Il caldo feroce scatena pensieri inaspettati e talvolta inopinati finendo con il cogliere persino i rappresentanti eletti in consiglio comunale dell’austera città sabauda.
È di questi giorni l’ipotesi deliziosamente patafisica di lasciare crescere incontrollate erbe e sterpaglie, più di quanto già accade, per aderire all’agenda 2030 sul clima. A riguardo è stata presentata una mozione ad hoc e incredibilmente accolta quasi seriamente dal responsabile del verde. La cosa fa fiorire ilarità ma soprattutto sospetti di aver trovato un escamotage per evitare il dovere di intervenire con gli sfalci.
Il desiderio romantico di rivivere il tenero film di Gene Sacks con Redford e la Jane Fonda affondando i “piedi nudi nel parco” deve aver condizionato la proponente, anche se nel film il Central Park è perfetto e rasato a otto millimetri come fosse il campo di Wimbledon.
Se si ipotizza una ipotesi di risparmio sul taglio dell’erba cittadina non si evince come invece i denari per il taglio degli alberi sia sempre disponibile e abbondante. Sarà l’influenza e la vicinanza dei cugini francesi, il 14 luglio, la perfezione silenziosa, simbolica e ingegneristica della ghigliottina, a indurre il desiderio di taglio definitivo.
Taglio che negli ultimi alberi decapitati come nobili, non avviene più alla base ma all’altezza di un nano da giardino. Lasciando il ceppo come monito a ricordo di ombre e frescure perdute e divenendo un problema per i ragazzi che giocano e finiscono con regolarità a scontrarcisi sopra.
La motivazione di questa prassi di taglio alto è secretata e inconoscibile, forse appartiene ai rituali della Torino magica. Si ipotizzano viaggi in notturna a visionare i ceppi desolati che alimentano leggende e trigonometrie oscure forse ispirate ai disegni di Giordano Bruno.
Tornando ai tentativi di applicare la scienza delle soluzioni immaginarie, è possibile che questa si scontri con il volere poco patafisico dei cittadini ancora legati al concetto di decoro, decenza e pulizia.
Sicuramente parte della colpa di queste puerili ambizioni è da attribuire al cinema. Centinaia di film in cui qualcuno cammina con il tosaerba nel prato davanti a casa per armonizzarlo e possibilmente renderlo più verde di quello del vicino deve aver lasciato un segno e un desiderio di emulazione.
Pier Sorel