E’ l’auditorium del Banco BPM in Piazza San Carlo di Torino, il luogo in cui si è tenuto il convegno degli Stati generali dell’energia in Piemonte, organizzato dall’assessorato all’Ambiente e all’Energia della Regione e a cui hanno partecipato esponenti istituzionali e manager delle principali aziende della filiera energetica.

Stati Generali dell’energia in Piemonte.
Nell’arco della giornata, incentrata sul futuro delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica in Piemonte, è stato fatto il punto sulle sfide che i cambiamenti climatici e la transizione energetica comportano, sotto la spinta dell’evoluzione legislativa europea e nazionale, sulle prospettive di crescita delle fonti rinnovabili, sulla necessità di sviluppo delle infrastrutture di rete, sulle future novità costituite dalle comunità energetiche e dai quartieri ecosostenibili, sulle opportunità fornite dall’innovazione tecnologica a supporto della decarbonizzazione, dell’economia circolare e delle nuove filiere eco-sostenibili, sulle opportunità di investimento in Piemonte fra progetti e necessità del mondo economico.

L’assessore regionale all’Ambiente e all’Energia, Matteo Marnati, ha sottolineato come il Piemonte effettuerà nei prossimi anni un grande investimento infrastrutturale per migliorare l’efficienza energetica, puntando sull’indipendenza della produzione e sulle fonti di energia rinnovabile, come solare ed idroelettrico, senza trascurare l’utilizzo di nuove soluzioni tecnologiche con l’intento di tutelare l’ambiente, in modo che l’energia possa diventare sempre più anche un’opportunità per lo sviluppo dell’economia e per creare occupazione.

Stati Generali dell’energia in Piemonte.

Stati Generali dell’energia in Piemonte.

Sulla scia del piano nazionale dell’energia, di prossima pubblicazione, che prevede come entro il 2030 le fonti rinnovabili debbano contribuire per il 30% ai consumi energetici totali, anche il programma regionale è molto ambizioso: è previsto un aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili del 26,2% entro il 2030 (con conseguente risparmio di 494 tonnellate di combustibili fossili), mentre ci si aspetta un’ulteriore riduzione di 1.960 tonnellate grazie all’efficientamento energetico nei settori dell’illuminazione e produzione del calore.

Oggi, oltre il 30% dell’energia prodotta in Piemonte deriva già da fonti rinnovabili e l’attenzione per il futuro sviluppo sarà incentrata soprattutto sulla produzione idroelettrica e sull’utilizzo delle aree dismesse per nuove installazioni di impianti fotovoltaici.
Come sottolineato dai funzionari pubblici ed esperti del settore presenti al convegno, un così ambizioso piano di sviluppo delle fonti rinnovabili costituisce una sfida per tutti, compresi la Regione e gli enti territoriali coinvolti nei processi autorizzativi dei nuovi impianti.

Stati Generali dell’energia in Piemonte.
Gli enti saranno infatti chiamati a semplificare le procedure autorizzative per i nuovi impianti da posizionare nelle aree che saranno individuate come idonee per le future installazioni, con una vera e propria giravolta nell’approccio finora adottato, volto a individuare le aree non idonee agli impianti e finalizzato a “sfruttare” gli strumenti burocratici a disposizione per cercare di bloccare ogni forma di speculazione nel settore delle fonti rinnovabili.

Bisognerà poi risolvere quelle criticità di carattere ambientale che si nascondono dietro ogni fonte rinnovabile: i grandi impianti fotovoltaici comportano consumo del suolo, gli impianti eolici impattano sul paesaggio e gli impianti idroelettrici sulla tutela delle acque, gli impianti a biomasse legnose e le caldaie a cippato inquinano pesantemente l’aria.

Ad esempio, negli approfondimenti delle sorgenti responsabili dell’inquinamento da particolato PM10 pubblicati sul portale dell’Arpa Piemonte, si evidenzia come “la diffusione delle stufe a pellet ha determinato una situazione di criticità per la gestione della qualità dell’aria, caratterizzata da un mercato e da un utilizzo incontrollati (provenienza incerta del combustibile, uso di pellet non certificato, installazione non corretta degli impianti)”, al punto che tali sorgenti (rinnovabili!) sono diventate un fattore di inquinamento significativo in termini di qualità dell’aria, superando in molti casi il tanto vituperato inquinamento da traffico urbano.

Si arriva addirittura alla contraddizione, evidenziata durante il convegno, di avere sorgenti da fonti rinnovabili ambientalmente dannose ma premiate da sussidi pubblici, come le citate caldaie e stufe a pallet potenzialmente incentivate con gli ecobonus, ma più inquinanti in termini di PM10 di caldaie da fonte fossile.

Gabriele Bulgarelli

I want to learn even more issues about it Quelle!