Oggi ricorre il decennale della scomparsa del Dottore. Infatti, il 27 maggio di dieci anni fa veniva a mancare il dott. Umberto Agnelli.
Umberto Agnelli
 
Sono passati dieci anni dalla scomparsa di Umberto Agnelli. E’ a lui – ‘le petit Frere’, lo aveva definito Le Monde – che si deve l’avvio del rilancio del gruppo Fiat, dopo la terribile crisi di inizio secolo, ma anche la scelta di Sergio Marchionne. Nel 2003, dopo la morte dell’Avvocato, è Umberto, che lo aveva conosciuto quando era a.d di Sgs, a volerlo nel cda Fiat. E, per un incrocio di destini, sarà proprio Marchionne, dopo la morte di Umberto e l’uscita di scena dell’allora amministratore delegato Giuseppe Morchio, ad assumere, il primo giugno 2004, la guida della casa torinese.

PANCHINA STORICA JUVENTUS

Sulla storica panchina che fu testimone della fondazione della Juventus, posano i presidenti onorari: Giovanni Agnelli, Umberto Agnelli, Gianpiero Boniperti e Vittorio Chiusano

Nel giorno del decennale, la Fiat e la Juventus lo ricorderanno a Sestriere, località della Via Lattea molto amata dalla famiglia Agnelli e nella quale Umberto trascorreva i fine settimana. Nell’incontro la sua figura sarà rievocata da Sergio Marchionne, Pavel Nedved, dall’ambasciatore giapponese Masaharu Kohno e da Enrico Letta. Interverranno il sindaco di Sestriere Valer Marin, quello di Torino, Piero Fassino e concluderà il figlio Andrea Agnelli, oggi presidente della squadra bianconera.
La sera alle 18, a Torino, ci sarà la Messa presso il santuario della Consolata, presieduta dall’arcivescovo Cesare Nosiglia.

A lungo al vertice delle attività finanziarie, il regno di Umberto alla Fiat è breve. Inizia il 24 gennaio 2003 quando, un’ora dopo la morte del fratello Gianni, la famiglia gli chiede di assumere le redini: i vari rami della dinastia, riuniti in assemblea, lo nominano presidente dell’accomandita. Da dieci anni fuori dalla gestione, non ha alcuna esitazione e si lancia con entusiasmo in quella che sarà la sua ultima avventura. Lo chiamavano ‘il Dottore’ e con l’Avvocato era un gioco delle parti: Gianni il finanziere, Umberto il manager, uno la colomba, l’altro il falco. A Gianni toccano gli annunci positivi, a Umberto le decisioni difficili, i tagli drastici. Tutti e due furono presidenti della Juventus, erano appassionati di sci, di vela e Umberto anche di golf. Entrambi sposarono una Caracciolo: Allegra, moglie di Umberto, è cugina di Marella, moglie di Gianni. Umberto aveva uno stile di vita più riservato anche se non rinunciava a tenere rapporti internazionali di alto livello.
Tra i momenti più dolorosi la morte nel 1997 del primogenito Giovanni Alberto, designato alla successione dello zio Gianni. In politica, mentre Gianni fu a lungo incerto sulla possibilità di candidarsi nelle file del Partito repubblicano, nel 1976 Umberto sceglie la Dc e viene eletto senatore. Finanza, politica ma anche calcio. Ad appena 22 anni assume la responsabilità della Juventus, il più giovane presidente bianconero. Fu lui a portare a Torino talenti come Omar Sivori e John Charles. (NdR)  ANSA

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