Tra le consolazioni ci sono, insinuanti, le magìe e le malìe dell’autunno che finalmente viene, dopo l’orrore affocato dell’estate. L’autunno riporta inoltre il desiderio di vedere. Ad assecondare questo desiderio una mostra di fotografia possiede malia e magia a sufficienza da imporsi per raffinata elegia.

A suscitare interesse e sorpresa è la personale della fotografa Carola Allemandi dal titolo “Oltre il buio” che presenta tre diverse serie di lavori: Con intenzione, Contatti e Nudi, ospitati e studiatamente ben esposti nella galleria Dr Fake Cabinet, di Marco Albeltaro e Pablo Mesa Capella.

 

 

La fotografia di Carola Allemandi desta interesse per qualità e resa, le immagini sono plasmate con una sicurezza e una fluidità impressionanti. Rivelano qualcosa di conosciuto ma che adesso sfugge, un ricordo che non si delinea, come una reminiscenza; pronunciano sottovoce una sottigliezza sedimentata tra le righe, le ombre, una plaquette di non detti che vincola i pensieri all’interno di un’atmosfera fatta di profondità in bianco e nero.

Le tre ricerche pur muovendo da premesse differenti, si compenetrano all’interno di un unico progetto nel quale i soggetti fotografati sono soltanto dei pretesti per indagare la fissità del tempo. In particolare, l’uso del bianco e nero e della stampa opaca permettono all’artista di proporre immagini senza tempo che si misurano sia con i grandi classici della fotografia, sia con una dimensione scultorea che nei Nudi assume la sua forma più compiuta.

Per approfondire meglio abbiamo intervistato l’artista cercando di sviscerarne il cimento e la poetica