Rinasce sotto nuove insegne uno storico luogo d’arte della città di Torino in quella che per tutti è Piazza Carlina ma per la toponomastica rimane Piazza Carlo Emanuele II. E per diletto di coincidenza Carlo è anche il nome del gallerista, affiancato dall’energica moglie Patrizia ribattezzano per il nuovo corso la galleria con il proprio cognome: Coen.
Con questa prima mostra desiderano riportare l’attenzione sulla scultura, effettivamente poco rappresentata in città, con una collettiva intitolata “Vedo nudo” a cura Di Patrizia Miotto.
Difficile pensare ad una ricorrenza migliore del 6 marzo, giorno della nascita del Buonarroti per inaugurare una mostra dedicata alla scultura.
Le sculture esposte appartengono a nomi italiani importanti nel mondo dell’arte come Giacomo Manzù, Arturo Martini, Emilio Greco, Fausto Melotti, Paolo Borghi, Pericle Fazzini, Novello Finotti, William McElcheran, Francesco Messina, Augusto Perez, Giuliano Vangi, per un itinerario di circa 20 opere alcune di grande formato, alla riscoperta di una figurazione di qualità espressa in questi modellati di eleganza al limite del classicismo dedicati al nudo.
Il nudo nell’arte non solo raffigura il corpo, ma, per analogia, lo riallaccia a tutte le strutture che fanno parte del nostro bagaglio di immagini. I greci lo collegarono alla geometria, l’uomo del XX secolo lo connette probabilmente con l’esperienza della vita fisica e con i suoi simboli e lo sforzo irrinunciabile di esprimere visibilmente se stesso dentro l’effetto spaziale dell’opera; nella mutevolezza delle relazioni di luce ed ombra, e in quell’aura specifica di spiritualità che ogni scultura o statua crea intorno a se.
Forma completa a tutto tondo, con un centro di gravità, una massa, un peso, la sua verità cubica per impiegare una frase di Auguste Rodin, la scultura conduce alla relazione tra massa e spazio elargendo al corpo nudo, ente primigenio, la sensazione di essere parte imprescindibile di un ordine universale.
La mostra sarà visitabile, dal martedì al sabato, fino ad inizio maggio.
