‘’Un festival multimediale, dialogante, intenso’’. Così Stefano Zenni musicologo, saggista, docente universitario, annuncia l’edizione 2016 del Torino Jazz Festival, la quarta da lui diretta.
Un festival di ben 10 giorni –dal 22 aprile al 1 maggio-con un numero ancora più rilevante di produzioni originali, collocate soprattutto nella sezione ‘Fringe’.‘E’ un Festival -spiega -che si intreccerà come pochissimi altri festival fanno, con le altre forme artistiche: col teatro per esempio, attraverso la rappresentazione de ‘Il Persecutore’, bellissimo testo di Julio Cortazar rappresentato con grande efficacia da Vinicio Marchioni, noto per la partecipazione a Romanzo Criminale. Lo spettacolo avrà le musiche di Francesco Cafiso e del suo quartetto. Ancora teatro con l’attrice Monica de Muro e il suo ‘’Otto storie poco standard’’, una narrazione-concerto che prende spunto dagli standard del jazz. A proposito di intrecci poi avremo la banda musicale di Alba fornata da giovanissimi talenti e diretta, per l’occasione, da Battista Lena che suonerà immersa tra le proiezioni delle pitture industriali di Pinot Gallizio. Ci saranno concerti al Mao, alla Fondazione Sandretto, oltre naturalmente ai concerti nei luoghi classici come Il Jazz Club o i locali della citta’.
Il Torino Jazz festival si intreccerà’ poi con la danza, grazie agli happening di Marije Nie e con il grande schermo: avremo, in esclusiva europea, il batterista Antonio Sanchez che a Torino suonerà dal vivo durante la proiezione del film Birdman di Inarritu, di cui ha composto la colonna sonora. Inoltre ci sarà una rassegna al Cinema Massimo proprio su cinema e batteria jazz con, tra le altre, pellicole di Hitchcock e Otto Preminger. Ed ancora: la mirabile fusione di linguaggi proposta da Pulse’ (jazz and the city) forse la più ambiziosa produzione di questo festival, un viaggio tra i suoni delle città che si coniugano con le atmosfere del jazz. Un progetto voluto da Max Casacci, Emanuele Cisi e Daniele Mana, che coinvolgerà grandi musicisti come Enrico Rava.
Dal punto di vista più strettamente musicale avremo il jazz contemporaneo con Tim Berne; l’Orchestra nazionale dei giovani talenti italiani, con ospiti alcuni dei vincitori del recente concorso di Musica Jazz -e guest star Rosario Giuliani; le contaminazioni con il jazz-rock degli Arctchipel , il set di Giovanni Falzone; il travolgente soul degli Incognito; Gonzalo Rubalcaba e band.
Previsto l’omaggio di Fabrizio Bosso al grande Duke Ellington; il jazz spirituale di Dimitri Grechi Espinoza; i giovani della Juilliard school musi;, il jazz manouche, i concerti nei quartieri cittadini e molto altro. Insomma un programma in grande stile reso possibile dal grande ed efficiente lavoro di squadra.
Torino ha la fama di città aperta al jazz ma molti dei nostri talenti locali hanno dovuto emigrare, per avere successo. Cosa ne pensi?
Credo che anzitutto bisogna sfatare il mito che all’estero si sta meglio che in Italia, almeno per quanto riguarda il jazz. Infatti abbiamo una immigrazione di rientro di musicisti provenienti da Berlino che fino a qualche anno fa era la mecca dei jazzisti e ancora lo sarebbe, salvo un piccolo particolare: non pagano…. C’è inoltre da considerare che oggi è attiva una rete europea di musicisti che si sta decisamente consolidando: si sta andando oltre la dimensione locale per volontà stessa dei musicisti che trovano così più occasioni di confronto e scambio, come è sempre stato nello spirito di questa musica. E questo spirito lo riproponiamo al Torino Jazz Festival.
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