effetti di diversi stimoli sensoriali su specifiche aree del cervello e sui meccanismi psiconeuroendocrini che influenzano la capacità di relazionarci con noi stessi e l’ambiente che ci circonda. La partecipazione culturale attiva e la qualità dell’ambiente sono risorse che contribuiscono al ben-essere, alla rigenerazione, allo sviluppo e al potenziamento creativo partendo dai primi 1000 giorni, che sono così determinanti per la crescita bio-psico-sociale”, a sottolineare il concetto è la dottoressa Chiara Benedetto, Presidente della Fondazione Medicina a Misura di Donna.
Se l’accessibilità è un concetto primario certamente importante resta il dubbio di come la cultura sia invece trattato, dalla politica, da tema sempre secondario o, capovolto fino a divenire vassallo ad una prassi, invece che di una proposta di ampio respiro.
Perché se sull’accessibilità si è ben lavorato sulla prospettiva di cosa proporre al pubblico la sensazione è che sia lasciato molto al caso e il più delle volte le scelte siano compiute a caso o per puro caso. Insomma un casus fortunatamente senza belli su cui combattere.
E’ probabile che si ritenga un segnale di innovazione lasciare anni indietro il Louvre di Parigi e il Moma di New York che non permettono l’ingresso ai quadrupedi, forse che la contemplazione delle opere è considerata qualcosa di diverso da una gita al parco con il guinzaglio in mano.
Il bello.
Nel rilascio dei conteggi dei visitatori potremo così leggere con intimo piacere: tot visitatori per la mostra x, di questi 18 cani di piccola taglia, un alano, un dobermann e ben 12 neonati.
Perché, quindi, le famiglie con neonati dovrebbero visitare un museo?