Si è appena conclusa The Boomer Divide, la prima summer school del Circolo del Design di Torino, in collaborazione con il Circolo dei Lettori e Camera – Centro Italiano per la Fotografia. Dieci giovani designer provenienti da IED, IAAD, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino e IUAV Venezia hanno così collaborato intensamente per una settimana, sotto la guida del designer Matteo Moretti e il supporto dei sociologi Alvise Mattozzi e Stefania Vicari.

L’obiettivo? Dare vita a forme di progetto che facilitino il dialogo tra la loro generazione e quella dei meno giovani, i cosiddetti Boomer. Infatti Matteo Moretti ci dice È stata una settimana intensa, che ci ha permesso di entrare in contatto, confrontarci e riflettere su realtà e contesti distanti da quelli con i quali ci confrontiamo solitamente. Una settimana fuori dalle proprie bolle

Divide et boomer

Il tavolo del confronto

Sia chiaro, il conflitto tra generazioni non è una novità, basti pensare ai cosiddetti Matusa e ai Rokes che li contestavano cantando “Vediamo un mondo vecchio che, ci sta crollando addosso ormai, ma che colpa abbiamo noi?”. Contemporaneamente, ci sono questioni e contesti radicalmente mutati, che rendono il conflitto contemporaneo differente.

Per scoprirlo, le ragazze e i ragazzi hanno dialogato e riflettuto assieme a un gruppo di adulti appartenenti alla Generazione X. Il lavoro, internet e l’esaurimento delle risorse economiche e ambientali sono risultati i temi salienti. A conclusione della settimana i designer hanno presentato il risultato del loro lavoro: “In Circolo – il festival della partecipazione”, tre giorni di incontri tematici che hanno immaginato potesse avere luogo nei tre centri culturali partner.

Divide et boomer

Matteo Moretti

Tratto distintivo sono i Dataperitivi, momenti conviviali durante i quali il pubblico e i relatori appartenenti sia al mondo dei Boomer che a quello della GenZ possono confrontarsi e discutere sui dati generati in quel momento dai partecipanti. Idealmente programmato per Settembre 2024, “In Circolo” è attualmente al vaglio dei centri culturali e delle istituzioni coinvolte, sperando che possa vedere la luce, verso lo scontro/incontro generazionale.

I giovani designer sono Anna Baldo, Laura Barbiera, Francesco Boccato Rorato, Chiara De Polli, Camilla Formiconi, Marta Giacosa, Mattia Monacelli, Silvia Pellicano, Sarah Tosini.

 

Abbiamo raccolto qualche impressione da parte dei partecipanti. Eccole:

“Il dialogo con i compagni e con Matteo, la visita ai diversi circoli e l’incontro con i boomer sono stati momenti significativi di confronto su tematiche attuali e urgenti. Sicuramente torno a casa arricchita grazie a questi giorni della Summer School” Anna Baldo

Camilla Formiconi ha detto:La Summer School è stata un’esperienza stimolante e arricchente, ha permesso il confronto, il dialogo e la condivisione tra mondi diversi: non solo generazionali, obiettivo chiave del progetto, ma anche all’interno del team di progettazione.

Divide et boomer

Con ironia quasi buona.

Welcome to boomerland. È stato davvero stimolante poter riflettere insieme sul divario generazionale contemporaneo. L’individualismo schizofrenico dei giovani è stato concettualizzato: non c’è più fede politica, sociale (tra i gruppi), e spirituale, ovviamente. Non si può più credere, abbandonarsi alle contraddizioni e alle parzialità di una verità che non c’è, ma che si può condividere con gli altri nel dubbio, ci insegnano i Signori: fate gruppo! Il maschio è clanico, tribale e le sue gerarchie sono sistemiche, lo status quo si può minare, far tremare con la barbarica ingenuità tipica dei ragazzi, ma l’assolutezza meravigliosa che ci dice cosa fare fiorisce, ritorna. L’Edipo è morto, il Narciso l’ha ucciso e usa la schwa. I vecchipadripadronibianchiricchieterosessuali sono quasi tutti morti ed i figli piangono, davanti al poster consumato di Kurt Cobain, mentre si annodano la cravatta. Noi bimbi ci siamo confermati smaliziati, parzialmente consapevoli, ma pronti soltanto a fare da bersaglio. Siamo devoti agli uomini che parlano anche per le donne, per le minoranze, che citano il relativismo, ma si dimenticano troppo spesso del loro privilegio, quando parlano della borghesia coatta da cui provengono sono improvvisamente teneri, malinconici e un tanto evasivi. Tutto sembra uguale a sempre, per noi a cui va sempre bene. Ci siamo studiati e abbiamo preso le misure, non c’è solo distanza e a tratti emerge persino l’affetto. Ci sono tanti spunti per pensare, Grazie! Francesco Boccato Rorato

È stata un’esperienza molto stimolante, ci siamo potuti confrontare con  l’altra parte della medaglia, un altro punto di vista del mondo, capendo che tutto sommato le generazioni subiscono lo stesso ciclo di vita e anche noi avremo a che fare con generazioni future molto diverse dalla nostra. Sarah Tosini