Dici “cultura” e pensi “museo”. E invece no. La cultura oggi non può essere più interpretata come semplice accumulazione di testimonianze vetuste, rappresenta piuttosto un insieme di competenze adeguate a comprendere il passato, agire nel presente e soprattutto orientarsi nell’avvenire.
Lo hanno sostenuto le Europarlamentari Mercedes Bresso e Silvia Costa nell’ambito del convegno svoltosi l’11 maggio scorso a Palazzo Lascaris, organizzato dal Gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti & Democratici al Parlamento Europeo, intitolato “L’Europa e il Piemonte per la cultura – L’innovazione come motore di sviluppo”. In effetti, la cultura in Europa rappresenta il 4% del PIL e genera un indotto rilevante specialmente nel settore turistico, che può rappresentare un prezioso volano per sviluppo ed occupazione soprattutto nel nostro Paese, a patto di essere in grado di sfruttare al meglio le occasioni offerte dai Programmi Europei. Torino ha fatto scuola sull’argomento, tanto che in Europa fa eco un “caso Torino”.
«La città e il Piemonte -ha introdotto Davide Gariglio, capogruppo in Regione del Partito Democratico- hanno saputo trasportare la propria capacità di agire dal tradizionale ambito manifatturiero a quello culturale e turistico, ma occorre un ulteriore salto di qualità nella mentalità politica. E’ finita l’epoca dei finanziamenti a pioggia, oggi va premiato lo stimolo verso l’innovazione nell’attenzione per i beni culturali, che deve coinvolgere anche il mondo privato». Proprio il tema dell’innovazione culturale, introdotto di recente nell’Agenda dell’Unione Europea, grazie alla piccola ma agguerrita pattuglia “rosa” italiana al Parlamento di Strasburgo, ha tenuto banco nel corso del convegno. «Il restauro dei beni culturali -ha sottolineato Mercedes Bresso- non è l’unica possibilità per valorizzare questo patrimonio e creare sviluppo. La cultura, non considerata fino a poco tempo fa un settore economico a pieno titolo, va invece a costituire oggi un valore aggiunto per tutti gli ambiti produttivi, a patto che si attivi la capacità di andare oltre le frontiere nazionali soprattutto a livello mentale, esportando idee e creatività italiana ed importando fondi europei. Le Amministrazioni -ha aggiunto- devono essere in grado di sfruttare al massimo le opportunità offerte dai finanziamenti europei».
L’Europarlamentare ha citato il recupero del complesso della Venaria Reale come esempio di utilizzo virtuoso dei fondi strutturali messi a disposizione dall’Europa per il restauro ed ha sottolineato, unanimemente con molti altri intervenuti come, dopo la fase di restauro, oggi la Venaria sia sulla buona strada per fare scuola anche nell’ambito dell’innovazione dell’impresa culturale. «Non è più sufficiente -ha proseguito Silvia Costa- mettere semplicemente in mostra la nostra storia. Occorre creare eventi e movimento attraverso i giovani operatori culturali, che creino progetti i quali diano il senso dell’innovazione, in modo da trainare lo sviluppo economico ed occupazionale del territorio locale che circonda i monumenti». La parola magica è “Europrogettazione”, cioè l’intercettazione dei tanti fondi europei a disposizione, attraverso progetti redatti da personale specializzato. “Europa Creativa” è il titolo del programma più importante per il settore culturale, di cui la Costa è stata relatrice, in qualità di Presidente della Commissione Cultura del Parlamento Europeo, che offre fondi in cambio di progetti mirati ad un uso efficiente ed efficace delle risorse.
L’Italia in effetti è al primo posto nella partecipazione ai bandi europei, ma solo terza per quanto riguarda le risorse finanziarie portate a casa, in cui la Germania fa la parte del leone. L’eccessiva frammentazione fa sì che il nostro Paese vinca molti piccoli progetti, mentre fatica a reperire fondi su progetti più imponenti. Un approccio in rete tra i vari attori si rende quindi necessario per migliorare il nostro tasso di successo. «La cultura -ha sottolineato nel suo intervento Giuseppina De Santis, assessore regionale all’Innovazione- deve offrire opportunità di lavoro reali e continuative». Le ha fatto eco Antonella Parigi, assessore piemontese alla Cultura. «Nella costruzione dei bilanci -ha affermato- cultura e turismo devono essere considerati investimenti sul futuro piuttosto che costi». Dell’urgenza di un «restyling della normativa regionale sul comparto cultura» ha parlato infine Daniele Valle, presidente dell’omonima Commissione Regionale.
«Se spingiamo verso l’internazionalizzazione -ha detto- senza adeguare norme risalenti a 40 anni fa, corriamo il rischio di una politica strabica». Il futuro della cultura e del potenziale di sviluppo e occupazione che ne consegue si gioca quindi sulla capacità di allargare la base degli utenti della cultura stessa.
Durante il convegno è emersa in particolare l’opportunità di intercettare, attraverso l’uso di macrodati statistici ed altri indicatori, segmenti di potenziali visitatori-turisti che non hanno problemi economici o di mobilità, pensiamo alla grossa fetta di mercato rappresentata in potenza dai turisti cinesi e arabi, ma che al momento non trovano abbastanza attraente l’attuale offerta. E dal convegno, le Europarlamentari Bresso e Costa lanciano in Europa l’idea dell’ ”Anno Europeo del Patrimonio Culturale”.
Barbara Virga
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