Sono state formalmente avviate le procedure per l’elezione del nuovo Rettore del Politecnico di Torino per il mandato 2018-2024, che si concluderanno al più tardi il 20 febbraio con l’eventuale ballottaggio. Tre i candidati alla corsa per la successione di Marco Gilli, Michela Meo, attuale prorettrice, Mauro Velardocchia, ordinario di ingegneria meccanica e aerospaziale e Guido Saracco, docente ordinario di Chimica.

Politecnico di Torino

Con una scelta in linea con i tempi ma assolutamente nuova in tale contesto, poiché mai adottata prima in ambito elettorale, il Professor Saracco ha presentato il suo “Laboratorio aperto sul futuro del Politecnico di Torino”, accessibile al sito www.laboratoriopolito.org, portale web in cui illustra i punti chiavi del suo programma, a  cui tutti possono contribuire inviando proposte, domande, suggerimenti che  Saracco, con un comitato di redazione, prenderà in considerazione: uno strumento di lavoro e un ulteriore percorso di confronto in base al quale si definirà un ulteriore preciso programma di candidatura.

Guido Saracco

Nella lettera aperta in apertura del sito Saracco si rivolge significativamente in prima battuta a chi dà vita al Politecnico: studenti, colleghi ricercatori, tecnici amministrativi e bibliotecari, dottorandi assegnisti e collaboratori, e lo fa rispondendo alla domanda principale: “Perché vuoi fare il Rettore?” la risposta è immediata e precisa: “Perché mi sono convinto che restituire dignità e centralità a una comunità di 40.000 persone è una sfida impegnativa, ma non impossibile”. E questo lo si può fare con la competenza ma soprattutto con la passione e la capacità di guardare “oltre”:“Penso che un’università pubblica e indipendente debba, oggi più che mai, uscire dal suo guscio promuovendo valori universali come la lungimiranza, la tolleranza e la sostenibilità, indispensabili per produrre e diffondere conoscenza, per fare della cultura un motore di sviluppo sociale e civile e per dare vita a una vera e propria officina delle idee in cui sia possibile operare con mente aperta”.

Il portale prosegue con l’analisi del Politecnico torinese, da più di 150 anni realtà inserita nella società e nel territorio; sono poi evidenziate le sei parole chiave del progetto (Promuovere, Semplificare, Partecipare, Collaborare, Progettare e Migliorare), singolarmente analizzate e scaturite dal confronto avuto negli scorsi mesi all’interno dell’Ateneo con studenti e personale. Nel capitolo sui Pesi e contrappesi per un Rettore (un titolo ironico per un tema spinoso), Saracco argutamente esamina i poteri di raggio d’azione e le responsabilità del mandato ma evidenza anche elementi importanti di controllo di questi stessi  poteri e delle prerogative del Rettore, ed infine scrive un lettera aperta al Ministro della Pubblica Istruzione per sottolineare, sin da subito,  quali siano le responsabilità del Governo nella capacità di crescita dell’Università, a partire da una auspicata riduzione della burocrazia, che molto rallenta le più semplice operazioni. Segue una sezione il cui Professore settimanalmente illustra un focus del programma.

Da quindici anni Guido Saracco si occupa dell’organizzazione dell’Ateneo, avendo rivestito ruoli diversi: oggi si candida al massimo incarico con un’idea programmatica precisa, ossia che la formazione universitaria in questo momento storico sia l’unica in grado di fornire quel necessario cambio di paradigma per uscire dalle crisi che ci attanagliano, in primis la crisi economica, e questo acquisendo gli strumenti che portino a ripensare ad una nuova economia, a partire dallo studio di nuove fonti di energia e risorse del territorio. L’idea di fondo è quindi ambiziosa, visionaria, ma assolutamente necessaria: la riprogettazione dei percorsi formativi per renderli non solo più moderni ma ispirati a quello che potrebbe essere la società fra 10 anni: quando si accoglie uno studente oggi lo si restituisce alla società dopo 7 anni in media. Altrettanto importanti la promozione dei centri interdipartimentali e il sostegno alla filiera del trasferimento delle tecnologie al piano commerciale, ossia portare i risultati della ricerca a prototipare più velocemente. Un altro punto nodale  sarà lo sviluppo edilizio per i due poli principali, il polo dell’architettura lungo l’asse del Po e il polo della Cittadella politecnica, che vanno arricchiti della dimensione culturale, con iniziative aperte al pubblico, mettendo a sistema le biblioteche e gli archivi e infine portando anche lo sport all’interno dell’Ateneo. Fondamentale risulterà reperire nuove risorse dalle fondazioni private più che dalle aziende, comunque preziose (anche al fine di mantenere una certa libertà d’azione) per assumere più docenti. Questo per migliorare l’attuale rapporto professori-studenti 40/1 (mentre al Politecnico di Milano è di 29/1) e immaginare un teaching lab dove i professori possano trovare il tempo per ripensare alla didattica.

Cimica Verde 2.0

Come chimico il Professore è particolarmente sensibile ai temi delle nuove fonti di energia: lo scorso 2 novembre ha presentato al Festival della Scienza di Genova (ci sarà una presentazione anche al Circolo dei lettori il prossimo gennaio) il suo nuovo libro “Chimica Verde 2.0: impariamo dalla natura come combattere il riscaldamento globale”, uscito per i tipi di Zanichelli. Saracco, dalle sue stesse parole, dedica ogni energia alla ricerca di sistemi produttivi circolari (improntati alla Bio-economia), dove ogni prodotto di scarto di un’attività può diventare la materia di un’altra. Sistemi che “mimino” la natura, ma con l’impiego di tecnologie sostenibili più efficaci di quelle che la natura mette a disposizione, chiudendo i cicli produttivi senza rifiuti e archiviando il vecchio modo di produrre.

Una vocazione da scienziato all’ottimizzazione e al reperimento di nuove risorse, che Saracco vuole applicare anche ad una realtà prestigiosa ma complessa come quella del Politecnico torinese.

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