Circondata di ingenti forze di Polizia e Carabinieri la Nuvola, nuova sede della Lavazza, ha ospitato, al riparo dal sole, l’affollatissima Assemblea generale dell’Unione Industriale di Torino. Molto attesa anche per l’iniziativa lanciata dall’Unione per accogliere idee e suggerimenti per il futuro della città. Domani.To il nome dell’iniziativa promossa via web, che ha raccolto oltre quattrocento voci; un esperimento mai fatto prima, sintomo di un’apertura nuova e necessaria per coinvolgere e individuare nuove energie.
La capriata altissima della sala allestita per la riunione, contiene passato e presente del mondo manifatturiero. Il passato nelle mura e l’alta tecnologia nella trasformazione in luogo del presente.
La relazione del Presidente dell’Unione Dario Gallina, ha riscosso lunghi applausi e, ha messo in gioco, tra le altre, una proposta importante: candidare Torino come Capitale della cultura italiana per il 2021.
Di seguito una parte del suo discorso odierno.
“La Nuvola è un nuovo luogo simbolo della Torino che crede nel proprio futuro. Qui si fondono una lunga tradizione imprenditoriale di famiglia, uno sguardo rivolto al futuro e un legame forte con Torino. Il tema che abbiamo scelto per questa nostra assemblea è proprio il futuro della nostra Città. TORINO
Crediamo che un futuro migliore sia possibile.
Il format di quest’anno ci ha portati a coinvolgere le Istituzioni locali in un modo meno rituale rispetto al passato; anziché con il tradizionale saluto iniziale, abbiamo chiesto alla Sindaca Chiara Appendino e al Presidente Sergio Chiamparino di contribuire attivamente al dibattito nel corso della successiva tavola rotonda.
…abbiamo lanciato la Call for ideas chiamata DOMANI.TO e vogliamo tradurre le idee e i suggerimenti pervenuti dai torinesi, in progetti per il futuro della Città. Abbiamo svolto un’ampia consultazione degli stakeholder del sistema locale, ed abbiamo raccolto le idee di valore che saranno approfondite e diffuse attraverso il blog OPEN UI e i canali Social.
L’elaborazione è stata affidata al Prof. Giorgio Barba Navaretti che ringrazio caldamente.
È inoltre doveroso ringraziare i Professori Giuseppe Berta e Domenico Siniscalco per i loro contributi; così come la Camera di Commercio di Torino per il sostegno ricevuto.
Mi preme sottolineare che non abbiamo, con questa iniziativa, alcuna intenzione egemonica e non coltiviamo nessuna ambizione politica. Spero che ciò che abbiamo fatto col lavoro di questi mesi possa diventare, da subito, una buona base di partenza per tutti i soggetti che hanno a cuore Torino e che vogliono lavorare insieme. Solo il lavoro in comune consentirà di ottenere dei risultati di valore. E per centrare l’obiettivo è necessario operare sulla frontiera della contemporaneità
Ciò significa essere una città aperta, profondamente integrata nell’economia globale, in grado di sfruttare sinergie significative con le altre città metropolitane del Nord Italia, Milano e Genova in primo luogo. Significa anche essere una città inclusiva, capace di attrarre e integrare investimenti dall’estero e di esportare; di lavorare alla frontiera di tecnologia e ricerca, integrando industria e digitale, economia tangibile e intangibile.
Ma vuol anche dire essere un melting pot di discipline e specialità: industria e innovazione con la cultura, arte contemporanea e patrimonio dei musei, con le esperienze del sociale e del terzo settore, industria del food e del turismo.
Sono convinto che Torino, oggi più che mai, abbia questo nella propria missione, se vuole puntare al futuro. Alla politica competono le scelte strategiche per ottenere crescita e benessere.
Ho ancora un’osservazione da fare.
Io credo che Torino prima di affrontare qualunque idea che riguardi il suo sviluppo debba guardare al suo futuro come parte di una macro regione dove agli altri estremi ci sono Milano e Genova. Come per Torino anche per Milano e Genova credo che sia depontenziante ragionare solo intorno ai propri confini cittadini
Dobbiamo avere visioni e obiettivi condivise ognuno con le proprie migliori eccellenze e prerogative. Ci sono molti temi e aspetti su cui lavorare per evitare sovrapposizioni e ancora inutili campanilismi a partire dalle competenze tecnologiche e scientifiche ma anche nelle strategie di attrazzione turistica e per la gestione dei grandi flussi logistici. Potenziare i collegamenti di idee, di persone e degli investimenti rappresenta una visione lungimirante
Di questo ho già parlato con i miei due colleghi Presidenti dell’Unione Industriale di Genova e di Assolombarda e, nell’ambito della rete di Confindustria delle città metropolitane, apriremo un confronto per valutare i punti su cui lavorare.
Concludo dicendo che non esiste alcun piano sostenibile senza adeguate risorse finanziarie. Non a caso, oggi ho invitato alla nostra tavola rotonda autorevoli rappresentanti di società internazionali, che sono protagoniste di investimenti importanti in altre aree italiane e nel mondo. Sarà quindi decisivo che questi progetti siano attrattivi e strategici, affinché risultino interessanti per gli investitori e da cui emerga il potenziale di Torino, che tutti noi ben conosciamo.
Le conclusioni, affidate al Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, hanno ribadito il sostegno di categoria verso la Tav, «La Tav è determinante, le infrastrutture non sono una questione ideologica. Le infrastrutture collegano le periferie al centro e i Paesi al mondo – ha aggiunto Boccia – Per questo speriamo che prevalga come sempre il buon senso. Le infrastrutture creano occupazione sia nel momento iniziale sia in quello successivo perché creano competitività»