Nella settimana dedicata alle malattie rare,
lunedì 28 febbraio ha debuttato al teatro Carignano di Torino

IL MERCANTE DI LUCE

Tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Vecchioni, presente in platea, lo spettacolo realizzato da Tangram Teatro ha sensibilizzato il pubblico su una malattia genetica rara, la progeria. Ma non solo. Il testo ha offerto profondi spunti di riflessione affrontando le grandi domande dell’uomo sulla vita e sulla morte, sulla paura e sulla bellezza, sul mistero del tempo e dell’amore.

La letteratura come cosa.

Ph. Michele Ferrero Regis

Tutto lo spettacolo è affidato all’interpretazione di Ettore Bassi, accompagnato dalle musiche eseguite da Massimo Germini. Il celebre attore veste i panni di Stefano, un padre che racconta la sua storia accanto al figlio Marco affetto da progeria, una malattia che invecchia precocemente il corpo, lasciando però al soggetto la capacità di comprendere e di emozionarsi.
Sulla scena il padre
porta le vibranti domande del figlio sul senso del vivere e del morire; domande alle quali egli
cerca di rispondere attingendo al suo tesoro, ovvero alla sapienza e alla dolcezza della poesia greca.


Parole che
scuotono e che illuminano: “Ma come, dove trovare una luce così potente da svergognare il buio?” “No, la notte è tutt’altro. La notte in sé è bellezza e silenzio. Siamo noi a riempirla di fantasmi.” E la voce scandisce i celebri versi di Alcmane Dormono le cime dei monti e le gole, i picchi e i dirupi… Stefano è professore di lettere classiche, innamorato del teatro e dei lirici greci, convinto che tutto sia stato già elaborato dai padri del nostro pensiero, i greci di cui siamo figli. Saffo, Antigone, Aiace, Fedra, Medea, Omero… diventano fari di luce perché nelle loro storie “ognuno è come se avesse sdoppiato se stesso e si rivedesse là in quelle alte figure parlanti.” E’ proprio la poesia greca il filo che lega Stefano e il figlio Marco, l’uno teso a trasmettere al figlio tutto il sapore e la saggezza dei versi, mentre il ragazzo curioso vuole capire. Tutto nel breve tempo che hanno a disposizione perché Marco sta invecchiando precocemente e morirà presto.

La letteratura come cosa.

Il pubblico segue assorto l’intreccio di domande, risposte, monologhi di un padre che cerca in ogni modo di donare al figlio l’amore per la vita e il superamento della paura. Due obiettivi che Stefano non ha ancora raggiunto nella propria vita, in quanto uomo sentimentalmente disilluso e segnato dalla paura di perdere gli affetti, ma che si fa cercatore di luce “per e insieme” al figlio Marco.  Chi è il mercante di luce? Il padre agli occhi del figlio e il figlio agli occhi di suo padre.
Papà Stefano riuscirà a togliere al figlio la paura della notte e della morte, mentre Marco spazzerà via dal cuore del padre la paura di vivere.

Una proposta teatrale audace, che ha osato portare sulla scena temi decisamente impegnativi, come una malattia inquietante e interrogativi di una profondità sconcertante. Quale e quanto tempo per vivere? Quale senso e bellezza? Quale antico messaggio ci illumina?

A noi che desideriamo vivere per sempre la voce dal palco sussurra “non importa quanto si vive, ma con quanta luce dentro, senza rimpiangere e senza piangere
Facciamo nostre le obiezioni del giovane Marco: “Sì papà, ma io voglio cose e non letteratura
Eppure non possiamo non sentire l’incanto della risposta: “Sto provando a darti letteratura come cosa: là dove non puoi avere, cerco di farti sognare. La poesia è un sapore, un odore, una visione… Io in fretta, di corsa, nel tempo che ho e che abbiamo, ti voglio passare non quel che vedi o credi di vedere…. ma la bellezza di vedere, di amare.”

A fine spettacolo sale sul palco Roberto Vecchioni, emozionatissimo, grato all’attore Ettore Bassi che ha saputo rendere tutte le sfumature del dramma del protagonista, in cui lui stesso in parte si è raccontato nel romanzo. Vecchioni parla al pubblico della sua passione per i greci capaci di illuminare i cuori di ogni tempo, dell’amore per la sua donna e della meraviglia della paternità che ha visto animarsi sulla scena. Momenti di forte commozione.
Anche per Ettore Bassi
Il mercante di luce è uno spettacolo particolarmente intenso: “mi ha fatto crescere, ora mi sento più profondo, più completo, più arricchito; – dichiara – non solo per aver retto un intero monologo, ma perché si parla di tutto ciò che abita le profondità dell’uomo e con tutti i toni delle emozioni umane. Portare in scena un libro è un servizio alla cultura e alla vita: è la grande funzione del teatro, da sempre. E’ stato bellissimo vedere Vecchioni commosso e poi essere travolto dal pubblico all’uscita!”

Ivana Ferri, la curatrice, spiega che l’iniziativa è stata realizzata grazie all’impegno generoso degli attori e del pubblico a favore dell’Associazione Italiana Progeria Sammy Basso APS Onlus.
L’intero ricavato sarà infatti devoluto per l’attività di ricerca che l’associazione sostiene.

Chiara Tamagno