Lunedì 18 maggio Gianandrea Noseda è salito sul podio dell’Orchestra del Teatro Regio per l’ultimo appuntamento con la Stagione de I Concerti 2014-2015.
Il programma prevedeva la Sinfonia in tre movimenti di Igor Stravinskij, un capolavoro ardito, dove le sperimentazioni timbriche e i ritmi rimandano a qualcosa di cubista, e poi una perla sconosciuta: in prima esecuzione mondiale, un brano appositamente commissionato dal Regio: il Concerto per violoncello e orchestra di Carlo Boccadoro, solista il violoncellista Enrico Dindo, al suo secondo appuntamento nella Stagione. Per cocludere la serata ha vampeggiato in sala la Sinfonia n. 3 di Rachmaninoff, vera pietra miliare del compositore russo naturalizzato statunitense.
La Sinfonia in tre movimenti fu composta da Stravinskij tra il 1942 e il 1945 ed eseguita per la prima volta a New York, dalla New York Philharmonic Orchestra, cui è dedicata, sotto la direzione dell’autore. A proposito della sua Sinfonia, Stravinskij disse: «forse intitolare la partitura “tre movimenti sinfonici” sarebbe un titolo più esatto»; effettivamente ognuna delle tre sezioni che compongono la partitura può vivere autonomamente. Esiste anche la tradizione di chiamare questa pagina “Sinfonia di guerra”, per i ritmi a volte così violenti che ricordano le coeve sinfonie composte da Šostakovič. Stravinskij stesso avvalorò questa interpretazione dichiarando che il primo e l’ultimo movimento traducono le forti emozioni che provò alla visione di filmati sulla Seconda Guerra Mondiale, all’epoca ancora in corso. Suggestioni esterne, forti, che sicuramente possono aver accompagnato la genesi della Sinfonia ma che, nel più puro stile stravinskijano, non lasciano tracce concrete nella partitura, non almeno in senso programmatico e descrittivo.
Accanto a questo capolavoro, Gianandrea Noseda ha scelto di eseguire la Sinfonia n. 3 di Sergej Rachmaninoff, di pochi anni precedente la Sinfonia di Stravinskij. Il lavoro di Rachmaninoff è profondamente legato al mondo del cinema. Composta nel 1936 questa pagina si immerge in un contesto straordinario: Metropolis di Fritz Lang è del 1936, Tempi moderni di Chaplin è, appunto, del 1936, e solo cinque anni più tardi Orson Wells avrebbe terminato Quarto potere. La suggestione e l’influenza di questi capolavori contagiò tutte le arti. La Sinfonia n. 3 di Rachmaninoff assorbe questa scansione narrativa tipicamente cinematografica; quasi si possono “vedere” stacchi, riprese e campi lunghi nell’esposizione dei magnifici temi creati dal compositore. Per Noseda questa Sinfonia «è perfetta. Un gioiello. Qualcuno l’ha definita musica triste; io ritengo che un’aura di accattivante malinconia l’avvolga tutta. È l’opera di un compositore che, vissuto lontano da casa, ha avuto costantemente voglia di circondarsi dei colori e dei suoni della sua Russia».
Cuore del concerto è stata l’esecuzione in prima assoluta di una nuova partitura, accolta con entusiasmo, curiosità e dagli applausi ricevuti mlto apprezzata.
Sempre più raramente i Teatri commissionano nuovi lavori, ma per il Teatro Regio rientra nelle priorità da perseguire con grande impegno, afferma Gianandrea Noseda: «commissionare musica dovrebbe essere una cosa normale per un teatro, la curiosità di chi ascolta va stimolata e nutrita, tenendosi all’occorrenza anche lontani dal repertorio». Aggiunge ancora il Direttore musicale del Regio: «sono assolutamente convinto che la produzione per orchestra sia più che mai viva e vitale. Questa volta sono partito dallo splendido rapporto che coltivo, da anni, con Enrico Dindo.
Con questa nuova composizione, il percorso di collaborazione tra i due artisti si arricchisce: «il mio Concerto per violoncello – spiega Boccadoro – è musica pura, insomma, non a programma, sia il pezzo sia l’orchestra sono di grandi dimensioni, il violoncello è impegnato dalla prima all’ultima battuta e la fatica maggiore, per me, è stata calibrare i pesi sonori, perché la voce del solista e i colori strumentali risultassero sempre chiari e riconoscibili. Nel comporre ho tenuto ben presente il suo approccio allo strumento, destinando ampi spazi di cantabilità a un violoncello che, su questo terreno, teme pochissimi rivali al mondo».
Nato a Macerata nel 1963, Carlo Boccadoro è oggi una delle voci più originali nel panorama musicale contemporaneo. I suoi lavori sono regolarmente eseguiti nei principali festival internazionali di musica contemporanea. Le sue composizioni sono particolarmente apprezzate soprattutto per il linguaggio eclettico che fonde l’esperienza pop, quella jazz e la grande tradizione compositiva europea. Il percorso artistico di Boccadoro è costellato da grandi successi tra i quali si ricorda la commissione nel 2001, su proposta di Luciano Berio, di un’opera per ragazzi per l’Accademia di Santa Cecilia: La nave a tre piani andata in scena anche nel nostro Teatro nel 2005.