Spazio Lancia
Duemilacinquecento immagini delle opere originali del grande pittore olandese, custodite in diversi musei del mondo. Un percorso quanto mai suggestivo, completamente originale. Il visitatore non osserverà direttamente i capolavori del grande artista, ma s’immergerà nella storia, nei colori e nelle dimensioni dei suoi principali dipinti, lungo un percorso virtuale definito e attraverso il periodo maggiormente proficuo del grande artista: tra il 1880 e il 1890. Sono questi gli anni di maggiore ispirazione, gli anni trascorsi tra Arles, Saint Rémy, Auvers-sur-Oise, Paris durante i quali Vincent Van Gogh dipingerà quei capolavori che diverranno immortali.
Interessante la location, ben organizzata, avvincenti tutte le sezioni della mostra, anche quella organizzata dell’Art designer Gisella Scibona, La moda incontra Van Gogh. Ma la parte che sicuramente rende unica l’iniziativa è quella dedicata alla tridimensionalità: gli Oculus Samsung Gear VR consentiranno di entrare all’interno delle opere di Van Gogh, percependo ogni dettaglio figurativo e cromatico dei suoi dipinti.
Ancor più interessante è la Stanza dei segreti: uno spazio a cura di Alberto D’Atanasio in cui sono esposte opere originali ed inedite di Edgar Degas, Pierre-Auguste Renoir e Claude Monet, intimi amici di Van Gogh e principali interpreti del panorama artistico di fine Ottocento. Presenti anche 10 disegni del Maestro, di opere che non vengono esposte al pubblico dal lontano 1987.
L’emozione c’è, anche la passione. Si evince la forte dedizione di Van Gogh per la pittura, si percepiscono le emozioni che avrà provato, ma i quadri osservati e analizzati de visu, sicuramente sanno trasmettere il dialogo infinito tra l’artista e i suoi pennelli, tra l’artista e la sua tavolozza.
La mostra multimediale è un’opportunità per avvicinarsi al pittore e alla pittura, per osservare in un ambiente guidato i suoi capolavori, per conoscere in un modo nuovo – e sicuramente più economico – il suo percorso pittorico. Ma in un ambiente virtuale difficilmente si riescono a cogliere tutte le sfumature della tela, la passione interiore nei dettagli cromatici, il dialogo tra l’artista e la natura, l’anima dei suoi colori, delle luci e delle ombre. I suoi silenzi e le sue assenze. La derisione che ha dovuto sopportare e la luminosità della luce che ha voluto trasmettere.
Ma questo è il bello della diretta…
Maria Giovanna Iannizzi