Conversazione con Paola Gribaudo,

recentemente insignita del titolo di Accademico d’onore dell’Accademia Albertina di Torino:

una vita per i libri.

Curiosa sensazione imbattersi nello Studio Gribaudo, originale costruzione elegantemente incuneata tra gli edifici liberty, il Seminario Maggiore e le piccole ville che punteggiano silenziose la collina alle spalle della Gran Madre, che le acque del grande fiume separano dalla città.
Una targa ricorda che la visionaria costruzione realizzata nel 1974 dall’architetto Andrea Bruno, cemento armato a vista, nessun pilastro, ampie finestre a taglio di luce e un grande cubo vetrato aggettante, occhio spalancato su Torino, ha vinto, 40 anni dopo, il riconoscimento dell’Ordine degli Architetti entrando nel percorso cittadino delle “Architetture rivelate”.
Indubbiamente una tappa che molto dice dello spirito locale in cui convivono anime diverse e complementari, barocco, eclettismo, la cupola del Guarini, la guglia della Mole Antonelliana, il “disco volante” della citata chiesa della Gran Madre, tutte visibili dalla Studio Gribaudo: un paesaggio alieno (certo amplificato dalla silhouette di un dinosauro in pietra nel giardino) che si dissimula con ironia nel tessuto urbano. Tessuto che un certo luogo comune vuole ordinato e severo, e che solo ad uno sguardo meno superficiale svela una decisa attitudine all’eccentrico, non classificabile in categorie convenzionali, come questo edificio ben dimostra. 

Studio Gribaudo

Studio Gribaudo

Assolutamente non convenzionale è chi nello studio ci lavora: Ezio e Paola Gribaudo, padre e figlia, esponenti dell’arte e dell’editoria torinese di respiro internazionale; chi li conosce sa che questa definizione non rende merito al loro ruolo decennale nel panorama culturale.
Ezio è un grande artista tutt’ora attivissimo (tra i vari riconoscimenti ricordiamo uno su tutti il premio della Biennale del 1966 per la grafica), collezionista, editore. E ancora, organizzatore di mostre,  protagonista del rinnovamento artistico del II dopoguerra grazie a libri e cataloghi realizzati con e per i più grandi artisti internazionali del tempo, che con lui hanno intessuto collaborazioni e amicizie, da De Chirico a Fontana a Burri, a Manzoni, Dalì, Moore, Mirò per citarne solo alcuni…
Paola, editrice di grande successo, ha saputo fare tesoro dell’esperienza paterna spingendo l’asticella ancora più in là, sino a dare spazio al suo genio, come il padre stesso, severo ma giusto nei suoi giudizi, le riconosce: richiestissima da gallerie, musei e artisti come curatrice di libri, è riuscita  ad esportare la cultura italiana nel mondo editando uno strepitoso numero di pubblicazioni, dando vita a proprie collane editoriali, pubblicando più all’estero che nel suo paese, ma sempre stampando in Italia.

Paola Gribaudo sulla scala libreria disegnata da Andrea Bruno

Paola Gribaudo sulla scala libreria disegnata da Andrea Bruno

Paola ha avuto prestigiosi riconoscimenti per questo, nel 2011 a Parigi il titolo di Chevalier de l’ordre des Arts et des Lettres ricevuto dalla mani del Ministro della Cultura Francese Frédéric Mitterrand e, lo scorso 19 dicembre, finalmente profeta in patria,  il titolo di Accademico d’Onore dell’Accademia Albertina di Torino alla presenza del Presidente Fiorenzo Alfieri, del Direttore Salvatore Bitonti e del Consiglio Accademico, dove è stata premiata come Ambasciatrice del libro italiano nel mondo. All’Accademia ha anche donato una preziosa selezione dei suoi volumi.
La incontriamo nello Studio, accolti da un sorriso che illumina e dalla famosa scala-libreria, di per sé scultura nella casa scultura, simbolo di questo luogo, genius loci dove Paola si è spesso fatta ritrarre con i cataloghi da lei pubblicati come in una festosa foto di gruppo, immagine neanche troppo metaforica di un ascendere verso la cultura, l’umanità, il saper fare.
I libri e le opere d’arte, presenti in numero esorbitante, sono i veri abitanti di questo luogo, hanno quasi scalzato qualsiasi altro oggetto della vita quotidiana e accolgono come guardiani il visitatore che entra in questo laboratorio alchemico, dove, con una sapienza che ha in sé la magia dell’estro che non si può insegnare, ma solo custodire, padre e figlia continuano ogni giorno la loro avventura nell’arte. Liber è pur sempre una parola che rimanda all’essenza viva della corteccia ed è con il rispetto che si dà ad una presenza viva che Paola si è relazionata con esso, a partire dalla sua prima pubblicazione.

Torino 09-01-2017 Foto Daniele Solavaggione INTERVISTA ALL'ARTISTA TORINESE EZIO GRIBAUDO NEL SUO STUDIO IN VIA BIAMONTI

Paola e Ezio Gribaudo Ph. Daniele Solavaggione

Come hai iniziato?
Di noi tre figli sono io che sin da piccola ho subìto il fascino del mestiere paterno, seguendo mio padre nei suoi viaggi, guardando e ascoltando in religioso silenzio i suoi incontri con artisti in ogni parte del globo. Nel 1981, prima ancora della laurea in Storia della critica d’arte sul trattato di Charles Le Brun, Conférence sur l’expression des passions, ho curato l’edizione del volume di George Peillex, “629 oeuvres de Renoir à Picasso” per il Musée du Petit Palais di Ginevra. Dal 1983 sono titolare dello Studio Gribaudo che si occupa di progettazione editoriale, curo libri per vari editori come Rizzoli, Skira, Thames&Hudson, Flammarion, Gli Ori, Silvana Editoriale… Mio padre, a cui devo la passione per questo lavoro, viene ogni giorno in studio e si può dedicare esclusivamente alla creazione delle sue opere. Ho iniziato a lavorare da subito intensamente, se pensiamo che solo tra il 1981 e il 1985 ho realizzato ben 15 volumi!
E all’epoca non c’era nemmeno l’ausilio del computer, quindi era un lavoro quasi tutto manuale…
Esatto, si parte da un menabò manuale, ritagliando, incollando, segnando gli “ingombri”; si passa all’impaginazione alla fotocomposizione della pagina, e poi c’è la scelta della tipologia e della grammatura della carta, i passaggi delle messe in macchina, l’incisione delle lastre, la visione delle ciano sino alla legatura. Un processo lungo e complesso fatto anche di un registro di parole specifico, rigoroso: a ogni fase corrisponde una specifica competenza, una filiera fatta di tante persone. Oggi queste fasi sono state alleggerite dal computer e in parte sostituite e semplificate, ma conoscerle è stato fondamentale per capire la genesi del libro. Sul mio sito ho pubblicato un percorso fotografico sulla realizzazione di un libro d’arte per mostrare per immagini i vari momenti del processo editoriale e restituire concretamente una sorta di back stage del libro.
Mi raccontavi che per lavorare con gli artisti e gli editori gioca però un “fattore umano” non comune.
Il contesto umano è indubbiamente l’aspetto più complesso e affascinante perché lavorare ad un libro d’arte, che spesso diventa libro-oggetto – quindi un’opera vera e propria al pari di un quadro o una scultura, e come tale collezionato (les livres d’éxception come li chiamano in Francia)  – vuol dire partire dal rapporto con l’artista, fatto prima di tutto di un clima di complicità e fiducia nella sua creatività, a cui unire la mia competenza, senza imporre le mie scelte. Un dialogo caratterizzato da fitti incontri (ne ho contati 13 in 13 città diverse per un mio libro recente su Botero!), viaggi, lunghissime telefonate…e poi il rapporto con i committenti delle case editrici, i tecnici, penso alla figura una volta fondamentale del fotolitista oggi quasi scomparsa, le ore passate nelle tipografie per controllare i primi risultati…. Moltissima è l’energia fisica e psicologica richiesta da questo lavoro e il sapersi relazionare con tutti con diplomazia ma anche autorevolezza. Personalmente ho avuto sino ad oggi una vita intensa fatta di incontri straordinari ma a tratti anche molto faticosa: al mio lavoro ho sacrificato molto del mio privato, ma sono convinta che tutto non si possa pretendere, almeno esigendo un buon livello di qualità in tutti gli ambiti.
Ci parli del volume Libri e librini: come è nato questo libro, quasi un regesto della tua carriera?
Nel 2004 ho avuto l’esigenza di riordinare i volumi che avevo fatto, non li avevo neppure mai contati: con pazienza li elenco tutti, in una lista compilata a mano. Alla fine scopro di aver realizzato 700 libri! Non credevo ai miei occhi: decido che è arrivato il momento di radunare questo percorso in un volume che ho presentato per celebrare i miei 25 anni di carriera, aggiungendo foto, lettere, testimonianze e persino le dediche di chi mi ha accompagnato in questo percorso. Ne è nato un volume prezioso, a cui sono molto legata.

Paola Gribaudo e il direttore dell'Accademia Albertina Bitonti_foto Andrea Guermani

Paola Gribaudo e il direttore dell’Accademia Albertina Bitonti ph. Andrea Guermani

E i librini?
Nel 1991 penso ad una mia collana editoriale che intitolo disegnodiverso: un progetto nuovo, nelle due parole trovi la parola segno ma anche la parola verso, perché c’è un testo che accompagna le opere in maniera però del tutto inconsueta. L’idea era di non realizzare cataloghi, ma più una sorta di “appunti di viaggio”, dando piena libertà espressiva: affidare un libro di piccolo formato di 64 pagine ad artisti anche del tutto sconosciuti (e molti sono poi diventati famosi) dando loro la possibilità di riempire queste pagine liberamente, scrivendo, disegnando, dipingendo. Alla fine del volume c’è una pagina di presentazione compilata non da un critico ma da un amico che conosce bene e personalmente l’artista. Così è successo che nel caso del librino di Sylvia Martins la presentazione sia stata fatta niente meno che da…Richard Gere! Riguardo a questa collana (ad oggi sono 62!) mi piace ricordare la lettera che ho ricevuto da Federico Zeri nel 1993: “Penso che si tratti di una serie molto indovinata sia come formato che come veste editoriale” […] “molto opportuna l’assenza di testi critici, testi, che in genere, sono noiosi e fuorvianti. Molta arte contemporanea è asfissiata dai commentatori in toga o sibillini”.
Cos’è che ti spinge a realizzare il tuo prossimo libro?
Io dico sempre che dobbiamo realizzare il libro più bello del mondo, e fare libri è come vestire i concetti, è dare forma e corpo cartaceo a idee e pensieri. Un’esperienza e una sfida sempre entusiasmante.
Oggi ho superato i 1000 volumi, e non mi sono ancora fermata. Dopo il volume uscito quest’estate per la casa editrice Gli Ori in occasione della mostra Dall’Opera al Libro, dal Libro all’Opera a Palazzo Corvaja a Taormina, libro che riunisce il percorso editoriale di mio padre e il mio in un’unica pubblicazione pensata come un “dittico”, a breve uscirà un volume scritto dall’artista, mia amica di sempre, Barbara Tutino per Skira per festeggiare anche questo traguardo, ripercorrendo la mia storia.

Gribaudo e Mitterand

Paola Gribaudo e Frédéric Mitterand

Quali programmi per il futuro?
Continua il mio impegno con L’Associazione Amici di Villa della Regina di Torino, di cui faccio parte del Direttivo dal 2014: tra i nostri progetti per far conoscere la Villa al fine di promuoverne l’altro valore di patrimonio artistico e culturale c’è stato il ciclo di incontri “Il dire e il fare delle Regine di oggi”, un libro fotografico “Insieme per Villa della Regina” e in questo nuovo anno sociale il ciclo di incontri 59 minuti con … un nuovo format che ha visto come ospiti il Direttore de La Stampa Maurizio Molinari e prossimamente Nicola Lagioia, che il 6 aprile ci racconterà come sarà il 30simo Salone del Libro, di cui è direttore.
Recentemente in occasione del conferimento del titolo di Accademico d’onore dell’Accademia Albertina di Torino sono stata chiamata a spiegare come si realizza un catalogo o un libro ai giovani studenti delle Accademie in tutta l’Italia e ora anche il Direttore Bitonti mi ha proposto di tenere un corso specifico agli studenti su questo argomento…sarebbe un buon modo per trasmettere competenze e nozioni e soprattutto la passione per il “fare”, o meglio, “l’artigianalità del fare”

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