Antigone ed i suoi fratelli camminano su un sentiero di terra scura che taglia trasversalmente la scena. Ed è l’unico elemento simbolico e dominante della rappresentazione tratta dalla tragedia di Sofocle con adattamento e regia di Gabriele Vacis. Lo spettacolo ha debuttato in prima nazionale il 10 gennaio alle Fonderie Limone riscuotendo molti consensi e applausi con il pubblico in piedi. Non avviene sempre.

Antigone cammina su un sentiero

Lo spettacolo è stato prodotto dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale in collaborazione con l’Associazione culturale PEM (Potenziali Evocati Multimediali) e resterà in scena fino a domenica 22 gennaio 2023.

E’ Tebe, la città e la terra su cui domina ed è oggetto di contesa tra i fratelli Polinice ed Eteocle, decisi a darsi battaglia per assumerne il potere. Un esito scontato e sanguinario a cui nemmeno le invocazioni della madre Giocasta riuscirà a mettere fine.

Antigone cammina su un sentiero

La tragedia in cui Antigone si erge protagonista si riallaccia ad un discorso esteso che comincia con Edipo e il suo destino segnato. Antigone è tra le figure della tragedia classica, quella che forse più di altre riesce ad incorporare la nostra contemporaneità, ed è da sempre l’emblema di una gioventù consapevole, assertiva e capace di opporsi al potere precostituito e ai compromessi. Non per nulla la compagnia è costituita da attori giovanissimi la cui presenza scenica riesce a far sentire e vibrare una città che non vediamo, a trasmettere la potenza di un linguaggio che affronta temi sempiterni e che coinvolge lo spettatore come se fosse anch’egli sulle mura, nelle piazze a giudicare ciò che accade, a propendere per il pensiero di Creonte o per il coraggio di Antigone che sola si oppone alle sue leggi.

Antigone cammina su un sentiero

L’amore fraterno, l’importanza della sepoltura come ultimo sigillo di dignità, il desiderio di potere che acceca di timore e ferocia chi lo esercita ed è disposto ad uccidere e sacrificare anche colei che era stata promessa in sposa al proprio figlio. La distanza tra il pensiero e i sentimenti dei giovani nei confronti degli adulti ritorna durante la piece con inframezzi dove l’attualità non si distingue dal testo di Sofocle per irrecusabile necessità di verità, di scelte di partecipazione e di curvatura morale.

Sarà lo stesso sentiero di terra innalzato e fatto scendere a pioggia a chiudere o forse seppellire l’incapacità di scegliere il perdono, il riconoscimento del valore dell’amore fraterno e l’incongruità della vendetta. Tra i meriti dello spettacolo le scelte musicali, i cori, l’avvolgenza mimetica ideale con l’antica Grecia.

Pier Sorel

Antigone cammina su un sentiero

In scena gli attori della compagnia PEM in ordine alfabetico: Davide Antenucci, Andrea Caiazzo,Chiara D ello Iacovo, Pietro Maccabei, Lucia Raffaella Mariani, Eva Meskhi, Erica Nava, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti, Letizia Russo, Daniel Santantonio, Lorenzo Tombesi, Gabriele Valchera, Giacomo Zandonà.

Scenofonia e ambienti sono di Roberto Tarasco, la pedagogia dell’azione e della relazione è di Barbara Bonriposi, il dramaturg è Glen Blackhall, il suono di Riccardo Di Gianni.

Foto di scena di Andrea Macchia.