Giulia Savino, giovane designer piemontese, classe ‘87, ci racconta il suo percorso professionale che l’ha portata a scegliere di dedicarsi al gioiello contemporaneo e a diventare, giovanissima, insegnante presso The Design Studio by Azza Fahmy al Cairo. DSAF è la prima scuola di gioielleria in Medio Oriente ed è stata fondata dalla designer egiziana Azza Fahmy. Durante la sua permanenza Giulia ha elaborato il progetto
1: 20.000, gioielli che riproducono in scala mappe di città internazionali, e la mostra è stata presentata Torino lo scorso 6 febbraio 2016 presso la galleria Officina 500.
1) Come sei arrivata al gioiello come modalità espressiva? Raccontaci in breve il tuo percorso di studi e professionale?
Fin da quando ero piccola mi divertivo a trascorrere le nottate a creare gioielli di ogni tipo però non ho mai pensato che questa potesse diventare la mia carriera.
Ho iniziato il mio percorso di studi conseguendo la laurea in Design della Moda presso il Politecnico di Milano. In seguito ero alla ricerca di una scuola con un corso più specialistico e per caso sono venuta a conoscenza di Alchimia, Scuola di Gioielleria Contemporanea con sede a Firenze. Le mie idee non erano così chiare ma da subito sono rimasta catturata dall’atmosfera di Alchimia, per la sua dimensione intima (le classi sono composte da massimo 12 persone) ma internazionale dato che gli insegnati (artisti internazionali del gioiello) e gli studenti provengono da tutto il mondo.
Qui le competenze tecniche e teoriche di gioielleria si fondono con una profonda ricerca artistica, e la scuola è un’incubatrice che ti permette di sperimentare con ogni tipo di materiale, concetto e situazione. Così mi sono iscritta al primo anno e poi non ho potuto non finire il corso (ovviamente grazie all’aiuto della mia famiglia che mi ha appoggiato nelle scelte nonostante qualche perplessità)! La scuola è molto stimolante, ci sono sempre nuovi progetti, si partecipa a fiere, workshop e allo stesso tempo richiede molto impegno, dedizione e passione dato che è un lavoro a tempo pieno senza orari.
Al termine del corso triennale mi è stato proposto un lavoro di assistente presso una scuola al Cairo fondata in collaborazione con Alchimia. Ho accettato questa oppurtunità facendo un salto nel buio.
Mi sono trasferita al Cairo nel dicembre 2012 scoprendo che la scuola doveva ancora essere creata e ho quindi contribuito alla realizzazione e apertura di The Design Studio by Azza Fahmy in qualità di assistente di Estela Saez, direttrice della scuola. DSAF è la prima scuola di gioielleria in Medio Oriente ed è stata fondata dalla designer egiziana Azza Fahmy. La scuola è stata aperta a marzo 2013 e da quel momento ho lavorato come insegnate di vari corsi di gioielleria di base e workshop brevi focalizzati su tecniche diverse come filo, smalto o resina. È stata un’avventura lavorativa e culturale impegnativa ma molto interessante; sono contenta e mi ritengo fortunata di esserne stata parte.
Durante l’ultimo anno di permanenza al Cairo mi sono anche iscritta al corso di Master in Gioielleria Contemporanea ed Ornamento del Corpo presso Alchimia, tutorato dalla designer belga Nedda el Asmar. Sono rientrata in Italia a giugno 2015 e ho concluso il Master con la presentazione della mostra personale La mostra è stato un importante traguardo ma anche un nuovo punto di partenza. Ora per me è importante capire come procedere nel mio percorso progettuale e creativo e sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli.
2) Come è nato il progetto 1:20.000?
E’ così che è nata la mia ossessione per le mappe!
Ho iniziato a lavorare al progetto quando mi trovavo ancora al Cairo. La mia ricerca è partita all’idea di movimento che presto si è trasferita più su un piano personale e concreto: analizzavo i miei spostamenti al Cairo dato che ogni giorno ero costretta a trascorrere ore in taxi per raggiungere il lavoro, incontrare amici e tornare a casa. Ho iniziato così a creare delle mappe immaginarie in filo di argento.
Ma il continuo viaggiare tra l’Egitto e l’Italia (dato che frequentavo il master a Firenze) e la possibilità di osservare le città dall’alto mi ha fatto spostare l’attenzione sulla città stessa, su quel reticolato di strade che puoi vedere solo ad un altezza.di migliaia di metri quando tutto diventa così piccolo. Ho sempre sognato di essere in due posti allo stesso tempo e l’idea di creare gioielli che rappresentano mappe di città diventa la prima soluzione per realizzare questo desiderio impossibile!
A questo punto il concetto principale del progetto ruota attorno ai termini di appartenenza (apparteniamo a una città?), possesso (possiamo possedere una città?) e identità (qual è la città con cui ci identifichiamo ora?). E così come le nostre identità sono volubili così anche i gioielli, le mappe indossate si adattano al nostro corpo e prendono/perdono forma adattandosi allo stesso. Questo è il motivo per cui ho scelto di creare i gioielli quasi esclusivamente con catenelle in argento e altri materiali. L’uso di materiali e colori diversi è una delle possibili interpretazioni della mappa delle diverse città che potrebbero però essere soggette a infinite varianti. Al momento ho rappresentato solo città in cui ci sono stata e perchè la morfologia della mappa mi attirava. Infatti ogni gioiello inizia con l’analisi della mappa, la scelta del tracciato e in seguito la ricerca dei materiali.
1:20.000 è stata la scala scelta per la rappresentazione delle mappe (gioielli) in quanto a mio parere crea la giusta relazione con la misura con il corpo.
3) Qual è la tua idea di eleganza?
Per me l’dea di eleganza si collega direttamente con un evento speciale dato che normalmente sono in look da laboratorio e non indosso gioielli quando li creo. Eleganza per me è sinonimo di semplicità ed è indossare quello che ci rappresenta; è un piccolo dettaglio che fa la differenza e ci rende unici.
4) Qual è la sfida per un designer creativo, oggi?
Sopravvivere! Scherzi a parte, credo di dover ancora trovare la giusta soluzione. Aver un buon progetto non è sufficiente ma bisogna sapersi creare il proprio spazio nel mercato di oggi e fare le scelte giuste in base a quello che vogliamo raggiungere che non è sempre facile da definire. Oggi ci sono tanti canali di informazione che sono accessibili a tutti e la concorrenza è molto alta. Credo che sia fondamentale non fermarsi mai da tutti i punti di vista e crederci fino in fondo e poi c’è sempre un po’ di imprevedibiltà.
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