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Come sono cambiati i tempi? Basta fare il paragone fra il viaggio di ritorno dalla Mille Miglia 1956 a bordo delle – all’epoca – rivoluzionarie Mercedes 220 Ponton (vittoria di classe) dall’Italia verso Stoccarda, quartier generale della Casa della Stella a tre punte e quello che abbiamo fatto oggi, quasi 60 anni dopo, sullo stesso percorso ma a bordo dell’erede più prossima di quelle berline di lusso che però erano state in grado di imporsi anche in una gara massacrante, la nuovissima Classe E220d (motore a gasolio di 2 litri da 194 CV), declinata nell’esclusivo allestimento “Tribute To Ponton 1956”, creato in soli 10 esemplari appositamente per l’ufficio stampa Mercedes Benz italiano – le vetture saranno press supporter alla prossima Mille Miglia – basate su un allestimento “AMG Style” e caratterizzate dalla doppia stella sul frontale e dalla targhetta identificatica interna.

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Tribute To Ponton 1956 Mercedes

Fra queste due vetture, idealmente nonna e nipote, c’è veramente un’abisso: all’epoca, nonostante la Ponton – nome che indicherà da qui in poi la carrozzeria integrata come la intendiamo tuttora, senza i tipici e massicci passaruota separati dell’anteguerra – fosse fra le vetture più all’avanguardia, si andava lenti e le strade non erano quelle senza intoppi (per lo meno fuori dall’Italia) di oggi – ma almeno non c’era il traffico che abbiamo trovato.
E poi i sistemi di sicurezza non esistevano, servosterzo e servofreno nemmeno contemplati, figuriamoci l’aria condizionata. La nostra E 220d invece è quanto di più confortevole, lussuoso e tecnologico oggi possa circolare su gomma e un viaggio di 1100 km in meno di due giorni diventa come per incanto un piacere, perfino le code intorno alle inaspettatamente affollate città svizzere.
Col suo motore gasolio relativamente compatto (4 cilindri) e lo straordinario cambio automatico a 9 rapporti, si viaggia nella più totale souplesse, nel silenzio e consumando come un triciclo a pedali… almeno fin quando i limiti imbarazzanti delle autostrade svizzere non ci permettono altro, poi viene il bello: in modalità dinamica sport (ancora meglio la sport+, che regola elettronicamente assetto, ammortizzatori, risposta del cambio e angolo di attacco dell’acceleratore), il diesel sfodera senza troppi complimenti i suoi 190 CV, schiacciando sul gas il cambio “tira” per bene le marce e i 200 km/h si raggiungono in men che non si dica e pure a quella velocità si ha l’impressione di muoversi appena (complice anche l’assetto perfetto, grazie ai cerchi da 19” e alle sospensioni pneumatiche Air Body Control, che tengono sotto controllo lo stato della strada e regola il comportamento degli ammortizzatori di conseguenza).

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Museo Mercedes Stoccarda

Intendiamoci, non siamo a bordo di una vettura sportiva, per quello ci pensano le versioni coupé o le supervitaminizzate AMG, però la sensazione di trovarsi su di un oggetto prestigioso, coccolante e appagante, c’è tutta. Eppure finora abbiamo parlato di caratteristiche che accomunano un po’ tutte le berline di lusso: cosa ha di diverso quindi, questa nuova Classe E?
Una “diavoleria” elettronica che però ci è piaciuta tantissimo: la guida assistita, in pratica un cruise control evoluto (chiamato Drive Pilot) che, oltre a mantenere costante la velocità impostata, frena da solo la vettura se di fronte ha un mezzo più lento ma soprattutto, leggendo la segnaletica sulla carreggiata, imposta autonomamente le curve delle strade a scorrimento veloce e ruota da solo il volante e, addirittura, sorpassa o rientra secondo se si inserisce l’indicatore di direzione a sinistra o a destra.
Un’evoluzione che ha davvero del geniale, non solo sul piano tecnico ma anche culturale: davvero questi sono i prodromi delle auto che, in un futuro molto prossimo, guideranno totalmente da sole e ci porteranno da un punto A a uno B senza che noi facciamo nulla, con tutto ciò che implica una rivoluzione di questa portata (trasporto autonomo VS trasporto individuale, passione per i motori, affidarsi completamente a una macchina, annessi e connessi vari inclusi…).

Mercedes-Benz Typ 300 SL (Baureihe W 194) 1952

E una volta arrivati a Stoccarda non potevamo certo perdere l’opportunità di fare un tuffo nel “mondo Mercedes”: soltanto venendo qui si ci rende conto di una realtà straordinaria, composta da una vera e propria regione, non solo più città, che per questo marchio lavora e vive ricevendo in cambio una qualità della vita altissima, roba che noi ci sognamo dai tempi di Olivetti e della Fiat di Valletta.
Nella verdeggiante Mercedesstrasse troviamo cinema, centri commerciali, lo stadio (Mercedes-Benz Arena dove gioca la locale squadra che mitiga nella massima serie del campionato tedesco), un grande concessionario e il futuristico museo dedicato al marchio. Visitandolo ci rendiamo conto di quanto la storia della Stella a tre punte sia ricca e fondi le radici nella preistoria dell’automobilismo, considerato che la Patentmotorwagen (letteralmente “automobile omologata”) fu realizzata da Carl Benz stesso: due ascensori che sembrano delle macchine del tempo ci portano in cima alla struttura e poi scendiamo verso il futuro confrontandoci con i momenti più importanti raccontati attraverso le sue vetture. 

Ma a darci ancora meglio la dimensioni di cosa sia oggi Mercedes, è sicuramente il centro di restauro Mercedes Classic di Fellbach, cittadina di 40.000 abitanti a pochi minuti da Stoccarda: qui c’è una biblioteca dove è possibile consultare lo scibile della Casa, si può acquistare qualsiasi ricambio per ciascun modello di ogni epoca uno intenda restaurare ed è possibile lasciare la propria vettura perché riceva interventi competenti, mirati e atti a mantenerne l’assoluta originalità.
Ecco come si è arrivati alla E220d che abbiamo guidato finora, ecco cosa significa “fabbrica” nel 2017, ecco come si costruisce un’automobile…
Luca Marconetti

Rio la source, invitando i clienti Tadalafila a chiamare per ricevere assistenza: Siamo Cialis pronti a pagare e a risolvere ogni situazione rimasta in sospeso.