Intervista a Boris Eldagsen. Ex vincitore del Sony World Photography Awards.

 

l fotografo tedesco Boris Eldagsen ha portato la sua opera “The Electrician” al concorso artistico organizzato dalla Sony World Photography Awards vincendo il 1° Premio nella Categoria Creativa. Ma ha rifiutato il premio, e la motivazione è divenuta un caso di discussione mondiale.

Il fatto è che l’immagine vincitrice è stata generata dall’intelligenza artificiale, utilizzando DALL-E-2.

Eldagsen ha rifiutato il premio proprio perché la sua immagine non era una foto reale. Ha dichiarato che stava cercando di verificare se “i concorsi sono preparati per le immagini AI. Ovviamente, ha detto, non lo sono.

Antonella Russo ha intervistato Boris Eldagsen per il suo portale Scintille e ci ha permesso di condividere la video/intervista. Un documento interessantissimo e inedito.

Intervista a Boris Eldagsen

Siamo pronti a un avvento totalizzante dell’Intelligenza Artificiale anche nella fotografia oppure no? E cosa implica la risposta affermativa a tale dilemma?

Non è stato difficile rintracciare il suo articolato e fastoso website e invitarlo a una riflessione partecipata per Scintille magazine, per chiarire i vari passaggi che lo hanno portato a rifiutare l’ambito premio Sony World Photography Awards ($ 5,000 in attrezzatura Sony di ultima generazione ) . Un gesto che gli è costato l’immediata cancellazione dell’opera The Electrician 2022 dal website del SWPA e la rimozione della stessa dalla mostra delle opere finaliste del concorso presso la Somerset House di Londra.

Dall’intervista trapela tutta l’amarezza del fotografo per lo sprezzate comportamento degli organizzatori di quello che è uno dei più noti e ambiti concorsi fotografici internazionali, ma anche una certa ambiguità rispetto alla nuova “normalità” dell’Intelligenza Artificiale nel mondo dell’arte e della fotografia a cui ci stiamo (stanno?) preparando .

Intervista a Boris Eldagsen

Se da un lato Eldagsen denuncia i pericolo di immagini fatte da generatori “intelligenti” fabbricati da Open AI ( la stessa di Open AI GPT ) e altri che possono facilmente produrre immagini fake per tutti i (con) testi , cosi come la violazione diffusa del copyright di tutte le immagini immesse in rete, dall’altro il fotografo non nasconde il suo entusiasmo per la produzione di una promprtimagery , immagini eseguite servendosi dei più vari comandi resi disponibili da sistemi sempre più avanzati da Stable Diffusion, a Midjorney a Dall E 2 .

Ha ragione Boris Eldagsen , l’immagine prodotta da questi congegni non è più fotografia è promptgrafia , ma andrebbe anche sottolineato (e denunciato) che questa si avvale di tecnocrazia , è prodotta cioè a da tecnocrati anonimi e senza volto con finalità di manipolazione e controllo dell’umano che prende il nome di trasmumanesimo.

Più di un commentatore già mette in guardia sulle imprevedibili conseguenze sociali e culturali e sul “debito etico” che produrranno questi nuovi sistemi.

A me pare che assistiamo oggi all’inedita e sempre più inquietante condizione da Grotta di Platone : le ombre indistinte sullo sfondo sono diventate ologrammi che si staccano dalla parete e si moltiplicano andando incontro ai prigionieri abbagliati e danzano insieme a loro, mentre il messaggero della luce è sempre, sbeffeggiato, dileggiato e ostracizzato.

Resta da stabilire se l’opera di Boris Eldagsen vorrà (potrà) servirsi dell’IA per evidenziarne tutti i limiti, mettendo ancora una volta in scacco i grandi cerimonieri della società della nuova tecnocrazia spettacolare.

Antonella Russo