“Un viaggio non ha bisogno di motivi. Non ci mette molto a dimostrare che basta sé stesso”. Inizia con l’emblematica citazione di Nicolas Bouvier, giornalista, fotografo e gran viaggiatore di origine svizzera, la mostra fotografica di Stefano Tallia allestita all’Antica Tettoia dell’Orologio, simbolo architettonico di Porta Palazzo, aperta dal 7 al 27 maggio, allo stand 84, dal titolo “Tutto il mondo è mercato”. Stefano Tallia è un volto noto per i piemontesi. Professionista dell’informazione, lavora da tempo per il Tg Rai del Piemonte, appassionato di sport, è stato Segretario dell’Associazione Stampa Subalpina.
I 35 scatti a colori visibili nello spazio di FotografiaKm0, pensato da Michele D’Ottavio, vogliono far riflettere su come Porta Palazzo sia cambiato nel tempo e su come in uno dei mercati più grandi ed esotici d’Europa si possano trovare odori e sapori di tutto il mondo.
Negli scatti di Stefano Tallia si evince l’idea di mercato come luogo d’incontro e contaminazione, tra città e culture distanti. Le foto sono frutto di viaggi di piacere, reportage e missioni di solidarietà a cui il giornalista torinese ha partecipato.
Dal mercato dei fiori di Bangkok a Phnon Penh, fino ad arrivare alla Boqueria di Barcellona e al mercato di San Gregorio Armeno a Napoli. In queste immagini c’è chi vende e chi acquista a ricordare che il fine della mostra fotografica dice Tallia a GazzettaTorino è quello di “stendere un lungo ponte che unisce angoli lontani della terra”.
Ricordare, dal latino re-cordis, ripassare dalle parti del cuore. Ed è proprio per questo che nello spazio di FotografiaKm0 un corner è dedicato al ricordo di due mercati diventati simbolo di qualcosa di più profondo. Luoghi a cui il giornalista torinese è legato in particolar modo per via delle sue missioni di solidarietà. Si tratta di Marakle, il mercato di Sarajevo e del mercato nato nel campo profughi di Domiz nel Kurdistan iracheno.
Durante l’assedio il mercato di Sarajevo è stato colpito per ben due volte dall’esercito serbo-bosniaco, causato più di cento morti e molti feriti. Nel campo profughi di Domiz hanno trovato rifugio 43 mila persone fuggite dalla guerra, e il mercato, nato spontaneamente, rappresenta uno dei pochi scorci di normalità.
“Tutto il mondo è mercato” è l’occasione giusta per farsi raccontare luoghi e tradizioni viste con gli occhi di un cittadino del mondo, scoprendo che a volte non serve andare troppo lontano per capire quanto è affascinante la diversità.
Alice Varraso