Ci sono voci che riescono a trasmettere la cruda realtà del conflitto in modo straordinario: quelle di Gerda Taro e Robert Capa sono due di queste. E se è vero che questi due fotoreporter hanno cambiato il mondo di raccontare la guerra attraverso la fotografia, oggi più che mai una mostra interamente dedicata alla loro produzione e alla loro vita al fronte ci fa riflettere su come sia cambiato il modo di fare informazione.

Robert Capa e Gerda Taro

La mostra “Gerda Taro e Robert Capa: la fotografia, l’amore e la guerra”, visitabile a Camera – Centro italiano della fotografia di Torino fino al 2 giugno, curata da Walter Guadagnini e Monica Poggi, getta una luce vivida ed emozionante sul coraggio e sull’impegno di questi due fotografi, che hanno saputo catturare l’essenza stessa della guerra attraverso le immagini.

Quando ci si trova di fronte a scatti di una potenza devastante, ancora di più in un periodo storico segnato da conflitti globali come quello che stiamo vivendo, è impossibile non chiedersi come Gerda Taro e Robert Capa avrebbero raccontato la guerra oggi. La loro opera, in un momento storico come quello attuale, assume un’importanza ancora più straordinaria: le loro fotografie non sono semplicemente immagini statiche, ma testimonianze dinamiche di un’epoca caratterizzata da caos e sofferenza, veri e propri distillati di emozioni che altrimenti sarebbero state dimenticate.

Robert Capa e Gerda Taro

 

La mostra di Camera offre uno sguardo intimo sul lavoro di questi due fotografi straordinari, uniti nell’impegno professionale e nella vita privata. Attraverso una selezione accurata di immagini, il pubblico è trasportato nei luoghi e nei momenti cruciali dei conflitti, con scatti struggenti di battaglie sul fronte, di momenti di vita quotidiana in trincea o per le strade delle città in rivolta. Ogni fotografia è un frammento di storia che ci invita a riflettere sulla natura stessa della guerra e sulle sue conseguenze.

Una riflessione che oggi assume un significato ancora più profondo e che ci ricorda del potere dell’arte e della fotografia per ricordare la storia e dell’incredibile potenza di questi mezzi nel dar voce a coloro che sono stati ridotti al silenzio dalla violenza e dal conflitto.

Robert Capa e Gerda Taro

Oltre 120 scatti per un allestimento affascinante, intenso, coinvolgente e curato magistralmente, con un’attenzione particolare all’inclusività. Le immagini più iconiche, infatti, sono state riprodotte su pannelli sensoriali per rendere la mostra più accessibile a visitatori ciechi o ipovedenti.

Alessia Alloesio