Mani d'Africa, laboatorio di intreccioDall’incontro di mani di colori diversi e dall’intreccio dei saperi tradizionali, nasce il progetto Mani d’Africa di Tulime Onlus con il fine di sostenere la collaborazione tra artigiani tanzaniani ed italiani per la creazione di prodotti fatti a mano ed unici.
Mani d’Africa ha inizio nel 2006 con la creazione di una falegnameria e di una sartoria nel villaggio di Pomerini, nella regione di Iringa in Tanzanìa. In seguito il progetto ha supportato l’artigianato locale con la salvaguardia dei saperi antichi come quello delle anziane donne intrecciatrici del villaggio che usano le ceste per trasportare gli alimenti.
Nel giugno 2011 Roberta Pelliccetti, una giovane stilista e artigiana romana, e Luana Fidani, incaricata di attivare la parte manageriale del progetto, hanno trascorso qualche mese a Pomerini. Dal viaggio di Roberta e Luana sono scaturite esperienze importanti: è nata una piccola cooperativa di donne che producono le ceste; sono state definite alcune linee di produzione per quanto riguarda la sartoria, la falegnameria e gli apicoltori; sono state studiate le filiere per renderle sostenibili (anche dal punto di vista ambientale) ed eque (dal punto di vista della qualità delle condizioni di lavoro).
Mani d’Africa ha inoltre aiutato gli apicoltori locali nel perfezionamento della produzione del miele, importante fonte di zuccheri e vitamine, con l’arrivo a Pomerini a febbraio 2014 di Ivano Deltetto e Silvia Marocco, due apicoltori di Frinco della Provincia di Asti che seguono il progetto Be(e) Together.
Nel mese di luglio un nuovo progetto Mani d’Africa avrà inizio. Elena Giardina, Cristina Falco e Giuseppe Di Giorgio (Accompagnatori Cicloturistici della Provincia di Torino) insieme a Elena Actis e Michele Noce (gestori della ciclofficina popolare delle Officine Creative Cecchi Point di Torino), con il supporto dell’associazione Bike Pride Torino e della scuola MTB Happy Trail di Moncalieri, andranno in Tanzanìa per sviluppare il progetto “Tulime Baiskeli” che in kiswahili significa “coltiviamo la bicicletta”.
Un viaggio cicloturistico e consapevole diventerà presto un modo di viaggiare ricco di esperienze e significati, un’occasione d’incontro e cooperazione tra la comunità ciclistica italiana e la comunità dell’altopiano di Iringa.
Al termine di ogni viaggio la comunità ospitante riceverà in dono le biciclette usate dai viaggiatori, biciclette che certamente torneranno utili come mezzo di trasporto altamente strategico per i locali, in termini di risparmio di tempo ed energie negli spostamenti e nel trasporto dei materiali. Inoltre, si prevede la creazione di una o più ciclofficine con la finalità di rendere autonoma la popolazione nell’autogestione della bicicletta.
 
Elena Giardina
 

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