“Stella d’Oro del Merito Sportivo” Marisa Zambrini,

campionessa olimpica torinese, premiata dal CONI.

 

Stanno per partire le cerimonie di apertura dei Giochi olimpici di Tokyo 2020 nell’incertezza causata dai contagi pandemici che hanno messo l’opinione pubblica in contrasto con gli organizzatori dell’evento; si sta creando un corto circuito che paralizza le più buone intenzioni che vertono a promuovere comunque e sempre la competizione sportiva, che nessun conflitto internazionale ha mai interrotto.

Era il 1941 e Marisa Luisa Zambrini di Vallescura si esibiva in un tuffo dal trampolino che è rimasto nella storia non solo autobiografica di questa campionessa olimpica. Marisa, classe 1924, ci ha lasciato nel mese di marzo di quest’ anno ma la sua storia è un romanzo scritto nella memoria di chi l’ha conosciuta.

Ricordando Marisa Zambrini

Marisa Zambrini. Tuffo, Genova 1941.

La lucidità e la fermezza delle opinioni di Marisa, quasi centenaria, facevano di lei un’ atleta torinese, una donna sorprendente. Lo scatto fotografico che la ritrae a Genova, durante il tuffo dal trampolino all’altezza di 5mt eseguito nel 1941 non ha bisogno di blasoni dorati per affermare la sua esemplarità.

Amava confrontare la fotografia del suo tuffo con quello di Tania Cagnotto, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Rio del 2016. Certo Genova , durante la seconda guerra mondiale, non è paragonabile alle manifestazioni sportive di oggi ma questa atleta temeraria italiana, in prima persona, ha incentivato la formazione delle federazioni sportive odierne con il suo successo, con il suo spirito combattivo.

Marisa è stata capace di vivere una vita sorprendente portando al massimo dei risultati i suoi talenti. Unica giornalista che ha corso nella Mille Miglia, unica segretaria della Juventus nella seconda metà degli anni ‘50, unica dirigente delle corse automobilistiche negli anni ‘60.

Ricordando Marisa Zambrini

Dal 10 aprile 2014, Maria Luisa Zambrini di Vallescura è stata nominata Presidente onoraria dell A.N.A.O.A, Associazione Atleti Olimpici Azzurri d’Italia di Torino. Con la sua “regola tre” del cambiamento continuo ha vissuto tutte le competizioni che hanno costellato la sua vita. La sua capacità di dire “si” ad ogni novità e la sua allegra limpida ironia, che non hanno niente a che vedere con quel sarcasmo a cui siamo abituati oggi, lasciano in eredità un prezioso insegnamento che è come un monito sempre vivo ovvero bisogna affrontare e superare le difficoltà come si fa con lo sport.

La sua villa monumentale di Via Vinadio a Torino è un potenziale sito museale che racconta i successi che hanno fatto della “Stella d’Oro del Merito Sportivo una donna straordinaria, libera e capace di vivere, fino all’ ultimo respiro, in sintonia con la sua indole.

Monica Pontet