Sarà Michelangelo Pistoletto, grande animatore e protagonista dell’ Arte povera, in un incontro pubblico a raccontare il suo celebre segno simbolo “Terzo Paradiso” come sede privilegiata dell’evento, l’Aula Magna della Cavallerizza Reale.
L’incontro, fa parte del ciclo di conferenze L’immagine come ambiente culturale, coordinato dal Rettore dell’Università di Torino, prof. Gianmaria Ajani e dal prof. Federico Vercellone.
Creato da Pistoletto nel 2003, il simbolo del Terzo Paradiso è “la fusione tra il primo e il secondo paradiso. Il primo è il paradiso in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura. Il secondo è il paradiso artificiale, sviluppato dall’intelligenza umana”.
Il progetto artistico di Pistoletto legato a questo simbolo è quello di “condurre l’artificio, cioè la scienza, la tecnologia, l’arte, la cultura e la politica a restituire vita alla Terra, congiuntamente all’impegno di rifondare i comuni principi e comportamenti etici, in quanto da questi dipende l’effettiva riuscita di tale obiettivo. Terzo Paradiso significa il passaggio ad un nuovo livello di civiltà planetaria, indispensabile per assicurare al genere umano la propria sopravvivenza”.
Pistoletto si augura che ogni singolo essere umano si prenda la responsabilità di contribuire a creare questo nuovo mito, simboleggiato appunto da una “riconfigurazione del segno matematico dell’infinito. Con il ‘Nuovo Segno d’Infinito’ si disegnano tre cerchi: i due cerchi opposti significano natura e artificio, quello centrale è la congiunzione dei due e rappresenta il grembo generativo del Terzo Paradiso.”
Nel ciclo L’immagine come ambiente culturale, quattro fra le figure più brillanti che negli ultimi decenni hanno forgiato la teoria dell’immagine fanno il punto su uno dei fattori più influenti della cultura contemporanea: è, infatti, indubbio che l’immagine costituisca il fattore centrale della simbolizzazione e della comunicazione nella società contemporanea, non solo sul piano artistico, ma anche su quello mediatico, politico, religioso e scientifico.
Ad aprire la serie di conferenze è stato Salvatore Settis, saggista, scrittore, Presidente del Comitato Scientifico del Louvre. I suoi ambiti di ricerca spaziano dalla storia dell’arte antica e post-antica alla politica culturale. Fra le sue pubblicazioni recenti spiccano Azione popolare. Cittadini per il bene comune e Se Venezia muore, uscite presso Einaudi nel 2012 e nel 2014. Dopo Michelangelo Pistoletto si potranno ascoltare Horst Bredekamp, insegnante di storia dell’arte presso la Humboldt Universität di Berlino. Tra i maggiori storici dell’arte in Germania, è portavoce del progetto di ricerca “Immagine Sapere Gestaltung. Recentemente pubblicato in Italia, Nostalgia dell’antico e fascino della macchina. La storia della Kunstkammer e il futuro della storia dell’arte, Il Saggiatore nel 2007. Ed a chiudere lo studioso e teorico di media, arti visive e letteratura, W. J. T. Mitchell, esploratore della cultura visiva e l’iconologia dei media. È professore di letteratura inglese e di storia dell’arte alla University of Chicago.
Il ciclo di conferenze è una collaborazione fra Goethe-Institut Turin, Fondazione Franco e Marilisa Caligara per l’alta formazione interdisciplinare, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Centro interuniversitario di ricerca sulla morfologia Francesco Moiso e Centro studi filosofico-religiosi Luigi Pareyson. È realizzato anche grazie al contributo di Compagnia di San Paolo.
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