Via delle Magnolie 11
In certe occasioni, bisogna che il capofamiglia si assuma le sue responsabilità, e in questo caso è nonna Maddalena a prendere in pugno la situazione. Ha dei buoni motivi, che verranno spiegati più avanti, per sentirsi in forma, e non sarà certo quell’americano con le lentiggini a metterla in difficolta. Perciò, mentre Giuseppe e Alvise portano le valigie dentro, prende a braccetto Jeremy e lo guarda con una perfetta faccia confusa da cartone animato.
“Secondo piano? L’alloggio di Antonia è al quarto. La mansarda.”
“ No no, cugina Maddalena, secondo piano. Centodieci metri quadrati, cucina, soggiorno, tre camere, due bagni.”
“ Si, quello è l’alloggio del secondo piano, quello che era di Gervasio, che poi l’ha lasciato a Domenico, ma Domenico l’ha perso al gioco con mio marito, e alla fine è rimasto a me, come tutta la palazzina tranne l’alloggio di Antonia che era di Florindo. “ Pausa a effetto. “La mansarda.”
“ Ma no! Ti sbagli. Nonna è stata chiarissima, il suo è ..”
Maddalena lo interrompe impaziente. “ Antonia ha sempre avuto il cervello di una vongola, e Florindo è morto nel 52, che lei era bambina. Cosa vuoi che ne sappia di chi sono gli allogi. Quella è sempre vissuta in America, neanche sa dov’è Rubèria!”
“ Nel ’52? Non è possibile, questa palazzina è degli anni 60!”
“ Perchè l’abbiamo ristrutturata. Si vede che nella ristrutturazione son cambiate delle cose.”
Jeremy comincia a irritarsi. Giuseppe e Alvise sono spariti con le valigie, e lui resta nell’androne circondato da donne, e per un attimo gli affiora un vago ricordo di cose studiate al college, e si sente come quel tizio subito prima che le baccanti inizino a sgranocchiarlo.
“Cugina Maddalena, nessuna ristrutturazione sposta i piani di una casa.”
“ Ascolta, Jeremy…” a parlare è Claudia, la tipica donna italiana.. quella curvacea che lo guarda da laggiù (è bassa, Jeremy è alto) con occhi come languide more. “ Che ne dici di salire, sistemarti e poi ne parliamo con calma? Sarai stanco, hai viaggiato, e l’alloggio al quarto piano è molto confortevole, vedrai…”
“ Va bene, “ sospira lui. “ Ma questa cosa va chiarita. Va assolutamente chiarita.”
Quello stesso pomeriggio alle ore 17 possiamo ammirare tutti i Boscolo riuniti attorno a un paio di tavolini della gelateria Nustrizio, la migliore di Rubèria. C’è anche Giulietta, l’unica che non ha ancora conosciuto Jeremy di persona, essendo arrivata, trafelatissima, subito dopo che l’americano era scomparso dietro la porta della mansarda.
“Allora mi raccomando. A tutti. La versione è questa: Antonia si è sbagliata,” sta dicendo Giuseppe, mentre affonda il cucchiaino nella sua coppa variegata all’amarena.
“ E i documenti sono stati distrutti nell’incendio del 77,” conferma Claudia.
“Che incendio? “ chiede Giulietta, che presta poca attenzione alla conversazione. Sta guardando il video di Loris e Mikela, la coppia più pericolosa tra i loro avversari. Porca miseria, che rumba!
“Nessun incendio, Giuli.” Alvise fa una carezza a sua moglie, quella cara sciocchina. “ Ce lo siamo inventato. La cosa migliore, in questi casi, è sempre un incendio che ha distrutto tutti i documenti. Lo fanno pure in quei film sugli orfani assassini.”
“E’ vero! Quando i genitori adottivi vanno all’istituto e chiedono i documenti della bambina adottata, che infatti non è una bambina ma una nana, e la direttrice dice…” Stella Marina è una fan dei film horror, e si lascia subito prendere.
“.. tutti i documenti sono andati distrutti in un incendio!” completa Jolanda, anche lei fan dei film dell’horror.
Claudia richiama all’ordine i parenti. “ La finite? Dobbiamo mettere a punto una strategia, non fare un dibattito!”
A questo scopo i Boscolo si sono trasferiti in massa da Nustrizio, proprio per non dare nell’occhio, o nell’orecchio, a Jeremy, rimasto lassù nella mansarda. A un certo punto Jolanda è andata a bussargli, col pretesto di portargli una torta di benvenuto, in realtà per sondarne lo stato d’animo, ma lui non aveva risposto. Dorme, hanno ipotizzato i Boscolo ottimisti. E’ già al telefono con la polizia, hanno ipotizzato i Boscolo pessimisti (cioè Alvise).
“Quindi,” riassume Claudia una volta riottenuta l’attenzione generale. “ la cugina Antonia si è sbagliata, e chissà come si è tenuta questa piantina del secondo piano che infatti! E qui sta il nostro asso nella manica! Non è più così!”
Questa abbondanza di esclamativi, da far invidia a Ludovica, è dovuta all’entusiasmo per l’insperato aiuto fornito dalla piantina di Antonia, che si riferisce a una precedente versione dell’alloggio del secondo piano, prima della ristrutturazione degli anni sessanta. Ora le camere non sono più tre, sono soltanto due, mentre il soggiorno è diventato un inutile, e fastoso, salone doppio.
“E se quello vuole andare da un notaio, verificare il catasto, le proprietà, non so, chi paga le tasse su sta casa?” Insiste Alvise, che non c’è niente da fare, ha proprio questa anima legalitaria, è onesto fino nel più profondo di se stesso.
“Nessuno! Non le paga nessuno!” trionfa Maddalena. “ E’ tutto intestato a qualcun altro!”
Ci sono soglie davanti a cui è opportuno fermarsi, tipo le porte degli Inferi, e la condizione catastale della palazzina di via delle Magnolie 11 è una di queste. La famiglia non si inoltra. Tutti tacciono per un attimo, poi Giuseppe riassume:
“ Se vuole saperne di più dovrà andare a Bassano dove è morto il bisnonno Florindo. E lì ci pensa Leandro, a sistemarlo. “
“Ma non ci andrà, “ sorride Stella Marina, “ perchè si troverà talmente bene nella mansarda.. gli ho lasciato pure le casse. La trapunta patchwork che fa tanto America. Gli incensi mela verde. Con una casa così carina, chi glielo fa fare di andare all’Ufficio del Catasto di Bassano del Grappa?”
E questa domanda aleggia ancora sopra i Boscolo, infondendo loro fiducia e ottimismo, quando Dimitri alza una manina impiastricciata di gusto pistacchio e grida: “ Ciao Lorenzo! Ciao Ciao Ciao puzzone cacco!”
Stella Marina si volta, e vede arrivare Lorenzo, che risponde all’informale saluto di Dimitri con un bel sorriso. Insieme a lui c’è Ludovica, panterissima nei suoi leggins leopardati.
“E allora? Come va? Gelatino domenicale?” chiede cordiale l’ingegnere, mentre Ludovica inizia una complicata distribuzione di baci con le donne presenti, compresa Stella Marina che intanto si è frezzata, come ogni volta che li vede insieme.
“ Eh si… “ Giuseppe indica il profluvio di coppe e affogati sulla tavola. “ Vi fermate con noi? Vi ordino qualcosa?”
Lorenzo guarda Stella Marina che lo guarda, e ancora una volta pensa; ma quanto è carina questa. Quanto. E che occhi. Mi muore dietro, la ragazza. Che faccio?
E in questo preciso istante, mentre Lorenzo e Ludovica si chiedono se fermarsi a prendere un gelato coi Boscolo o proseguire nel programma originario che prevedeva un salto da Media World a dare un’occhiata ai cellulari che Lorenzo vuole cambiarlo.. in questo preciso istante, purtroppo, Giulebba Gormiti, l’insegnante di Meditazione Floreale, passa, si ferma accanto a Giulietta, e dice con la sua voce profonda da meditatrice: “ Giulietta! Com’è che oggi non ti abbiamo vista?”
Alle dieci di sera in questa domenica di aprile, ogni piano della palazzina in via delle Magnolie 11 ha la sua tempesta in corso. I dirimpettai di via delle Magnolie 8 vedono soltanto tante luci accese, ma dietro ogni finestra ci sono anime agitate.
Partendo dall’alto, al quarto piano, nella mansarda, Jeremy attraversa le stanze una dopo l’altra. Sono poche: un grande soggiorno con angolo cottura, una camera da letto, il bagno. Ma in condizioni perfette: elettrodomestici moderni e funzionali, piastrelle e sanitari lucenti, finestre con i doppi vetri, quel magnifico terrazzino che trabocca di vasi. Anche ammesso che fosse veramente questo, e non il secondo piano, l’alloggio di sua nonna, com’è che per anni e anni le hanno detto che era impossibile affittarlo o venderlo a causa delle sue pessime condizioni? Domani dovrò fare un po’ di telefonate, pensa Jeremy. Poi va sul terrazzino ad ammirare una falce di luna italiana, e cerca con lo sguardo il lago dell’Ondina, che dovrebbe essere laggiù, da qualche parte, sull’orlo della città. Gli pare di intravedere, riflesso nella luna, uno scintillio acquatico. Adesso rientro e chiamo Debra Lou, pensa, e controlla l’ora sull’orologio con la doppia ora. A New York sono le quattro di pomeriggio, va bene.
Al terzo piano, nonna Maddalena contempla incantata la sua pagina Instagram: 2500 follower! Nel giro di poche ore, si sono quintuplicati! E’ bastato postare una foto in cui lei minaccia con il coltello del pane sua nipote Claudia legata a una sedia con la corda per stendere il bucato, proprio come in quella serie spagnola che le piace tanto! Senza commenti, senza spiegazione, solo un titolo: GLI OMICIDI DI NONNA MADDALENA, copyright di Natasha. E’ andata! Ha funzionato! Il popolo dei social ama gli omicidi di nonna Maddalena! L’idea in più, suggerita da Stella Marina, è stata l’abito da sera. In seta rosa cipria, occhi truccati smoke e una semplice tiara di Tiger posata sui capelli, Maddalena è la killer ottantenne che tutte sognano di diventare. E adesso, pensa passandosi la crema nutriente sul viso prima di andare a dormire, devo programmare l’assassinio di domani. Questa volta avvelenerò qualcuno, decide soddisfatta, poi si lava i denti.
Le altre inquiline del terzo piano sono fuori. Claudia è uscita con le sue amiche, cena al ristorante greco e bowling, e Stella Marina è in giardino, sola, e cammina avanti e indietro. Sta elaborando la choccante e sensazionale scoperta fatta nel pomeriggio: sua cognata ha una storia con Lorenzo. L’ha capito in un flash, una di quelle botte di intuito che ti colpiscono alla nuca senza preavviso, e di cui faresti volentieri a meno. La frase di Giulebba: “ Com’è che oggi non ti abbiamo vista?” , e lo spavento che si è spalmato all’istante su quelle due facce. Ludovica non si è accorta di nulla, stava esaminando il menu in cerca di una coppa di gelato priva di calorie, ma lei sì, aveva visto, Giulietta sbiancarsi, Lorenzo fremere, e Alvise non capire, guardare sua moglie, aprire la bocca per parlare e richiuderla subito, mentre Giulietta, ritrovato il respiro, sorrideva senza neanche arrossire: “ Avevo da fare, è arrivato un nostro cugino dall’America.. poi ti racconto. Ci vediamo mercoledì..”
Perchè lei l’aveva vista, quel mattino, Giulietta che usciva di casa con la sacca della palestra, l’aveva sentita salutare i bambini dicendo: “ Fate i bravi con nonna e le zie, mi raccomando, che mamma va a meditare.” A meditare! Come no!
Alzando lo sguardo verso le finestre del primo piano, Stella Marina vede l’ombra di Alvise passare e ripassare, concitata quanto può esserlo un’ombra. Adesso chissà cosa succederà. Una famiglia distrutta. E io? Va bene combattere contro una fidanzata, ma una fidanzata e un’amante non saranno troppo? Devo rinunciare? Cioè, mi sono trasferita in quel bugigattolo per tener qui l’amante di mia cognata?
Ed è mentre si chiede che direzione deve dare alla sua vita che vede il cancelletto aprirsi, e Lorenzo dirigersi con passo veloce verso il portone. No, pensa Stella Marina, no no no. Non te la cavi così. E scatta.
Il secondo piano, come abbiamo visto, è vuoto, perchè Lorenzo sta rientrando adesso. Ma resterà vuoto ancora per un po’.
E’ il primo piano che ci interessa veramente, giusto? Quello dove si sta svolgendo la resa dei conti fra Giulietta e Alvise. Natasha e Dimitri sono già a letto, sfiniti da quella domenica con arrivi dall’America, gelati, e mamma e papà molto strani a cena. Ora, finalmente, mamma e papà possono smettere di essere strani e diventare violenti. Per fortuna, a differenza di sua sorella, Alvise non ha notato il terrore che correva sul filo di Lorenzo, e anche se ritiene sua moglie una traditrice bugiarda, non pensa neanche per un attimo che il complice di quel tradimento sia il prezioso inquilino del secondo piano, e ha invece identificato come amante certo di quella sgualdrinella (lui usa un altro temine) Pasquale Labricciarola, un conoscente di certi amici loro, che nel corso di una cena di gruppo ha rivolto occhiate pesanti e complimenti non richiesti a Giulietta.
Ed è qui, mentre Alvise rivolge le sue infuocate accuse e Giulietta lo ascolta paziente, che si rivela l’indiscussa superiorità della vita rispetto ai romanzi. In un romanzo, infatti, Giulietta negherebbe implorando il marito di fidarsi di lei, e affermerebbe di non essere colpevole ma di non potergli rivelare cosa stava effettivamente facendo invece di meditare sui fiori. Alvise non le crederebbe, e si innescherebbe una catena di equivoci che, a seconda se il romanzo punti o meno allo Strega, si risolverebbero in tragedia o in thriller.
Nella vita, invece, se una moglie ha una spiegazione da dare in merito a una presunta infedeltà, e per di più una spiegazione vera e facilmente controllabile, la dà eccome. Non sta a tirare fuori la fiducia, e simili opzioni aleatorie. Perciò appena Alvise smette di sbraitare, Giulietta alza una mano,e parla.
“ Hai finito? Bene. Allora adesso ascoltami: stamattina ero alla Marlè Il Dolce per Te con Lorenzo. Abbiamo provato la bachata. Ci vediamo di nascosto da un mese, perchè ci siamo iscritti a Italian Dancin’Talent, e siamo entrati in semifinale. “
Alvise si sente come il Titanic dopo lo scontro col ghiacciaio.
Boccheggia, e guarda sua moglie, Giulietta figlia di Satana.
“Ti sei iscritta? Te l’ho detto che non volevo! Te l’ho detto che non se ne parlava! E tu mi hai promesso di non farlo!”
Vero, tutto vero. Quando erano usciti gli spot per Italian Dancin Talent, Giulietta aveva subito manifestato interesse, essendo stata un’ottima allieva della scuola di ballo Santamarta, e aveva proposto ad Alvise di iscriversi al contest. Alvise aveva chiarito il suo parere senza lasciare zone di ombra: no. Lui non sapeva ballare, non voleva imparare, e non voleva che sua moglie partecipasse con un altro uomo, perchè si sa che balla oggi, balla domani, si finisce a letto.
“Si, ti ho promesso di non farlo e poi l’ho fatto. Perchè il premio finale è di cinquantamila euro, venticinque noi e venticinque Lorenzo. A noi servono, e a lui pure perchè vuole comprarsi una Lamborghini Diablo da 200mila euro e 25mila sono la prima rata. “
“ Quel verme schifoso or vado giù e lo ammazzo e tu intanto fai le valigie e sparisci!”
Giulietta sospira. “ Allora. Ti fai furbo? Io e Lorenzo balliamo e basta. Cioè, uno che vuole buttare 200mila euro per una macchina, un imbecille. Ma a noi servono quei soldi. Per la palestra. Per comprare nuovi attrezzi, magari mettere l’aquagym. Per te lo faccio, cretino. Non ho nessun amante perchè ho te, che sei l’amante perfetto. E tu adesso puoi credermi, fartene una ragione, accettare che parteciperò a questo cavolo di talent, e anzi finalmente potremo provare in palestra da te invece che alla dolceria. Oppure puoi non credermi, andare a rompere il naso a Lorenzo, perdere l’inquilino dopo tutta la fatica che abbiamo fatto per mantenerlo, e dato che io di qui non mi muovo, trasferirti in un residence carissimo, portarti via i vestiti poco per volta, non avere più sky e netflix, litigare coi tuoi e vedere Natasha e Dimitri due week end al mese e quindici giorni d’estate. Scegli.”
Giulietta e Alvise si fronteggiano, e per una di quelle magiche ellissi che intrecciano la vita dei fratelli e delle sorelle, in quello stesso istante Stella Marina fronteggia Lorenzo, che sta infilando la chiave nel portone.
“Fermati un attimo, bastardo, che ti devo parlare.”
La stupefazione si abbatte su Lorenzo, di fronte a quella fanciulla vagamente fatata che lo aveva sempre guardato con manifesta adorazione, imbarazzo, desiderio, struggimento e mai come se volesse conficcargli un’ascia nel cranio, come invece sta facendo in quel momento, ben visibile alla luce della lampada appesa sopra il portone.
“Scusa?” bofonchia, ancora molto incredulo.
“ Sei contento, adesso?” Stella Marina alza una mano a indicare le finestre del primo piano, dietro cui continuano a passare le ombre. “ Sei soddisfatto? Di aver distrutto una famiglia? Adesso Giulietta e Alvise divorzieranno, e Natasha e Dimitri cresceranno con un casino di problemi, e tutto per colpa tua, maledetta merda!”
Ah no. Lorenzo non è disposto a farsi chiamare maledetta merda. No no. Va bene tutto, ma maledetta merda no. Prende Stella Marina per le spalle e la scuote leggermente.
“ Sei pazza? Non ho distrutto niente! E’ quella testa di patata di tua cognata che non ha voluto dirlo a suo marito! Io lo avrei detto a tutti! Non mi piace fare le cose di nascosto!”
“Ah certo!” Stella Marina si divincola e fa un passo indietro. “Certo! Tu lo avresti detto a tutti, che sei l’amate di mia cognata! E come no! Non ti piace fare le cose di nascosto, le mogli degli altri preferisci portartele a letto alla luce del sole!”
Per un attimo, il giardino notturno è attraversato dall’immagine caraibica di un grande letto matrimoniale con candide lenzuola, su una spiaggia assolata, occupato da Lorenzo e una moglie altrui, ma è solo un soffio, poi la realtà la schianta.
“ Ma quale amante, quale letto! Balliamo e basta! Non so cosa vi ha raccontato lei, ma non c’è assolutamente niente, fra noi. Non vado con quelle sposate. L’ho fatto una volta, da ragazzo, e ho passato tanti di quei casini che mai più!”
Una minuscola parte di Stella Marina vorrebbe farsi raccontare la storia di quella volta e dei casini, ma tutto il resto del suo pensiero cosciente si concentra sull’essenziale.
“Ballate? Come ballate?”
“ Bene! Balliamo molto bene, se vuoi saperlo, e speravano di vincere “Italian Dancin Talent”! E adesso andrà tutto a puttane!”
“Vi vedete di nascosto per ballare? “
“Si! Il premio è di cinquantamila euro! “
Il sollievo è troppo, e troppo grande. Esattamente come un’eroina dei Romanzi Rosa Salani, Stella Marina si lascia travolgere, e scoppia a piangere, e farfuglia cose tipo: scusami, credevo, pensavo, mi dispiace. E come forse sapete, ci sono uomini su cui il pianto ha un effetto irresistibile. Se la ragazza carina piange, loro non resistono. E Lorenzo non resiste.
Un paio d’ore dopo, quando ormai tutto il resto di Via delle Magnolie 11 dorme, chi beatamente, chi un filo nervosamente, Alvise è fermo davanti al frigorifero aperto, incerto se fare lo spuntino con l’ultima fetta di torta, o le ultime alette di pollo piccanti. Nessuno di quei cibi è stato confezionato in quella cucina, ma il punto essenziale, per Alvise, è che si trovano in quella cucina. Sono lì, nel suo frigo di casa sua, e lui tra poco mangerà uno o entrambi seduto al caro tavolo della cucina, dentro uno dei piatti che conosce tanto bene. E poi tornerà nel suo letto con il piumino che conosce tanto bene, accanto a sua moglie, con cui si è appena eroticamente riappacificato. Non ha preso quella spaventosa sliding door che porta al residence. E’ rimasto a casa, circondato dalla sua vita.
Con un grande sospiro di soddisfazione tira fuori le alette, perchè è un personal trainer, e lo sa che gli zuccheri di notte sono una mannaia, e le scalda nel microonde. Dopo averle spolpate, torna a letto, ma lungo la strada si ferma a prendere il portatile che sta sul tavolino basso del soggiorno.
“Giuli, fammi un po’ vedere sti qua che ti preoccupano.. come si chiamano?”
Giulietta lo guarda, e sa di avere un nuovo alleato. D’ora in poi, Alvise combatterà con lei la battaglia del ballo.
“Loris e Mikela, si chiamano,” dice, e accende il Mac. “ Guarda che rumba!”
L’orribile suono di un campanaccio da mucca strappa Stella Marina a un sonno agitato e frammentario. Quando l’uomo che ami senza sosta da mesi finalmente ti bacia, è difficile che segua una notte placida, e lei si era finalmente addormentata soda verso lei cinque. Perchè suonavano le mucche, alle.. guarda la sveglia..le sette meno dieci?
Si alza traballante e arriva in cucina, dove la nonna sta agitando con mal riposta energia un campanaccio da mucca, veramente.
“Sveglia! Sveglia pigrone! E’ lunedì mattina! Al lavoro!”
“Nonna! avevo messo la sveglia alle sette e mezza..”
“Ma che sveglia e sveglia! Quelle basta che finisce la pila e restate addormentate! Claudia già lo sa, che ci penso io!”
E Claudia arriva anche lei, torva, e senza dire una parola mette su la caffettiera da sei.
“Bene.” Maddalena guarda quelle due zombie malamente abbigliate con vecchie tshirt e leggins sformati.
“Non ce l’avete una camicia da notte decente? Come pensate di tenervelo un marito, se di notte vi trova nel letto così?”
“Non ce l’abbiamo un marito,” bofonchia Stella Marina. Claudia ha smesso da tempo di rispondere a sua nonna al mattino.
“E infatti! E non lo troverete!”
Con questa confortante profezia la nonna se ne va in bagno a prepararsi per il video, e le cugine restano sole.
“Non me l’avevi detto, del campanaccio,” accusa Stella Marina, tirando fuori la scatola dei biscotti.
“ Ci sono tante cose che non ti ho detto..”
“Claudia. Senti. Ieri sera è successa una cosa.”
“Tipo?”
“Tipo che Lorenzo mi ha baciata.”
Claudia si sveglia di colpo. Fa l’occhio spiritato e bisbiglia.
“Giura! E quando!”
Stella Marina le fornisce un accurato resoconto dei fatti. Se pensate che tralasci la parte che riguarda Giulietta e la gara di ballo, è perchè non conoscete i Boscolo. Claudia trasecola e commenta il giusto, ma brevemente, perchè il fatto del giorno è un altro. E quando la nonna esce dal bagno vestita e truccata di tutto punto, loro due sono alla seconda tazza di caffè e stanno esaminando le possibili conseguenze del bacio.
“ Ma dopo? Siete saliti da lui?”
“No. no. Anzi, sono scappata via. Cioè, già mi sento abbastanza in colpa così. “
“ Non è un problema di colpa, è un problema che non devi andare a infognarti nel ruolo della seconda scarpa.”
“Che scarpa?”
“ L’uomo tiene il piede in due scarpe? Okay, ma nessuna di quelle scarpe devi essere tu. Noi dobbiamo essere l’unica scarpa, Stemarì.”
Stella Marina annuisce. “ Lo so. Hai ragione. In più, non mi va, cioè io la conosco Ludovica, abbiamo pure mangiato insieme.”
“ Che c’entra.”
“C’entra. Non va con il ragazzo di una che avete mangiato insieme.”
“Si vabbè. Comunque, il punto è che se lui ti vuole, deve rompere con Ludo. Prima. Guardami bene: prima. Finchè non rompe, neanche più mezzo bacio. Chiaro? Cioè dev’essere proprio una barriera corallina che metti.”
“ Si. Una barriera corallina.”
E’ a quel punto che entra nonna Maddalena, in nero con jais, e due inverosimili ombre violacee sotto gli occhi.
“Ragazze, una di voi due prima di uscire può girare il video in cui avveleno l’altra? Facciamo una cosa veloce, che voglio postare prima delle nove. “
Qualcuno aveva visto. Anche se tutte le finestre di via delle Magnolie 11 erano buie, e solo qualche pettirosso insonne sfringuellava nella notte, qualcuno aveva visto Lorenzo che sospingeva gentilmente la piangente Stella Marina contro il muro della casa, e la baciava stringendola a se. Questo qualcuno stamattina riflette accendendo il bollitore. Sono le sette, e mentre sua figlia e sua nipote al terzo piano prendono il caffè, Jolanda, perchè il qualcuno è lei, si prepara il primo tè della giornata. Come la signora Ramotswe e la signorina Makutsi in Botswana, crede nel potere corroborante della bevanda, e la utilizza per puntellare i momenti difficili. Questa settimana comincia male, pensa, mettendo una tazza per Giuseppe sulla tovaglietta a disegni provenzali. Tra poco anche suo marito la raggiungerà per la colazione, e poi usciranno insieme, diretti al comune posto di lavoro: la Brioschi. Si, anche i coniugi Boscolo fanno parte del personale di quella che è di fatto la più importante azienda di Bellariva Lago, detta brevemente Bellariva (ex Rubèria, ha cambiato nome). Entrambi lavorano in mensa, lui cuoco e lei cameriera, ed è lì che si sono conosciuti trent’anni fa. Per il momento, però, Jolanda è sola in cucina, e come sua abitudine condivide i suoi pensieri con gli oggetti inanimati che la circondano.
“Non basta che sia arrivato quello con la sua piantina dell’alloggio ” borbotta alla zuccheriera, mentre la posa sul tavolo. “ adesso ci si mette pure Stella Marina a mischiarsi con quel figlio di buona donna che lo so io.”
E lo sa lei perchè la cameriera di una mensa aziendale, se ha occhi e ha orecchie, è in grado di valutare al millimetro i dipendenti. Vede quelli che fanno i provoloni con tutte, vede quelli misurati e cortesi, vede quelli che buttano nel piatto stuzzicadenrti spezzati, quelli che mangiano sempre con gli stessi amici e quelli che saettano sguardi in cerca delle nuove assunte. Lorenzo Bonvicini appartiene alla categoria Provoloni Saetta Sguardi. E nessuna madre degna di questo nome vede con piacere sua figlia che si bacia in giardino con un Provolone Saetta Sguardi che per di più è fidanzato con la figlia del Sindaco e per ancora di più è il loro inquilino, in un ecosistema che già traballa per colpa di quei cretini della Starbucks i quali
“Vogliono aprire in Italia che proprio vorrei saper che ce ne facciamo del loro risciacquo dei piatti noi che abbiamo il caffè Brioschi!”
Senza farci caso Jolanda ha alzato la voce, e Giuseppe che la raggiunge in cucina proprio in questo momento, tutto lindo e pinto, sobbalza.
“Jole! Con chi ce l’hai?”
“Con tutti,” taglia corto la moglie. “ Sbrigati, che facciamo tardi.”
Via delle Magnolie 11
Quando un uomo ha appena baciato senza intenzioni serie la figlia del suo padrone di casa, e danza di nascosto la bachata sensual con la nuora del suo padrone di casa, sente traballare parecchio la sua posizione di inquilino, e così oggi in mensa Lorenzo si defila. Preferisce evitare scambi di opinioni con la moglie del suo padrone di casa. E’ di pessimo umore, e molto preoccupato. In mattinata Giulietta gli ha mandato un messaggio succinto : “Tutto ok tranquillo”, ma lui non si fida di Giulietta, una donna prepotente che gli grida contro e non subisce affatto il suo fascino. E’ una sconsiderata incapace di prudenza, e comunque non è affatto detto che il messaggio glielo abbia veramente mandato lei.
Non sono mica scemo, pensa. Li ho visti, quei thriller americani. Quelli in cui il marito sottrae il cellulare alla moglie mentre dorme, e invia all’amante un messaggio che si rivela una trappola mortale. Alvise le ha, le chiavi di casa mia. Stasera rientro, e lo trovo seduto in penombra nel mio salotto, con intenzioni omicide o perlomeno di menarmi molto forte. Alvise è grande, grosso e fa il personal trainer. Devo mettermi in sicurezza.
Mangiando senza gusto lo spezzatino coi piselli che per fortuna gli ha servito Liana, la collega di Jolanda, Lorenzo prende il telefono e chiama Ludovica.
“Ciao amore, come va?”
“Lorenzo! Topino!”
“Sei in ufficio?” chiede lui, che non ama essere chiamato topino in presenza di altri.
“ Si ma sono sola! Ho appena rifiutato di ridiscutere un mutuo! E il tipo è uscito che quasi piangeva, pensa te! “
“Brava. Senti, vieni a cena da me, stasera?”
“Si! Certo! “
“E ti fermeresti anche a dormire?”
Ludovica trasecola ed esulta. E’ la prima volta che Lorenzo le chiede di fermarsi da lui. A volte è successo, ma sempre di sabato, e in modo casuale, lei era lì, e lì restava. Ma questo è un invito!
Non sarebbe contenta, se sapesse che l’invito è dovuto alla speranza che, se lui non è solo, Alvise si trattenga dal compiere atti violenti, e quindi Lorenzo la usa come una specie di giubbotto antiproiettile umano. Ma sono tante le cose che, se non le sappiamo, non ci fanno male, e Ludovica è contentissima. Stasera, pensa, lascio lì spazzolino, pigiama e pantofole. Il primo passo!
Ludovica e Stella marina arrivano più o meno insieme al numero 11 di via delle Magnolie, stasera. Stella Marina è in bicicletta, Ludovica ha parcheggiato la sua piccola Mercedes a cinquanta metri, e si avvicina di buon passo, dondolando vistosamente una Keepall Bandouliere di Vuitton da 1450 euro, in cui ha stipato spazzolino da denti, dentrificio, camicia da notte La Perla da 184 euro, e babbucce di cachemire Loro Piana da 510 euro. Quando una donna dondola più di duemila euro da una mano e le chiavi di una Mercedes dall’altra, è inevitabile che mostri una certa sicurezza, e così Ludovica trilla più che mai vedendo Stella Marina. E tanto per informarvi, Ludovica è scema, ma non completamente. Ha preso atto del fatto che il suo adorato vive in una palazzina a conduzione familiare, e che nella famiglia sono comprese una rossa fatata nonchè una bruna spessa ma sexy. E ha scelto la tattica dell’inclusione, anche detta la micidiale tattica dell’inclusione. Io faccio l’amicona, così le tengo d’occhio.
“Ciaoooo! Come va?!”
Stella Marina non risponde subito, ipnotizzata alla vista di quella che è, senza dubbio, una borsa da pernottamento. Perchè l’altra borsa, quella da “stasera esco ma poi torno a casa”, ovvero una piccola Prada da 470 euro, pende modesta dall’altra spalla. Si ferma! Stanotte si ferma! Ieri sera Lorenzo mi ha baciata, e stasera lei si ferma! Sono stata soltanto un momento di abbandono primaverile!
“Bene, tutto bene. Benissimo. Tu?”
Ludovica sorride: “ A posto… ci vediamo… tu a che ora entri, al mattino?”
“ Alle otto. Perchè?”
“ Ah.. peccato. Io alle nove. Se no, visto che andiamo nella stessa direzione, domattina potevo darti un passaggio… Oh! Ciao amore!”
Ludovica e Stella Marina si accorgono nello stesso momento che Lorenzo ha fatto capolino dal portone.
“Ludo! Ti aspettavo. Vieni che saliamo insieme.” Breve pausa, poi l’aggiunta. “Oh, ciao Stella Marina come va?”
Ludovica entra. Stella Marina appoggia la bicicletta alla cancellata, e si ferma un attimo a prendere fiato. Non se la sente di entrare e salire, non adesso che per amore di quell’uomo crudele ha rinunciato al conforto di una casa, barattandolo con una cameretta in casa di una deviata mentale, sua nonna. L’ha visto oggi, il post del video in cui Natasha è abbandonata sul tavolo della cucina, accanto a una scatola di cereali, con la lingua di fuori e un nastro violetto attorno al collo, e Maddalena china su di lei sussurra sepolcrale: “ Non ho mai chiesto di diventare bisnonna.” I follower sono 243.000 adesso. E lei non ha voglia, non ha proprio voglia, di cenare con lei. Sole, visto che Claudia tanto per cambiare sta fuori. Oltre a tutto, è una delle poche nonne al mondo che non sa cucinare. Per stasera è previsto un minestrone che sarà sicuramente acquoso e pieno di verdure che nel minestrone non ci devono stare, tipo i peperoni. No. Non salgo. Sono triste, e non ho più una casa.
Stella Marina china la testa fra le ginocchia, osservata con interesse da molti inquilini di Via delle Magnolie 8. E mentre sta lì, troppo scoraggiata perfino per pensare, una mano si posa sui suoi capelli e una voce gentile, sia pure con una punta di durezza, le dice:
“Ehi. Che c’è? Stella Marina? Stai bene?”
“No, non sto bene, “ Stella Marina risponde senza alzare la testa, tanto ha riconosciuto la voce, e non ci tiene a vederlo in faccia.
Gabriele si accovaccia accanto a lei, senza badare al suo elegante soprabito blu che striscia sul marciapiede.
“Cos’hai? Un calo di zuccheri?”
“Che ti frega?”
“ Hai avuto un incidente con la bici?”
“No, ho avuto un incidente con la vita. “
“Grave?”
Lei alza gli occhi e lo guarda, poi sospira: “Non lo so, ma credo di sì. Lo capirò fra un po’. Io le cose non le capisco mai subito.”
E se questo è un modo per dire: “ Ad esempio, che tu potevi essere l’amore della mia vita l’ho capito solo dopo che ci eravamo lasciati, e senza possibilità di recupero. “, Gabriele non coglie, alza le spalle a indicare che sono solo chiacchiere, e le tende una mano.
“Dai, alzati. Qualunque cosa sia successa, non la risolverai stando seduta per terra.”
Stella Marina non si alza, e lo guarda male. “ Tu che ci fai qui?”
“ Devo vedere tuo fratello.”
Oh no. Brivido. Questo è l’inizio della fine. Alvise vuole divorziare. Crede che Lorenzo e Giulietta siano amanti traditori. Non l’ha convinto, la storia del ballo. Oh no no. Devo fare qualcosa.
Stella Marina si alza di scatto, e afferra un braccio di Gabriele, trascinandolo verso il portone. “Dai. Saliamo. Vengo con te. Devo parlare ad Alvise prima che sia troppo tardi.”
“Troppo tardi per cosa?” Entrano e iniziano a salire le scale, lei davanti, piena di energia salvifica, lui dietro, perplesso.
“Per il divorzio.”
“Divorzio? Mi ha parlato di un inquilino..”
“Appunto.”
Gabriele rinuncia a capire, ha frequentato i Boscolo abbastanza da saper che sanno ingrovigliare anche faccende semplici, e aspetta di parlare con Alvise, che ha già aperto la porta, e sta sulla soglia con Giulietta, teneramente appesa al suo braccio.
Teneramente appesa al suo braccio? Stella Marina li guarda confusa, e in quello stesso momento purtroppo arrivano sul pianerottolo anche Lorenzo e Ludovica.
Come mai? Come mai visto che erano entrati almeno dieci minuti prima?
Prima di saperlo, bisogna fare un salto a Bridgeton, nel New Jersey.
A Bridgeton, nel New Jersey, siamo nel primo pomeriggio, e Antonia Capece nata Ballarin sta bussando energicamente alla porta di sua figlia Nancy, che vive nell’altra metà di villetta bifamiliare. In questo momento Nancy sta parlando al telefono con suo marito Angus McDermott, di chiare origini scozzesi, capo elettricista di una emittente televisiva, al momento impegnato nel Maine. Angus non lo incontreremo mai di persona, probabilmente, ma è da lui che Jeremy ha ereditato tutto quell’arancione.
Quando Nancy chiude la telefonata e va ad aprire, sua madre ha le sopracciglia unite in un unico ciglio minaccioso.
“Qua c’è qualcosa che non va, stammi bene a sentire.”
Poco prima, infatti, Antonia ha chiamato suo nipote per avere notizie precise sull’appartamento. E’ vivibile? Si trova bene, geremi? C’è l’acqua corrente, o ancora vanno al pozzo, quelli? Jeremy l’aveva rassicurata, era sistemato benissimo, la mansarda era deliziosa, unica cosa, forse nonna aveva fatto confusione perchè l’alloggio suo era al quarto e non al secondo piano.
“ Io non ho fatto nessuna confusione, Nancy. Nonno Florindo mi ha lasciato l’appartamento sito al secondo piano della palazzina in via delle Magnolie 11 a Bellariva Lago. Che c’entra la mansarda?”
Nancy sta preparando un concentrato di sedano e mela verde, il suo concetto di spuntino.
“ Ma che ne sai, mà! Con questi testamenti, non si capisce mai niente… sarà un codicillo.”
Antonia guarda con disgusto quella decerebrata di sua figlia. Ha preso tutto dal padre, il defunto Carmine Capece.
“Nancy. Senti a me. Io ho ereditato l’alloggio al secondo piano. Punto. Bisogna che qualcuno vada giù in Italia a vedere che caspita succede.”
“C’è Jeremy in Italia. Può vederlo lui, che caspita succede.”
“ Quelli sono furbi. Lo fregano. Ci vuole una donna, e tosta pure. Hai qualche idea?”
Ignari della donna tosta che potrebbe piombare fra loro, i sei del pianerottolo si fronteggiano, tutti variamente emozionati, tranne Ludovica che non capisce niente e che è comunque responsabile dell’incontro. Infatti quando è entrata nel portone, invece di salire subito come Lorenzo avrebbe voluto, ha preteso di andare in giardino ad ammirare il chaenomeles carico di fiori rossi. E anche la forsythia carica di fiori gialli, e altre piante del piccolo giardino condominiale. Questa ammirazione botanica aveva richiesto quasi un quarto d’ora, durante il quale Lorenzo aveva tremolato come una crème caramel. E se arriva Alvise? Ma finalmente Ludovica si era placata, ed erano saliti: lui avrebbe voluto prendere l’ascensore ma l’insopportabile guastafeste aveva trillato qualcosa tipo “Ma no che ci fa bene fare le scale!” ed era partita due gradini alla volta.
A dimostrazione che fare le scale non fa affatto bene, eccoli lì, sul pianerottolo del primo piano, di fronte ad Alvise, Giulietta, Stella Marina e un tipo in blu con l’aria rapace.
Alvise è il primo a reagire. Si avvicina a Lorenzo agitando un dito con fare scherzosamente minaccioso.
“Eh eh.. credevate di fregarmi, eh? Ma il diavolo fa le cose.. le pentole, e niente coperchi… “
Tutti nella vita ci siamo chiesti come mai il Diavolo, questa persona così potente, abbia trascurato di produrre anche una manciata di coperchi, ma non è questo il momento di cercare una risposta, perchè Stella Marina si butta avanti impetuosa e cerca di fermare il fratello.
“Aspetta! Non hai capito! E’ solo.. un concorso di ballo! Lorenzo e Giulietta ballano e basta!”
“ E allora? Tu che ne sai? Tu che c’entri? Quand’è che impari a farti gli affaracci tuoi?” Alvise vorrebbe prendere a spintonate sua sorella come faceva quando avevano rispettivamente dieci e sei anni, ma sa che da grandi non si può.
“ No.. io…” Stella Marina si rende conto di aver miserabilmente toppato. Alvise ha creduto a Giulietta, non ha nessuna intenzione di divorziare, vuole vedere Gabriele per qualche altro motivo che chissà qual è, e adesso il vero problema è Ludovica, che li sta guardando con la bocca aperta, e non è una bella immagine.
“Lorenzo e Giulietta cosa? Che ballo? Cosa state dicendo?”
“Niente, amore.. vedi… è una sorpresa.. volevo farti una sorpresa.. ehm.. Giulietta e io ci siamo iscritti a Italian Dancin’ Talent, e siamo arrivati in semifinale…”
“Semifinale! Quindi tu da mesi mi inganni! Ecco perchè sfuggi sempre come una biscia nel prato! Per andare a ballare con lei! E tu..” si rivolge con un balzo felino a Giulietta, che attende placida, sempre appesa al braccio del marito. “Tu! Che ti fingevi mia amica! Sei una..”
“Alt.” Giulietta mette una mano sulla bocca di Ludovica, che tenta inutilmente di morderla. “Non dire cose di cui poi ti pentiresti. Si, ti ho, ti abbiamo mentito. Si, Lorenzo e io ci siamo iscritti a Italian Dancin Talent, e ci alleniamo di nascosto. Ma c’è un motivo. Molto importante. Che ti riguarda.”
Alle spalle di Ludovica, Lorenzo fa gli occhiacci a Giulietta. Non dire cazzate, la implorano quegli occhiacci. Ma Giulietta ha intenzione di divertirsi un po’.
“ Il premio, Ludovica. Questo è il motivo. Cinquantamila euro, se vinciamo. Venticinquemila a me, e venticinquemila a Lorenzo. E sai perchè lui vuole vincerli, quei venticinquemila?”
Alvise non capisce. Come è possibile cha sapere che lo scopo di tutto questo è comprarsi una Lamborghini Diablo possa placare Ludovica? In base alla sua esperienza, le donne non apprezzano questo tipo di acquisti.
“Per sposarti, Ludo. Perchè vuole essere all’altezza. Tu sei la figlia del sindaco, e tua madre è una donna immensamente ricca. Lorenzo ha il suo stipendio, buono sì, ma niente di strepitoso. E lui vuole avere di più, per darti di più. Ecco perchè da mesi si sottopone a sfiancanti sedute di ballo. Perchè ti ama, solo per questo.”
Stella Marina sente il suo cuore raggomitolarsi in un angolino, e un affanno di cotone chiuderle la gola. La sposa. Tutto è perduto. Senza sapere quello che fa, stringe fortissimo la mano di Gabriele, e non si accorge dello sguardo che Lorenzo lancia a Giulietta mentre Ludovica lo abbraccia dicendo parole incoerenti. Quello sguardo è una promessa: te la farò pagare. E cara.
Quando l’assembramento sul pianerottolo si disperde, Gabriele entra finalmente in casa di Alvise, e si siede con lui e Giulietta in soggiorno, ma prima che possa iniziare a capire perchè è lì, vede passare Natasha, Dimitri e una scala a pioli di alluminio.
“Bambini! Dove andate con quella scala?” chiede Giulietta.
“Da nonna,” risponde Natasha. “Deve ammazzare Dimitri.”
“Ah, okkei. Mangiate da lei?”
“No!” strilla Dimitri. “ Ci fa la pasta a colla!”
“Prendo le pizze,” propone Alvise. “Fermati pure tu, Gabri.”
Sistemata così la questione cena, e dopo qualche convenevole, Alvise viene al punto.
“Abbiamo un problema, e ho bisogno del tuo consiglio.”
Gabriele annuisce. Ha l’impressione che i problemi siano più di uno: ad esempio, Stella Marina immischiata con quell’imbecille che balla con Giulietta ed è fidanzato con la figlia del sindaco. La cosa non lo riguarda e non gli interessa, però accidenti quella ragazza proprio non li sa scegliere, gli uomini.
“ Sai l’alloggio del secondo piano? Quello affittato? Ecco. In teoria quell’alloggio sarebbe di una nostra cugina che vive in America… “
“ Non esiste la proprietà teorica.”
“ Si, ecco.. sarebbe suo ma di fatto lo stiamo affittando noi da dieci anni. Lo abbiamo messo a posto e lo affittiamo, solo che a lei non lo abbiamo detto. Vorrei sapere se è un reato.”
Gabriele lo fissa un istante.
“Magari, fosse un reato.”
“In che senso?”
“Nel senso che sono almeno tre. Vuoi che te li elenchi?”
Alvise scuote la testa e si alza. “Quando torno con le pizze. Tu come la vuoi?”
“Nonna ma se cado davvero?”
“ Certo che cadi davvero. Ti prende zia.”
Maddalena sposta il piede del nipotino sul gradino più alto della scaletta, conferendogli una estrema precarietà. “Natasha passa il martello a nonna, da brava. “
Natasha porge il martello a sua nonna, che per l’occasione ha messo la pelliccia di rat mousquet che era di sua madre, e che da decenni si sfalda indisturbata in una custodia di cellophane, circondata da antica naftalina.
“L’assassina con la pelliccia di ramuskè!” annuncia felice, impugnando il martello.
“Cosa sarebbe sto ramuskè?” chiede Claudia, incaricata delle riprese col telefonino. A Stella Marina spetta il dubbio compito di acchiappare Dimitri quando cadrà.
“Topo,” risponde sua nonna. “Sei pronta? Vado!”
E sogghignando sinistra in una pessima imitazione di Vincent Price, Maddalena assesta una martellata violenta alla scala.
Terminato l’omicidio di Dimitri, e mangiata la pasta a colla, Claudia e Stella Marina controllano che l’esausta Nonna Assassina sia a letto tranquilla, con una tisana sul comodino e la tele accesa su una replica di Topazia scovata su Tele Vescovi, e scendono a fumare in giardino. Normalmente fuma soltanto Claudia, ma Stella Marina ha deciso che questa è la sera giusta per iniziare.
“ Cioè, io credevo che fosse l’amante di Giulietta,” sta finendo di raccontare a sua cugina, “e invece vuole sposare Ludovica.”
“Mah.” Claudia fa una gran boccata, e fissa la luna.
“Mah cosa?”
“Che ne sai. Tu credi a tutto quello che dice Giulietta? Io no.”
“ Perchè avrebbe dovuto inventarsi una cosa del genere?”
“Perchè ha i capelli azzurri? Perchè manda in giro i suoi figli vestiti da pelouche? Perchè non lavora? Ci sono un casino di cose che non si capiscono, in quella ragazza.”
“Lo lascio perder, Cla? Cioè, a parte tutto, non mi ha neanche guardata, quando ci siamo visti prima. Cioè, non esistevo proprio, per lui.”
“ E Gabriele?”
“Gabriele cosa?” Subito irritata. Se fino a pochi mesi prima anche solo sentir nominare Gabriele la faceva piombare nel languore, adesso tutto ciò che lo riguarda la irrita, è ortica per lei.
“ Da come mi hai raccontato, era tenero, con te.”
“ Claudia. Lascia perdere, okay? Sono già abbastanza incasinata con Lorenzo. Non tiriamo in ballo pure Gabriele.”
“ Non esce con nessuna, in questo periodo. C’è Lucrezia Barella dello studio Bigotti e Barella che lo tampina da matti ma lui niente. Ed è pure figa. “
“Non mi interessa. “
Claudia sta per replicare, ma in quel momento vedono arrivare qualcuno che apre il cancello e viene verso di loro.
“Ciao!” lo saluta Claudia, agitando per aria la sigaretta. “Come va?”
“Ehi, ciao ragazze.. stanco morto. Primo giorno di lavoro. Milano è.. faticosa. E voi? Tutto bene?”
I tre iniziano una blanda conversazione, Jeremy in piedi, con l’aria di voler al più presto entrare e raggiungere le comodità che lo aspettano lassù, quelle che una volta aspettavano Stella Marina: il bollitore rosso, il frigo pieno, la coperta patchwork, uno scaffale pieno di thriller, la tele davanti al divano.. persa in questi rimpianti, solo dopo un po’ si accorge che Claudia le sta piantando ripetutamente un gomito in un fianco. Tump tump tump. Accorgersene e capire perchè è tutt’uno. Non si è cugine da sempre per nulla. Con un vistoso quanto falso sbadiglio, Stella Marina si alza dal gradino su cui era seduta, e annuncia:
“Vado su, ora di dormire. Notte..”
“Notte… lascia aperto così non suono.” Claudia rivolge un sorriso misterioso a Jeremy, e batte leggermente sul gradino accanto a lei.
“Siediti qui un attimo, e raccontami tutto. Come ti è sembrata, l’autostrada?”
Eccola qui, la sliding door di Jeremy. Si siede o non si siede?
Intanto, all’altro capo dell’oceano Atlantico, nell’ormai familiare cittadina di Bridgeton, Nancy sta parlando al telefono con Angus, suo marito, circondato da grossi cavi in uno studio televisivo del Maine.
“Capisci? Non ci posso mandare mamma. Ha 83 anni e una protesi all’anca.”
“ Capisco, tesoro.”
“ Abbiamo parlato con Debra Lou, ma dice che lei non è la schiava di nessuno.”
“Ha ragione, tesoro.”
“E quindi ci devo andare io. Devo andare in Italia, Angus. Perchè forse i parenti italiani ci stanno imbrogliando.”
“E’ normale, tesoro. “
“Non ti dispiace, vero?”
Angus riflette un attimo. “No. Direi di no. Torni presto?”
“Speriamo. Con l’Italia non si sa mai.”
A breve distanza da via delle Magnolie c’è un grande viale di tigli, che attraversa la maggior parte di Bellariva, e arriva fino al lago dell’Ondina. E’ viale Segretari del PCI, e proprio a metà c’è la palestra GYM LIFE, il piccolo regno di Alvise, dove in questo uggioso pomeriggio di aprile si fronteggiano, per una sommaria resa dei conti, Giulietta e Lorenzo. E’ il giorno seguente a quello molto turbinoso in cui la faccenda di Italian Dancin’ Contest è diventata di pubblico dominio, e Lorenzo si è trovato, senza averne la minima intenzione, impegnato a sposare Ludovica.
“Togliti subito dalla testa l’idea di uno scherzetto,” gli sta dicendo Giulietta, minacciosa. E’ pronta per provare il paso doble, e infatti indossa un’ampia gonna a volant, che agita stile Carmen quando ha i nervi, ma l’effetto è un po’ guastato dai capelli azzurri.
“Che cazzo ti è passato per la testa, si può sapere?” Lorenzo cerca di essere altrettanto torero, ma non ce la fa, l’ingegnere di provincia in lui prevale sempre. “ Lo sai benissimo che voglio prendermi la Diablo, e non sposare Ludovica. Tu me la paghi, vedrai.”
“ E cioè? Cosa vuoi fare, toppare la semifinale? Preferisci uscire piuttosto che vincere? Quanto sei imbecille, Lorenzo. Ieri la priorità era mettere tutti tranquilli, a cominciare da Alvise. Mica hai firmato un contratto. Non vuoi sposarla e vuoi comprarti sta macchina della malora? E fallo. Molla Ludovica, e comprati la Diablo. Ma non farmi perdere tempo. Paso doble.”
“E già, è facile parlare, per te. Ma sono io quello che si è già sorbito un elenco di possibilità per la lista nozze!”
“Uffa! Vinciamo, sali su quella tua Lamborghini, e scappa.
Forza! Paso doble!”
Mentre Lorenzo e Giulietta si impegnano sulle note di “Guitarra espanola”, è arrivato per noi il momento di sollevarci nel vento e sorvolare la penisola, per fare conoscenza con i loro più temibili rivali, quei Loris e Mikela già più volte citati. Coppia sul parquet e nella vita, Loris e Mikela vivono nella bella città di Termoli, dove possiedono di comune e amorevole accordo una panetteria. Anche loro hanno ceduto al richiamo di questo concorso, organizzato per lanciare Sky Dance. Il nuovo canale tematico di Sky inizierà ufficialmente le trasmissioni proprio con la serata finale del concorso, quella in cui quattro coppie si sfideranno live, dopo mesi in cui sono state giudicate in base ai video inviati, e sottoposti alla votazione di 150 esperti. Ma la coppia dei vincitori sarà decisa dal televoto, secondo il più classico degli schemi talent. E Giulietta trema, così come trema Mikela, nella sua profumata panetteria.
Gli otto semifinalisti hanno avuto la possibilità di vedere i video dei rivali, inviati dalla redazione per creare tensione e ansia nei concorrenti, e tensione e ansia hanno creato.
“Quella è feroce, Loris,” sta dicendo Mikela, mentre estrae dal forno una teglia di pizza ai friarielli.
“Ma noi c’abbiamo il voto organizzato, Miki.”
“Potrebbe non bastare. Dobbiamo studiarci qualcosa.”
Si è seduto. E adesso si maledice, povero Jeremy, che non è arrivato in Italia da neanche 48 ore e ha già tradito Debra Lou. Lo sapeva, lo sapeva che doveva stare alla larga dalla cugina Claudia! E allora, se lo sapeva, perchè non l’ha fatto? Perchè si è seduto su quel dannato gradino? E perchè, quando lei ha sussurrato, “Saliamo da te” non ha opposto un cortese rifiuto, adducendo a pretesto la stanchezza e i residui di fuso orario? E adesso? Come se ne tira fuori, che ce l’ha al piano di sotto, la tentazione? Sa che sarebbe stato meglio non tornare a casa, stasera, e fermarsi a dormire a Milano, anzi, forse la cosa migliore sarebbe trasferirsi proprio a Milano, e non tornare più in quella pericolosa mansarda che tra l’altro probabilmente non è neanche l’appartamento di sua nonna. Ma chi se ne frega. Non mi importa se non è l’appartamento giusto, pensa Jeremy parcheggiando all’autogrill di Novara per una breve sosta ristoratrice. Mi piace, e anche Claudia mi piace, e che male faccio a Debra Lou, visto che lei non lo saprà mai, e fra sei mesi torno a casa? Questa è un’altra vita, che non c’entra nulla con la mia vita a Bridgeton. Loro sono là, e io sono qua.
Ed è lì che si sbaglia, come sta per scoprire. In quell’istante preciso gli arriva l’impellente suono di un messaggio, e il messaggio è di sua madre. “Arrivo giovedì poi ti spiego vieni a prendermi a Malpensa ore 18 credo locali ti faccio sapere.”
“ Com’è che oggi è tutto il giorno che hai la faccia da Biancaneve?” chiede perplesso Gabriele. “Ti manca solo il fiocchetto rosso in testa. Che ti succede, Claudia?”
E’ un momento tranquillo nello studio Romagnosi, Romagnosi & Lamberti, e Gabriele e Claudia si stanno prendendo un caffè alla macchinetta. I Romagnosi, padre e figlio, sono chiusi nei rispettivi studi con gente che vuole divorziare e gente che vuole far causa agli inquilini, e loro hanno il tempo di fare due chiacchiere amichevoli.
“ Forse mi sono innamorata,” risponde lei guardinga ma non riservata.
“ Tu? Ma come? Non avevi chiuso per sempre con l’amore, per via di quel tizio, come si chiama…”
“Federico Vidussi, accidenti a lui. Eh si, avevo chiuso, ma nella vita è così, che non puoi mai avere certezze. Credi di aver chiuso, e poi arriva uno, si siede vicino a te sui gradini davanti al portone…”
“No! Non mi dire che pure tu ti sei innamorata di quel buffoncello abusivo del secondo piano!”
“Chi? Lorenzo? No, quello lo lascio tutto a Stella Marina, anche se la vedo dura, per lei. Si sono baciati ma…”
“Si sono baciati? E la fidanzata?”
“E dai, Gabriele. Da quando quelli fidanzati non baciano le altre?”
“Sei cinica, Biancaneve.”
“Pure il mio, è fidanzato. Sono tutti fidanzati. O sono fidanzati, o sposati, o gay. Che dobbiamo fare, noi ragazze?”
“Io non sono nessuna delle tre cose.”
“E quindi? Ci mettiamo insieme?”
“Scherzi.”
“Lo vedi? Tu sei innamorato di mia cugina, fra l’altro.”
“Non dire cazzate.”
“ Lo sei. Ma non parliamo di te. Parliamo di Jeremy.”
“Ah, è lui? Il cugino americano a cui avete rifilato la casa sbagliata?”
“Lui. Abbiamo passato la notte insieme e.. non lo avrei lasciato più. Gli sarei rimasta attaccata come una patella sullo scoglio.”
“Ma lui?”
“Ma lui è andato a Milano a lavorare, e non mi ha per niente detto ‘ci vediamo stasera’”.
“ Abitate nella stessa casa. Ti vedrà per forza.”
“Tu non capisci. Io voglio un progetto.”
Gabriele trasecola. “ E anche tu, però! Avete passato una, dico una notte insieme, e già vuoi il progetto? Lo vedi perchè poi gli uomini scappano?”
“Oh, non ti preoccupare. Quello non scappa. Ci penso io. “
Segue un attimo di silenzio, il caffè l’hanno bevuto, Claudia sembra contenta di essersi confidata, e un tramestio nell’altra stanza indica che deve riprendere le sue funzioni di segretaria, ma Gabriele non ce la fa, a non chiederlo.
“Senti ma.. Stella Marina è proprio innamorata di quello, secondo te?”
Claudia ride: “ Perchè non glielo chiedi tu? Hai quindici anni, o cosa?”
Anche stasera Stella Marina pedala attraverso il centro per tornare a casa, e passa lungo l’happy hour del Pink Flamingo, e si chiede con una certa ansia se incontrerà Lorenzo, o peggio che mai Lorenzo e Ludovica, e in caso prepara un paio di reazioni: la noncurante un po’ distratta che parla al cellulare e li saluta con un secco cenno del capo, l’allegrona che fa una battuta simpatica, peccato che le vengono in mente solo battute antipatiche, la scorbutica che li guarda male ed entra sbattendo il portone. Ma non c’è bisogno, perchè quando arriva davanti al cancello non c’è nessuno. Salva. Entra, fa il giro per mettere la bici dietro, e dietro c’è lui, appoggiato al fico, la bella faccia bruna oscurata.
“Ehi. Ti va se facciamo due passi fino al lago? “
E’ come la storia dello scorpione e della rana. Lorenzo non aveva nessuna intenzione di portare Stella Marina in riva al lago. Quando è sceso in giardino lo ha fatto perché sperava che quel verde suburbano lo aiutasse a trovare il metodo giusto per togliere dalla testa di Ludovica qualunque aspettativa matrimoniale, pur senza rompere con lei. Perché questo deve essere chiaro: Lorenzo non vuole affatto rompere con Ludovica. Gli piace, molto, e in più ha degli optional irresistibili: villa a Roquebrune, possibilità di fargli togliere le multe, doni periodici che vanno da un minimo di cachemire a un massimo di Iphone Ultimo. Il suo progetto, come direbbe Claudia, è continuare a frequentare Ludovica senza impegnarsi, fino a quando non ne troverà un’altra che gli piaccia di più pur presentando gli stessi optional. E’ un progetto semplice, di facile esecuzione, se non ci si fosse messa di mezzo la strega del primo piano. Ora bisogna resettare il programma, e per questo è sceso in giardino, e ha visto arrivare Stella Marina e la sua bicicletta. Anche Stella Marina gli piace molto, in assoluto, e al netto degli optional, gli piace parecchio più di Ludovica, ma a parte se stessa non ha nulla da offrirgli, e se stessa non basta. Quindi non ha la minima intenzione di proseguire quello scambio di baci con lei, tanto meno adesso che i rapporti coi Boscolo in generale si sono un poco infeltriti. La sua intenzione è: girare alla larga.
E allora perchè adesso è sul lungolago dell’Ondina e le sussurra parole che non pensa? Perchè è scorpione, e deve pungere, anche se sa che pungere lo porterà al disastro. E’ la sua natura, e dopo essersene lasciato dominare fin dalla pubertà, non comincerà certo adesso, a trent’anni passati, a prendere il manico del coltello.
“ Non ti posso resistere, voglio averti nella mia vita, voglio perdermi nel tuo profumo.”
Veramente? Pensa Stella Marina, che quel mattino si è spruzzata una buona dose del Diorissimo che le ha regalato Giulietta a Natale. Veramente Diorissimo ha tutto questo potere? Nonostante l’ebbrezza, però, in quelle parole c’è qualcosa che la disturba, e non ci mette molto a individuare cosa.
“Non puoi perderti nel mio profumo. Stai per sposare Ludovica. Dai, torniamo a casa, e lasciamo perdere tutto quanto.”
“Non la sposerò. Non posso. Adesso non posso. Ti ho conosciuta, non posso.”
“ Vuoi dire che la lascerai?”
Accidenti alle donne, pensa Lorenzo, contemplando la placida superficie del lago, e desiderando che le donne in generale fossero più simili ai laghi, placide superfici. Invece è sempre così, vogliono decisioni, vogliono scelte, non comprendono il fascino delle situazioni fluide. Ma lui sa come rispondere, ha anni di pratica alle spalle.
“Non lo so. Non so niente. In questo momento non posso decidere niente. So che tu mi hai fatto impazzire, e che non sposo nessuno. Solo questo so. Andiamo a casa?”
Stella Marina sa che “andiamo a casa?” significa “Vogliamo deciderci una buona volta a fare l’amore e poi sia quel che sia.” Ma neanche lei è una novellina. Il riparatore di frigoriferi ucraino con due fidanzate qualcosa le ha insegnato.
Perciò vanno a casa, e dopo qualche altro bacio incoerente, si separano diretti ognuno al suo appartamento, lui parecchio seccato, lei abbastanza soddisfatta.
Ad accoglierla, due donne in stato di grande agitazione. Claudia è vestitissima, truccatissima e con dei tacchi sproporzionati alla sua statura. La nonna corre avanti e indietro per la cucina, agitando il cellulare.
“Duecentonovantamila folour! Ormai sono una influenze! Sono una influenze, ragazze!”
“ Fa vedere, nonna, se continui ad agitare quel coso lo romperai, fa vedere che capisco.”
Claudia strappa di mano il telefono alla nonna, mentre Stella Marina posa la borsa, nota che non c’è la minima traccia o possibilità di cena, in quella cucina, e chiede che sta succedendo.
“ I follower della nonna sono aumentati di brutto. Si vede che gli omicidi piacciono! La Nonna assassina incontra.”
“ Facciamone uno che.. come si dice?”
“Spacchi. Uno che spacchi, nonna. Ma cenare?” Stella Marina apre il frigo e tira fuori dello stracchino piuttosto vecchio, una busta di insalata lanuginosa e qualche uovo.
“Esci?” chiede a Claudia. La domanda è retorica, certo che esce, non si sta in casa con un tubino verde acqua e tacchi altissimi.
“No no. Casomai dopo salgo un attimo al quarto.”
Ahh… Stella Marina ovviamente sa tutto dello Sviluppo Gradino della sera prima, e capisce che la Sindrome Inquilino ha colpito anche la povera Claudia. “Avete appuntamento?”
“Eh.. no. Appuntamento no. Ma se mi chiama non voglio perdere tempo a prepararmi.”
“Ragazze. Vogliamo fare questo omicidio? Voglio arrivare a mezzo milione entro la settimana. Vado a mettermi qualcosa di adatto.”
“Nonna! Prima mangiamo.”
“Mangiate voi, che avete tempo da perdere!”
Sorge il mattino in compagnia dell’alba, e non è un mattino qualsiasi. Siamo arrivati al fatidico giovedì, quello in cui Nancy McDermott nata Capece arriverà a Malpensa alle 18 ora locale. Negli ultimi due giorni Jeremy l’ha chiamata un paio di volte per convincerla a non partire, ma Nancy era stata irremovibile.
“Nonna vuole vederci chiaro.”
“Non c’è bisogno, mamma. E’ tutto a posto.”
“Nonna dice che ti hanno dato l’appartamento sbagliato.”
“ Guarda, va bene così. E’ molto carino. Non c’è problema.”
“E’ per il principio. Mi ha dato tutte le carte. Se quelli ci imbrogliano, li spelliamo vivi.”
Niente. Jeremy lo sa, che è nonna a comandare in famiglia, e che se sua madre le dice parti Nancy parte, ma con l’innato ottimismo che lo contraddistingue, spera di limitarne la permanenza a pochi giorni.
“La spedisco a Firenze,” pensa tutto allegro partendo per Milano quella mattina.
Anche Alvise è allegro: ormai ha sposato con tutto se stesso il progetto Italian Dancin’ Talent, e questo è il giorno in cui gireranno il video da mandare in semifinale. Il programma indicato dagli autori del programma chiede un caraibico, un latino americano, un quickstep e un valzer inglese. Lorenzo avrebbe voluto farlo la sera, dopo il lavoro, ma Alvise e Giulietta hanno preteso che si prenda un giorno di mutua o ferie per lavorare con calma.
“Guarda che loro la panetteria oggi la tengono chiusa,” ha precisato Alvise, torvo.
E come fa Alvise, situato a Bellariva Lago, Piemonte occidentale, a sapere che Loris e Mikela a Termoli tengono la panetteria chiusa?
E’ perchè non conoscete i Boscolo, che vi fate questa domanda. I Boscolo hanno infatti ramificazioni, parenti, amici di cresima ed ex colleghi in ogni regione e forse anche ogni provincia d’Italia. E a Termoli sono presenti parecchi rami della famiglia D’Uva, un cui rappresentante ha sposato vent’anni fa la cugina Gisella. E’ stato semplicissimo chiamare Michele D’Uva e incaricarlo di indagare sul conto di certi Loris e Mikela ballerini locali.
“Ah è il panettiere di via Mascilongo, quello,” aveva subito reagito Michele.
“ Mi serve che lo tieni d’occhio e riferisci. “
E Michele stamattina ha chiamato Alvise, comunicando che “ Pane, Sole e Amore”, la panetteria di Loris, è chiusa.
“Quindi pure noi dobbiamo prenderci il nostro tempo. Forza ragazzi. Vi aspetto in Palestra per le dieci. Li dobbiamo sotterrare, gli altri sette. Dovete aver già vinto prima ancora di entrare in finale.”
Alle diciotto, l’aereo da New York atterra regolarmente a Malpensa, e Jeremy è regolarmente presente al gate, in attesa tutt’altro che impaziente di veder spuntare sua madre, speriamo con poco bagaglio.
Ma sua madre non spunta. Quando anche l’ultimo passeggero del volo da New York è apparso al gate, risulta evidente che Nancy su quell’aereo non c’era. Jeremy prova a chiamarla, ma il numero risulta irraggiungibile.
E’ scomparsa. Sua madre è scomparsa. Oh no, pensa Jeremy, dirigendosi verso l’Ufficio della Polizia, sembra l’inizio di un film degli anni 70!
La prima cosa sensata da fare, Jeremy la fa, perchè è un uomo sensato. Va al banco della compagnia aerea, e controlla se sua madre si è imbarcata sul volo da New York. Ma certo, eccola qui, Nancy McDermott, carta di imbarco e tutto. Sull’aereo ci è salita. E di conseguenza è anche arrivata. E poi? L’hanno rapita sulla pista? E’ rimasta chiusa in un bagno? Jeremy non sa se andare direttamente alla Polizia o imbarcarsi in una ricerca personale che, proprio come in un film degli anni ’70, lo porterà a scoprire un complotto internazionale in cui sua madre è rimasta casualmente coinvolta. Mentre le parole “Costa Gavras” attraversano senza un perchè la sua mente, prova per l’ennesima volta a chiamare Nancy, e per l’ennesima volta il suo telefono risulta irraggiungibile. Va bene: Polizia. Si mette alla ricerca della familiare scritta azzurra, e in quel momento il telefono suona. E’ lei! E’ lei!
“Mamma! Dove sei?”
“Niente, non ti preoccupare darling, va tutto molto bene.”
“Dove sei!”
“ Al momento non posso dirtelo. Sono con amici, sto benissimo, poi ti spiego.”
“Ti hanno rapito?”
“Ma no! Che sciocchezza. Ho avuto un imprevisto. Piacevole. Non posso darti i particolari, per ora. Ti raggiungo fra qualche giorno. Tranquillo.”
“Non ti ho vista scendere dall’aereo! Dove sei?!”
“Uffaaa! Sono alla stazione centrale di Milano. Ti ho detto che poi ti spiego. Certo che mi hai vista scendere. Ero quella signora araba con il mantello azzurro. Ciao tesoro, ci sentiamo. Non dire assolutamente niente a tua nonna. O a tuo padre. Li ho già chiamati io dicendo che ero con te. “
Prima che Jeremy possa aggiungere qualcosa, Nancy ha riattaccato, e in un istante il suo telefono è di nuovo irraggiungibile.
Signora araba? Ripassando mentalmente la folla sciamata attraverso il gate, Jeremy ricorda un gruppetto di donne velate, alcune con il viso scoperto, altre con lo hijab fino agli occhi. E quindi Nancy era una di quelle? Si è finta araba per sfuggirgli? Ma perchè? Perchè?
Risposta non c’è, e Jeremy torna al parcheggio e se ne va. Non gli resta che aspettare. Per tutto il viaggio verso Bellariva si fa mille domande e non si da neanche una risposta, e quando arriva a casa è affamato, stanco e preoccupato.
Mentre attraversa il giardino, vede passare Claudia con un sacchetto dell’immondizia, diretta ai bidoni dietro casa. Claudia! Negli ultimi giorni l’ha evitata, secondo il classico elastico del senso di colpa: tradisco, mi sento in colpa, decido di non farlo più, resisto per x tempo, lo faccio di nuovo. Ma stasera non la evita: ha bisogno di parlare con qualcuno, davanti a un piatto di pasta. Gli sembra, illuso, di non desiderare di più, in quel momento. Gli sembra, ipocrita, che la stessa Debra Lou, se lo vedesse ora, non troverebbe nulla da eccepire in quattro chiacchiere rasserenanti con la vicina incontrata per caso.
Naturalmente non l’ha incontrata per caso. Da ore Claudia era appostata sul balconcino del terzo piano, e quando lo ha visto parcheggiare cento metri più avanti, ha afferrato un sacchetto dell’immondizia già pronto in attesa da un pezzo, e si è precipitata di sotto.
“Ciao! Come va? Giornata lunga, oggi?”
“Ciao.. si.. no.. non al lavoro. E’ successo un casino con mia madre. Ti va di salire un attimo, che ti racconto?”
Due ore dopo Claudia sta effettivamente dando qualche buon consiglio a Jeremy, ma purtroppo non lo sta facendo seduta a tavola davanti a un caffè, o nel confortevole soggiorno sul vecchio divano a fiori, bensì tra lenzuola e coperta patchwork nel letto sotto la finestra.
“ Domani passa in studio e parlane con Gabriele. E’ il socio più giovane, un ex di mia cugina. Lui saprà cosa fare per ritrovare tua mamma senza tanta pubblicità, vedrai.”
Jeremy annuisce, e si china a baciare la saggia creatura nuda che gli sta accanto, e non fa caso al telefono silenziato che pigola come può, illuminandosi fioco, Debra Lou, Debra Lou, Debra Lou…
Sapete com’è, nelle piccole città a stento sfuggite alla categoria “paese”: ci si conosce un po’ tutti, e i clienti regolari di un supermercato danno del tu alle cassiere, e si considerano quasi amici. Perciò Stella Marina non si stupisce quando la signora Bechis, una quarantenne allampanata che ride troppo, le sventola sotto il naso il cellulare dicendo: “Ehi, Stellina, questa non è tua nonna?”
Stella Marina guarda e sobbalza. Ma quando l’ha fatta questa? Stamattina uscendo per andare al lavoro lei e Claudia l’hanno lasciata compostamente seduta in cucina a colorare dei Mandala per anziani. Ma pochi minuti fa ha postato un video in cui, in abito da sposa, soffoca Alvise con manciate di pasta per la pizza. “Uomini!” urla, mostrando i denti.
Appena arriva la pausa pranzo, Stella Marina chiama suo fratello, che le risponde in modo a dir poco insolito.
“Ehilà! Pim pum pam! Trallalà!”
“Alvise? Sei scemo?”
“ Siamo in finale! Ci è arrivata adesso la comunicazione! Ce l’abbiamo fatta! Cinquantamila, arriviamo!!!”
“Bene. Brava Giulietta. Ma senti qua, cos’è sta foto che ha postato nonna? “
“ Ha recuperato in cantina il suo abito da sposa, e mi ha chiesto di farmi soffocare. L’abbiamo fatta adesso, già l’ha postata?”
“Si. Alvise. Ha 800mila followers. Forse è ora che la facciamo smettere. Le sta un po’ prendendo la mano, questa cosa.”
“Beh, com’è che si dice, prendi questa mano zingara, no? Ciao Stemarì, devo tornare in palestra.”
Stella Marina riattacca, e si guarda intorno: davanti alla Coop di Bellariva c’è un giardino con i giochi per i bambini, e un chioschetto che vende bibite e panini. Va a prendersi un hot dog e una bottiglia di acqua frizzante, e si siede a mangiare sull’altalena, riflettendo sulla deriva familiare. Claudia anche stanotte è tornata alle quattro, nonna commette omicidi virtuali in abito da sposa, Giulietta è in finale in una gara di ballo con l’inquilino abusivo del secondo piano, ovvero l’uomo che lei ama.. e che dopo la sera sul lago l’ha accuratamente evitata. Forse dovrei uscire con Lucio, pensa sospirando, ovvero l’addetto alla gastronomia che la tampina da mesi. Se stasera mi invita, dico di sì.
Ma per buona sorte di Stella Marina, quella sera Lucio della gastronomia non solo non la invita, ma, forse stanco dei suoi ripetuti rifiuti, invita con successo Rosi della Pescheria, ed è con Rosi della Pescheria che si allontana all’ora di chiusura, mentre Stella Marina tutta sola prende la bici e va verso casa. Come sempre attraversa il centro, e passa davanti al Pink Flamingo.. e questa volta qualcuno seduto nel dehors alza un braccio a chiamarla: “Ehi! Stella Marina!”
E’ Claudia, che occupa un tavolino insieme a.. Jeremy e..Gabriele? Stella Marina rallenta, e saluta.
“ Dai, fermati a bere qualcosa con noi. Così ci dai anche il tuo parere.”
“Su cosa?”
“ Scendi da quella bici se vuoi saperlo,” dice Gabriele, secco secco.
Stella Marina scende da quella bici, la lega a un palo della luce, e va a occupare la sedia libera al tavolino.
“Che succede?” chiede. E solo in quel momento si accorge di una grossa palma di cartone che sta marciando spedita verso di loro, e che si ferma accanto al tavolino.
Nessuno sembra stupito di quella presenza, e Gabriele la indica a tutti, come ovvia: “ Eccolo qui. Vi presento Bartolomeo Boriotti.”
“Sono Lisa,” dice la palma, in tono offeso.
Stefania Bertola