Il 7 giugno la Sala Agorà del I3P, Incubatore delle imprese innovative del Politecnico di Torino, ha fatto da cornice alla presentazione del volume “La regolazione giuridica dell’intelligenza artificiale” di Ermanno Bocchini, edito da Giappichelli nella collana Le Monografie di NDS. L’evento ha visto la partecipazione di figure chiave nel campo del diritto commerciale, tra cui Oreste Cagnasso, Emanuela Arezzo, Maurizio Borghi, e Paolo Montalenti, che hanno offerto approfondimenti cruciali sull’argomento trattato.
Dopo i saluti iniziali di Maurizio Galetto, Direttore del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Torino, la parola è passata a Paolo Revigliono. Professore ordinario di Diritto commerciale presso lo stesso ateneo, nonché esperto di diritto bancario e Notaio a Torino, Revigliono è anche fondatore e condirettore della rivista “Diritto Commerciale Digitale”. Come presidente dell’evento, ha aperto la discussione sottolineando l’importanza fondamentale del mondo accademico nello sviluppo di regolamentazioni relative all’intelligenza artificiale.
Ha inoltre evidenziato la necessità di un approccio che equilibri innovazione e regolamentazione senza soffocare la creatività tecnologica. “Il mondo accademico deve essere protagonista nel processo di costruzione delle regole relative all’IA, per scongiurare il rischio che la formulazione delle regole venga condizionata dalle esigenze degli sviluppatori tecnologici”, ha affermato Revigliono, il quale ha poi introdotto il concetto di “riserva di umanità” che insiste sull’importanza di mantenere una componente umana significativa nelle decisioni tecnologiche.
Sul delicato equilibrio tra innovazione e regolamentazione, Revigliono ha osservato: “Non è opportuno fissare dei limiti astratti alla creatività tecnologica che possano soffocarla. È essenziale, però, garantire che le macchine rimangano strumenti al servizio dell’uomo, preservando la dignità e il valore della persona umana”.
Con l’evoluzione dell’IA, la professione legale si trova a un punto di svolta. Nel merito, Paolo Revigliono ha evidenziato come l’intelligenza artificiale possa migliorare l’efficienza nella gestione dei dati, ma ha anche messo in guardia sui rischi legati all’influenza degli algoritmi sulle decisioni giuridiche. “È essenziale implementare controlli umani sui processi decisionali automatizzati per evitare distorsioni e bias”, ha dichiarato. Rivolgendo lo sguardo al futuro, Revigliono ha sottolineato l’urgenza di regolamentazioni che bilancino il benessere collettivo e le potenzialità tecnologiche, preservando l’intervento umano e prevenendo la spersonalizzazione delle interazioni sociali.
All’evento fa seguito l’intervista a Ermanno Bocchini, autore del volume “La regolazione giuridica dell’intelligenza artificiale”.
Professore, nel suo libro, qual è il principio etico fondamentale che ritiene debba guidare la regolazione dell’IA? Come possiamo assicurarci che tale principio sia rispettato a livello globale?
“Il primo principio etico concerne il rispetto dei diritti umani fondamentali previsti dalla Carta costituzionale e dalla Carta di Nizza dell’Unione europea. Tra questi, fondamentali nella società dell’informazione sono la trasparenza e la simmetria informativa, senza le quali i mercati falliscono. Il mio libro spiega che i mercati sono sistemi di informazione autonomi e spontanei che falliscono per asimmetria informativa oltre che per altre esternalità”.
Quali sono le maggiori sfide che ha identificato nel formulare proposte di regolamentazione per l’IA? Come suggerisce di superarle? “
Sul piano internazionale, occorre procedere rapidamente alla stipula di trattati internazionali sotto l’egida delle Nazioni Unite. Sul piano pratico, il libro vuole dimostrare che oggi, in attesa di trattati internazionali, esiste per l’Italia un diritto applicabile alle vittime dell’intelligenza artificiale, perché il giudice davanti a una domanda di risarcimento danni non può rigettare la domanda, ma deve fare applicazione del diritto vigente risalendo alle normative generali in assenza di normative specifiche. Questo è già avvenuto ad iniziativa del Garante della privacy”.
In che modo ritiene che la regolazione dell’IA possa influenzare positivamente le questioni di equità e inclusione sociale?
“Naturalmente, sul piano sociale, il diritto tutela il minimo etico e deve promuovere l’inclusione sociale per evitare nuove vittime, particolarmente nel mercato del lavoro. Ma quando cambia il paradigma di una intera società è difficile che il nuovo mondo si affermi senza vittime della transizione, come dimostra la nascita della società americana (il ‘nuovo mondo’)”.
Come vede il ruolo dell’Italia nel panorama internazionale della regolamentazione dell’IA? Ci sono particolari modelli o pratiche internazionali che ritiene dovremmo adottare o evitare?
“Il ruolo dell’Italia è importante, ma America, Cina e Russia non saranno comandate dall’Italia. In particolare, con riferimento all’uso militare dei sistemi di intelligenza artificiale, tutti si sono lasciati le mani libere in materia militare e anche il disegno di legge governativo dichiara apertamente che la regolamentazione giuridica dell’intelligenza artificiale non si applica alle utilizzazioni militari dei sistemi di IA”.
Qual è stata la reazione più significativa o sorprendente al suo libro da parte della comunità accademica o dell’industria?
“L’accoglienza del libro da parte della comunità accademica è stata positiva e favorevole. In particolare, i dipartimenti di ingegneria sono molto interessati ad interagire con il mondo giuridico. Attendo le reazioni del mondo industriale”.
Le riflessioni tratte dall’evento e dall’intervista con l’esimio professor Ermanno Bocchini illuminano un aspetto cruciale nell’evoluzione dell’intelligenza artificiale: la necessità impellente di mantenere una distinzione chiara e non negoziabile tra uomo e macchina. Le discussioni hanno evidenziato che, nonostante l’IA possa aumentare notevolmente l’efficienza in diversi ambiti, inclusa la professione legale, essa deve rimanere uno strumento al servizio dell’umanità, guidato da principi etici ben definiti e controlli umani adeguati. La “riserva di umanità” introdotta da Paolo Revigliono e l’enfasi sulla trasparenza e simmetria informativa di Bocchini ribadiscono che il progresso tecnologico non deve mai sopraffare la dignità umana o compromettere la capacità dell’uomo di prendere decisioni significative e consapevoli.
Questo approccio non solo preserva l’essenza dell’umanità, ma garantisce anche che l’IA rimanga un alleato benefico, evitando che diventi un arbitro non controllato dei destini umani.
Lara Ballurio