L’opera lirica è quella rappresentazione in cui il tenore cerca di portarsi a letto il soprano, ma c’è sempre un baritono che glielo vuole impedire”.  Condensato in questo fulminante e amatissimo aforisma di George Bernard Shaw, è facile ritrovare tutta la mitologia di una forma d’arte che fu nazionalpopolare e ora, pare, riservata a pochi.
Un pò emarginata dai grandi media, acclamata o criticatissima a seconda del momento, conquista la ribalta nazionale solo nel momento in cui alla Scala di Milano si palesano politici e personaggi influenti per assistere alla prima, mentre attraversano il foyer. Un accenno al direttore, un sospiro sull’allestimento e finalmente il discorso può gettarsi armi e bagagli sulle mise femminili delle consorti. E tanti saluti al teatro che si fa musica.

Eppure, come scrive Alberto Mattioli, nel suo ultimo fortunato  libro Meno Grigi più Verdi, edito da Garzanti, “… nel complesso l’opera italiana è stata anche un fenomeno nazionalpopolare. Una specie di utopia, non solo culturale ma anche sociale, per una volta realizzata: uno spettacolo che nasce dalle corti, élitario, costosissimo, difficile basato su convenzioni improbabili, cantato in una lingua alta e letteraria, sostanzialmente artificiale e su forme musicali talvolta basiche, ma più spesso assai complesse che però misteriosamente riesce a parlare a tutti, o almeno a tutti quelli che riescono ad avvicinarglisi”.

Ecco, l’opera rimane tutt’ora questa diavoleria di matrice prettamente italiana che parla a tutti, o quasi. Per provare ad intenderla meglio e, magari apprezzarla un giovane artista torinese ha messo in scena una trasmissione televisiva, il grande medium, dal titolo TAO, scegliendo come sede delle riprese le Officine Grandi Riparazioni di Torino. A trasmettere tutte le dieci puntate il canale di Sky, Classica HD. 
Nessun riferimento al pensiero cinese, ma più semplicemente un acronimo: Tutti all’Opera. A scrivere e condurre le dieci puntate è Mario Acampa, voce e volto molto noto, tra radio, cinema e televisione. L’occasione della puntata dedicata alla Traviata di Verdi, appena andata in onda e l’imminente Turadot pucciniana prevista per settembre ci ha convinto ad incontrarlo.

Mario Acampa

Mario Acampa Ph. Davide Bonaiti

Come è nata l’idea di fare un programma legato alle opere musicali? Soprattutto se rivolta ad un pubblico giovane?
Mi sono avvicinato all’opera per la prima volta come attore, quando avevo 20 anni circa. Mi proposero il ruolo protagonista nell’operetta Al cavallino Bianco. Ero abituato al musical e non sapevo a cosa sarei andato incontro, ma quando ho sentito l’orchestra suonare quelle musiche e ho avuto la possibilità di cantare, ho capito la potenza dell’opera e della musica classica. Amo l’opera e mi ha cambiato la vita. Adesso che sono anche autore e conduttore vorrei dare quella gioia ai ventenni che non sanno cosa si perdono. Così è nato TAO, Tutti All’opera, grazie soprattutto al direttore di Sky Classica Piero Maranghi e al direttore artistico Paolo Gavazzeni che hanno creduto nella mia idea e hanno sostenuto il progetto con passione e lungimiranza.
La scelta di utilizzare le OGR come set da cosa deriva?  Una disponibilità offerta o un preciso disegno per generare un certo tipo di ambiente, di suggestione?
Il format che ho scritto si basa su un concetto molto semplice, prendere la tradizione, capirla fino in fondo e con rispetto, e divulgarla in modo immediato. Serviva una location che riuscisse ad esprimere questo messaggio e ho pensato subito alle OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino inaugurate da poco. Le OGR erano il luogo in cui si riparavano treni, adesso come una volta, si riparano le idee, l’arte, la cultura. Era il posto perfetto per la mia trasmissione. Le Officine sono davvero una punta di diamante di Torino che tutti dovrebbero visitare.
Mario Acampa
Reputa che i fruitori del programma che non hanno mai avuto la ventura di presenziare ad un’opera dal vivo, proveranno a sedersi in platea e farsi coinvolgere?
C’è una rubrica all’interno del programma in cui intervisto un gruppo di ragazzi piuttosto giovani e li “testo” con quiz, ascolti guidati e immagini per capire come reagiscono ad una forma d’arte che non conoscono, che è l’opera. Le loro reazioni sono sorprendenti: ho visto ragazzotti impettiti piangere ascoltano “Vissi d’arte, vissi d’amore” o ragazze timidissime diventare super sorridenti ascoltando Mozart. Ognuno di loro alla domanda: adesso andresti all’opera? Ha risposto senza esitazione “Adesso si”. E ne ho avuto la prova.
Favorevole o contrario al testo del libretto in sovrimpressione durante le recite?
Sono favorevole a tutto ciò che può aiutare alla comprensione e che metta a proprio agio le persone. L’opera nasce come genere popolare e non si può pretendere che adesso il nostro orecchio poco abituato al canto lirico e con un linguaggio decisamente diverso possa ascoltare e capire tutto al volo. Quindi si, sono favorevole al testo in sovrimpressione. Rimane il fatto che spesso è più una paura quella di non capire il significato. La prima volta all’opera per me fu tanti anni fa all’arena di Verona, con Carmen. Non c’erano sottotitoli e all’epoca non immaginavo che le opere fossero nella lingua del compositore (sorride) Ti assicuro che nonostante la giovane età e il francese del cantato lirico, capii tutto, perché l’opera è molto più potente di qualunque messa in scena.
Per concludere, il suo autore preferito? E quale libro crede che sia un buon viatico per avvicinarsi al melodramma musicale ?
Puccini, Puccini e ancora Puccini. Ascolto qualunque autore e qualunque opera, anche quella contemporanea con interesse, ma Giacomo Puccini rimane per me un meraviglioso giardino segreto in cui rifugiarmi quando ho bisogno di qualcosa di bello. Tosca, Turandot, La Boheme, Madama Butterfly…rimangono qualcosa di magico. Riguardo al libro, penso che il testo migliore sia il libretto originale di un’opera. Consiglio sempre di leggerne uno, magari quel titolo che abbiamo sempre sentito e mai visto. Poi dopo averlo letto andate all’opera: vedere e sentire come si trasforma una parola in musica e in immagini…vi lascerà senza parole. Oppure guardate TAO su Sky, Classica HD e scoprirete molte curiosità, ne sono sicuro!
Mario Acampa

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