Sono sempre di meno le serrande dei negozi che si rialzano, dopo essere state abbattute dalla crisi, ma quelle poche che ci riescono, sempre più spesso regalano, si fa per dire, l’apertura di una nuova sala scommesse o un locale di slot e videopoker. L’ultimo, fra i mille allarmi lanciati sul drammatico incrociarsi dei devastanti effetti della crisi e l’aumento esponenziale delle vittime da gioco d’azzardo compulsivo è la procura nazionale antimafia che ha stimato in circa 23 miliardi, il saldo negativo fra quello che lo Stato incassa e quello che spende, il risultato del gioco d’azzardo.
Per tenere desta l’attenzione su un fenomeno che fatica a imporsi, gli uffici diocesani Caritas e salute e le parrocchie dell’unità pastorale 19, della zona fra Mirafiori e Grugliasco, hanno organizzato un incontro “Vite in gioco” che si terrà il prossimo 28 febbraio dalle 20,30 nei locali della Cascina Roccafranca, in via Rubino 45 a Torino per parlare del rapporto fra la crisi e le nuove fragilità sociali, in particolare la dipendenza dal gioco d’azzardo.

È per questo che, anche grazie ai contributi degli esperti del Sert dell’Asl 2, delle associazioni Mentelocale e Libera, si cercherà di capirne di più sulle ricadute sociali di un fenomeno sfuggente e insidioso proprio perché, molto spesso, le stesse vittime hanno molta vergogna a confessare di esserlo. Fra le insidie denunciate dalle associazioni, l’idea che si possa risolvere i propri problemi con un colpo di fortuna, la disponibilità di macchinette di ogni genere che finiscono per attirare in trappola i più deboli della società e fra di loro, in particolare, i giovanissimi che sempre più spesso sono esposti alla tentazione del gioco online.
Rispetto ad altri tipi di dipendenze, però, quella del gioco non è ancora pienamente riconosciuta come tale dalla sensibilità diffusa, ma le cifre dicono che la spesa degli italiani per il gioco d’azzardo è passata dai 7 miliardi del 1994 ai più di 90 del 2014.
Non c’è settore industriale che abbia avuto numeri anche solo paragonabili. È attorno a questo colossale giro d’affari che si alimentano le ludopatie e in cui si può diventare, sempre più facilmente, vittime dell’usura e in cui la zona grigia fra legalità e illegalità, diventa sempre più ampia.