In tre atti, con due voci protagoniste che ci mostrano tutti i difetti dei giorni nostri, il nuovo romanzo di Roberto Saporito pubblicato da Del Vecchio Editore è uscito a fine maggio in tutte le librerie.
come un film francese
Lui un professore senza nome, scrittore che non riesce a campare dei suoi libri, quarant’anni suonati e una tendenza alla sociopatia. Insegna suo malgrado “scrittura creativa” all’università, poco convinto che serva a qualcosa più che a coltivare illusioni, circondato da studenti che non amano leggere e da studentesse affascinate dall’aura intellettuale che si porta dietro. Lui, che non scrive più e ciondola la sua esistenza tra le gambe di giovani e facoltose fanciulle, frequentando con loro il mondo fasullo di “quelli che contano”.
Che sono gli altri, quelli vincenti, non certo lui. Una certa propensione alla fuga da tutto, da responsabilità e senso di fallimento, da se stesso e da un mondo in cui non si riconosce da tempo.
Lei una diciassettenne dai mille talenti, tutti sprecati in un continuo cercare qualcosa che riempia il vuoto. Tesa a conquistare il mondo a modo suo, lucida in una mania di onnipotenza che si fa viepiù importante con lo scorrere della storia. Lei, Lea, in fuga dalle sue ombre e dalla vita noiosamente ordinaria, incontra il professore. Un “loro” che non ha scampo, tra l’inconsistenza di lui e il bisogno di affermarsi di lei.
Lea, le cui motivazioni si scoprono solo alla fine, quando è tardi.
Parigi, per un finale inaspettato e scontato in un certo modo. Una città con il fascino giusto, decadente e sfavillante come tutto ciò che è destinato a sbriciolarsi. Il posto giusto per chiudere una storia.
Come un film francese è un romanzo asciutto, veloce e tagliente. Contiene la descrizione nitida della nostra società effimera e bugiarda; la generazione di sempre giovani un po’ scollati dalle responsabilità e quella dei giovani disillusi, cinici e spietati ma lucidi in ogni caso più degli adulti. Una critica al mondo dell’editoria – come il precedente “caso letterario dell’anno” dello stesso autore – teso a creare il mostro, l’evento, invece di coltivare i contenuti. Una critica più ampia ai nostri usi e costumi, che ci portano verso una sicura autodistruzione a piena velocità. Un’orchestra del Titanic che continua a suonare mentre il mondo s’inabissa.
Roberto Saporito, albese con la passione per la musica, gli scritti e il buon vino, usa la sua prosa sempre “in levare”: suggerisce ma non trascina verso una catarsi. Fa lavorare il lettore conducendolo con tratti decisi lungo la sua linea di pensiero, raccontando un mondo intero con due sole storie personali.
Saporito
Potete acquistarlo qui
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