La “Schwimmwagen” fu una vettura anfibia nata per esigenze belliche, sulla base dell’appena nata Volkswagen – la produzione superò le 14.000 unità, costruite tra il 1942 e il 1944, aveva poca potenza ma notevoli capacità di arrampicata.
La storia della VW Typ 166 Schwimmwagen ha inizio nel 1939 con la nascita dello storico Maggiolino. Poco dopo la presentazione della berlina e dopo solo 200 vetture costruite, in settembre scoppiò il Secondo Conflitto Mondiale. Le poche vetture assemblate vennero consegnate solo ad alti funzionari di stato e ad alcune personalità rilevanti, ma la produzione venne presto “congelata”. Già nel 1940 erano stati allestiti diversi prototipi di una vetturetta militare leggera sulla base del Maggiolino e nello stesso anno venne scelto il modello definitivo denominato” Typ 82 Kübelwagen”.
Il motore aveva una potenza di 25 cavalli, per adeguarsi al limite minimo imposto dall’esercito tedesco e la cilindrata è di 1100 centimetri cubi. Due anni più tardi, nel 1942, al fronte si venne a creare l’esigenza di un mezzo che oltre ad avere le caratteristiche della Kübelwagen, potesse anche essere anfibio. Così, da una costola di quest’ultima, nacque la “Typ 166 Schwimmwagen”, ovvero “auto che naviga”.
Nella parte posteriore dell’auto si innestava un’elica ribaltabile che permette una velocità in acqua di 10 km/h. Nonostante la poca potenza e il peso contenuto, le quattro ruote motrici ne fecero un mezzo che poteva muoversi praticamente ovunque e ne fu una dimostrazione il fatto che potè superare pendenze del 65% (per intenderci circa 33°, l’equivalente di una salita mediamente ripida).
Inoltre, il basso numero di giri a cui si ottiene la potenza massima, aumentava notevolmente l’affidabilità e la durata del motore. Il cambio era un manuale a 4 marce, la trasmissione disposta su tutte e quattro le ruote. La velocità massima in condizioni normali era di 80 km/h. L’unico armamento che venne montato, solo su alcuni esemplari, fu una mitragliatrice fissa sul lato anteriore destro.
Questo mezzo venne prodotto in serie in quella che poi sarebbe diventata oggi la fabbrica Volkswagen a Wolfsburg. Ne vennero prodotte più di 14.000 tra il 1942 ed il 1944, ma verso la fine della guerra la produzione subì una battuta d’arresto a causa dei pesanti bombardamenti che distrussero buona parte della fabbrica.
Matteo Comoglio