E adesso – chiede il consigliere Pino Iannò di Torino Libero Pensiero – visto che è ad oggi l’unico servizio, messo a disposizione dalla Città di Torino, per una mobilità sostenibile diffusa, ordinata, sicura e soprattutto accessibile a tutti con un costo dell’abbonamento annuale simbolico e concorrenziale di 20 euro, che prevede, per tutto il periodo, l’uso gratuito per le corse brevi sotto i 30 minuti e include l’integrazione con il Trasposto Pubblico Locale grazie alla tessera BIP, trasformando le bici gialle ToBike come un reale servizio di mobilità quotidiana, cosa succederà? Ci sarà nuovamente un periodo di interruzione del servizio? Si è tenuto conto dei risvolti occupazionali, che coinvolgono direttamente e indirettamente 45 lavoratori, fornitori e parti terze e soprattutto lo spreco di denaro privato per gli importanti investimenti realizzati da Bicincittà in questi mesi?

La proroga di concessione del servizio ToBike attualmente gestito da Bicincittà, scade esattamente il 12 febbraio 2023.

Nonostante siano state presentate interpellanze, chiedendo quale evoluzione avrebbe avuto il servizio e se ci fosse stata intenzione da parte dell’Amministrazione comunale di ripristinarne la completa operatività, è arrivata la classica “mazzata” per la società che gestisce l’attuale bike sharing, non lo dovrà più gestire da quella data.

Pedalata disassistita

Bicincittà ha ricevuto praticamente il benservito, dopo che la società, come previsto dall’accordo di proroga ha investito economicamente con una cifra pari a 600mila, un impegno finalizzato al rilancio del servizio ToBike di fatto mancante al momento del subentro nella concessione e per ristrutturare integralmente 100 stazioni.

Aver investito risorse economiche e aver subito atti di vandalismo che hanno compromesso tutto il lavoro di ammodernamento e funzionalità del servizio stesso con 697 biciclette rubate e vandalizzate e 200 rubate e non più trovate non ha sicuramente giovato e nemmeno dato prova della civiltà dei cittadini. Va detto che l’investimento non ha solo coinvolto il privato, ma anche il Comune con 20 stazioni installate su richiesta e contributo del Ministero dell’Ambiente, quindi risorse andate a vuoto.

L’abbandono di questo servizio crea molte conseguenze negative, inevitabilmente costi sensibilmente superiori per l’uso di biciclette in sharing, in un periodo economico fortemente critico, crisi della società Bicincittà con riduzione del personale e attivazione della cassa integrazione, con costi a carico della collettività, mancato introito per il comune della CIMP, che Bic riconosce sulle basi del tariffario previsto per gli impianti pubblicitari di circa 100mila euro all’anno.

Visto che il bando mobilità scadeva ad ottobre 2024 e si trattvaa di poco meno di 2 anni e visti gli investimenti fatti sia da Bicincittà e dal Comune, l’Amministrazione avrebbe potuto prorogare il servizio intervenendo con altre modalità e strategia.