Ritorna la Nona di Mahler diretta da Myung-Whun Chung

Ventesimo anno di attività per l’Associazione Lingotto Musica con la stagione 2013-2014, e dell’Auditorium Giovanni Agnelli, creatura di Renzo Piano, inaugurata il 6 maggio 1994 da Claudio Abbado e dai Berliner Philharmoniker, protagonisti di un memorabile concerto che fece echeggiare le note della Nona di Mahler negli spazi una volta occupati dal fragore delle presse della più grande fabbrica di automobili del paese.
A quasi venti anni di distanza Lingotto Musica inaugura la nuova stagione, lunedì 21 ottobre con la medesima Sinfonia, eseguita questa volta da un’altra gloriosa istituzione sinfonica tedesca, la Staatskapelle di Dresda, assoggettata alla bacchetta dal grande direttore sudcoreano Myung-Whun Chung.
Fondata nel 1548 dal Principe Elettore Moritz di Sassonia la Staatskapelle è la più antica istituzione sinfonica del mondo, la stessa che Wagner, quando la diresse la definì “un’arpa miracolosa”, unica ad aver mantenuto ininterrotta la sua attività per quasi cinquecento anni, e dal 2013 è orchestra residente del Festival di Pasqua di Salisburgo insieme al suo direttore principale Christian Thielemann.
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Myung-Whun Chung è nato a Seul ha cominciato la sua carriera come pianista debuttando all’età di sette anni con la Seul Philharmonic Orchestra. Nel 1979 è diventato assistente di Carlo Maria Giulini alla Los Angeles Philharmonic Orchestra e cinque anni dopo ha preso le redini dell’Orchestra Sinfonica della Radio di Saarbrucken che ha diretto fino al 1990.
È stato successivamente Direttore Musicale dell’Opéra Bastille di Parigi dall’89 al ‘94 e Direttore Principale dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia dal ’97 fino al
2005). Nel 2000 ha assunto la direzione musicale dell’Orchestra Philharmonique de Radio France. La collaborazione con la Staatskapelle risale al 2001, dirigendola regolarmente in concerti, rappresentazioni teatrali e tournées; nella stagione 2012-2013 ne ha assunto il titolo di Direttore Ospite Principale.
Malgrado la mole degli incarichi non ha abbandonato l’impegno nel suo paese di origine e in altre parti dell’Asia, ricoprendo l’incarico di consulente artistico della Tokyo Philharmonic Orchestra e quello di Direttore Musicale della Seul Philharmonic Orchestra.
Congiuntamente all’impegno musicale, è coinvolto in prima persona in vari progetti a fini umanitari e ambientali, difatti dal 2008 è divenuto ambasciatore UNICEF.
Per la sintonia e l’apprezzamento dimostrato dal pubblico in occasione di alcuni appuntamenti della scorsa stagione, il concerto della Nona di Gustav Mahler sarà preceduto da una conferenza introduttiva del prof. Giorgio Pestelli, professore emerito presso l’Università di Torino.
Prof. Pestelli cosa dirà su questa sinfonia?
Proporrò un inquadramento biografico, i dati essenziali, il significato della Nona dentro un ordine globale delle sinfonie di Mahler. Qualche indizio critico, ricordando Adorno, Alban Berg, Shoenberg che ne hanno parlato molto. Per passare poi alla descrizione dei 4 movimenti, facendo qualche esempio al pianoforte dei temi principali e suggerendo quelle particolarità che saltano all’orecchio. Senza fare analisi troppo particolareggiate cerco di essere utile all’ascoltatore, segnalo l’importanza di uno strumento un passaggio, qualcosa che abbia valore nell’opera. Parlo a braccio, un po’ come a lezione, con lo spartito davanti, per offrire un ordinamento per chi poi va a sentire. Anche a Salisburgo tutti i concerti hanno una presentazione prima, chi vi partecipa poi ne riceve qualcosa di più, è un bel modo di coinvolgere il pubblico.
Se dovessimo individuare qualche cardine fondamentale di quest’opera di Mahler ?
E’ molto particolare perché non ha una forte unità sinfonica, sono 4 movimenti, soprattutto il primo e l’ultimo, vivono a se, sono 2 adagi, non convenzionali, come dei racconti, non c’è il dramma tipico della sonata, una qualità di ripetizione di temi simili con piccole varianti. I tempi centrali invece fanno parte della tradizione: uno è uno scherzo una specie di Laendler austriaco, Mahler ne ha scritti molti, anche se in questo si scorge meno fiducia nei suoi mezzi espressivi, è più evanescente; l’altro possiede qualcosa di demoniaco, anticipa quasi Sostakovic. Sono quattro movimenti abbastanza  a se stanti ma possiedono un magico senso del tempo, una dilatazione fortissima, tipica delle ultime opere, come nel canto della Terra, nei 2 finali dei 2 adagi troviamo la sensazione di una musica che si disfa, evanescente, in cui prevale la grande tradizione romantica.
Edmondo Bertaina

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