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La crisi mette in difficoltà. Grandi aziende e piccole e medie imprese provano ad ancorarsi al territorio per resistere alla tempesta. La strategia che può davvero creare l’occasione della svolta sembra, però, essere un’altra. La parola d’ordine è internazionalizzazione, questa è la risposta giusta. Ma che significa? Diventa facile capirlo seguendo la storia del Centro Esperienze Costruzione Modelli e Prototipi (Cecomp), carrozzeria di La Loggia, nel torinese, che dà lavoro a circa 200 persone.
Internazionalizzare altro non è che pensare un prodotto in funzione di un mercato, cioè progettarlo in modo che altri Paesi, e dunque altre culture e popoli, lo accolgano perché creato ad hoc.
Nata nel 1978 alle porte della città capitale dell’autoveicolo, la Cecomp si è sviluppata quasi all’ombra della FIAT che ha favorito, nel tempo, la nascita di piccole e medie imprese. Tuttavia, se da sola la storica casa produttrice genera ancora un notevole indotto e, come racconta Gianluca Forneris, “in passato è stata un grande cliente, da tre, quattro anni non è più così. Oggi rappresenta, sì e no, il 2% del nostro fatturato”.
Il Centro fa parte di quel grande esercito di contoterzisti piemontesi dell’automotive, sviluppa carrozzerie e componenti per case automobilistiche di tutto il mondo e, da più di trent’anni, produce maquette e prototipi, cioè traduce in realtà i disegni di stilisti e progettisti.
Da carrozzieri, nella connotazione “torinese” del termine, realizzavano a mano i rivestimenti delle automobili, poi negli anni i Forneris hanno ampliato la gamma di attività: dalla costruzione di attrezzature prototipali e per bassa produzione, alla specializzazione nel campo “racing” ad alto livello fino ai progetti cosiddetti “chiavi in mano”. La svolta è arrivata nel 2004 quando una piccola rivoluzione ha ridato speranza alla carrozzeria. Vincent Bolloré, finanziere bretone a capo dell’omonimo gruppo leader mondiale nel campo dei trasporti, aveva da tempo una batteria elettrica che aspettava di essere montata su un’auto nuova ed ecologica, l’auto del futuro. “Abbiamo sviluppato il progetto in meno di due anni, costruito 10 prototipi con omologazione della vettura e iniziato la fase del testing. Nel primo anno di produzione sono uscite dalla nostra officina 2000 vetture” dice concitatamente Gianluca “è stata una vera corsa contro il tempo”. Le vetture sono state destinate al servizio di car-sharing del comune di Parigi e di altri 40 comuni dell’ Île de France. Il progetto, ormai avviato, ha un peso notevole tant’è vero che riguarda, potenzialmente, la mobilità di tre milioni e mezzo di persone.
Per l’azienda di La Loggia, Parigi è un progetto importante di produzione, ma anche e soprattutto di crescita tanto che la famiglia Forneris già pensa alle prossime sfide perché “bisogna cercare prodotti che possano avere un futuro, da sviluppare con margini di miglioramento” spiega Gianluca e aggiunge che “nel campo dell’automotive, la vettura elettrica è un oggetto interessante per il peso che ha nel settore”.
Oggi, ce la fa chi ha coraggio oltre che forza e perseveranza, ma soprattutto chi capisce che è necessaria una strategia per distinguersi dagli altri, per avere quel qualcosa di speciale, originale e unico trasmettendo anche un nuovo modello di business.
Luisa Perona

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