A voler dare retta alle date, alla posizione dei pianeti, alla musica delle sfere, al battere delle diafane ali di una falena nell’Africa subsahariana, a tutto ciò che genera eventi nella grande oscurità dell’inspiegabile universo va considerato il tempo che trascorse dal 21 ottobre del 1959 al 31 ottobre dello stesso anno. Dieci giorni. Dieci giorni, un oceano di distanza, un intento comune, un progetto dalle simili finalità e due città che inauguravano edifici nuovi di zecca dedicati alla conservazione ed esposizione del bene più effimero e costoso di sempre: l’arte.

Il 21 ottobre 1959 a New York apriva al pubblico il Guggenheim Museum, il grande Museo di Arte moderna e contemporanea, vero e ineguagliato capolavoro dell’architettura mondiale progettato da Frank Lloyd Wright.

Il 31 ottobre 1959 inaugura a Torino la nuova sede della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, progettata da due giovani architetti ferarresi, Carlo Bassi e Goffredo Boschetti, alla loro prima importante opera pubblica, risultato della vittoria di un bando pubblico. La GAM, è bene ricordarlo, è la prima e per il tempo avveniristica, galleria civica di arte nata in Italia.

La gaia GAM si rinnova

Plastico

Da qui in poi le analogie tra i due musei si interrompono definitivamente.

Bisognosa di ammodernamenti, la GAM, verrà interessata da un progetto di rigenerazione, attraverso principi di sostenibilità ambientale e risparmio energetico, innovazione architettonica e tecnologica e qualche idea per aumentare la fruizione museale, e coinvolgere il pubblico di domani senza perdere quello di oggi.

L’obiettivo è quello di ripensare e riposizionare il Museo a livello internazionale, rilanciandone il ruolo e il prestigio, con un percorso che riprenda e sviluppi lo spirito avanguardista che ne caratterizzò la nascita, facendone un raro esempio sul piano internazionale. Grazie al supporto tecnico di Fondazione Compagnia di San Paolo e della sua partecipata, la Società Prisma, e con il contributo del Back Office Cultura Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” (CCR) si procederà attraverso un Concorso internazionale di progettazione finalizzato alla realizzazione per lotti della riqualificazione.

Entro il prossimo mese di maggio la Fondazione pubblicherà il bando per la selezione del gruppo di professionisti a cui affidare la progettazione dell’intervento, con l’obiettivo di aggiudicare il concorso entro la fine del 2024.

Se la realizzazione del ripristino e del rinnovamento dell’edificio è obbligato e un’ottima occasione per la città meno certa è la fiducia che la Fondazione Torino Musei ripone nel sostegno del Ministero della Cultura, a cui ha presentato candidatura, per il tramite del Segretariato Regionale del Piemonte, ai fondi nazionali previsti nel Piano Strategico Grandi Progetti Beni Culturali (PSGPBC) del MiC. Pare che il dossier sia sul tavolo del Ministro, ma non si sa se sotto altre migliaia di richieste, in bella vista o già archiviato nel porto delle nebbie delle implorazioni.

La gaia GAM si rinnova

Intanto verrà ripristinato per il foyer il progetto originario con uno spazio aperto e accogliente. A seguire un primo nucleo di lavori, prenderà forma con mirati interventi di temporanea rivisitazione dei locali con la logica dello stripping. Ossia la rimozione di ciò che si era andato a costruire sopra l’impianto primigenio, dalle pareti di cartongesso alla riapertura di finestre e lucernari.

Il nuovo corso è il ritorno all’antico. E se per Nietzche era un’oscura profezia, il caposaldo dell’eterno ritorno, il parlare di Zarathustra, il destino obbligato dell’esistenza, anche la GAM forse ne subisce influenza e destino.

Insieme alla nuova vita della GAM, prende avvio, tra le sue mura, il lavoro della neo Direttrice designata Chiara Bertola.